Decolonizzare la Palestina. Hamas tra anticolonialismo e postcolonialismo è un saggio scritto da Somdeep Sen, pubblicato e tradotto in italiano dalla casa editrice Meltemi nel 2023 nella collana “antropologia”.
Il testo – che si rifà alle idee di grandi autori come Frantz Fanon e Edward Said, figure chiave per comprendere le lotte di liberazione e le loro rappresentazioni – indaga la complessa dicotomia tra postcolonialismo e lotta decoloniale alla base dell’attività politica e resistenziale di Hamas. Lo scopo dell’autore è analizzare nel concreto, partendo dalla resistenza del popolo palestinese, le modalità e il tempo che conducono alla liberazione di un popolo – un tempo lungo che si protrae anche successivamente alla scacciata materiale dei coloni.
Decolonizzare la palestina, l’autore
Somdeep Sen, ricercatore e accademico di origine indiana, è professore associato alla Roskilde University in Danimarca. Il lavoro intellettuale di Sen si incentra sul rapporto tra colonialismo, movimenti di resistenza e relazioni internazionali. Decolonizzare la Palestina. Hamas tra anticolonialismo e postcolonialismo è il suo ultimo saggio.
La serra si è distrutta
Peter Sloterdijk, filosofo e saggista tedesco, opera un’interessante distinzione, in seno al sistema capitalistico globale, tra il Dentro privilegiato dal Fuori. Dopo l’annuncio de La fine della storia e la susseguente fase di trasformazione del mondo in globo, il centro capitalistico ha alzato enormi barriere (culturali e ideologiche) racchiudendosi in una “serra”: uno spazio in cui tutto sembra tranquillo, incurante di ciò che accade al di fuori. Afferma il filosofo:
«lo spazio mondano interno del capitale non è un’agorà né un mercato a cielo aperto, è al contrario una serra, che ha risucchiato al suo interno tutto ciò che prima era esterno.»
Siamo semplici spettatori di un grande film, a volte anche estremamente violento, ma che apparentemente non ci riguarda in maniera diretta. Cosa accade quando la realtà più complessa sfonda quelle barriere, da noi forzosamente innalzate, e ci rammenta la sostanza delle vicende storiche, politiche e umane?
Il 7 ottobre ha rappresentato il momento in cui la storia ha fatto irruzione nella “serra”: la resistenza armata palestinese sfonda tangibilmente le barriere (virtuali e materiali) da noi costruite, ricordandoci che da anni un popolo è martoriato dal colonialismo d’insediamento israeliano, col beneplacito di tutto l’Occidente collettivo.
La terra dei simboli
Qualsiasi riflessione su Hamas, come gruppo politico e sociale, va inserita in un contesto ampio in cui si tiene conto di diversi fattori, alcuni imprescindibili, come: il colonialismo di insediamento praticato da Israele nei confronti dei territori palestinesi, il desiderio di eliminazione del popolo palestinese e la possibilità della liberazione – argomenti ben sviscerati in Decolonizzare la Palestina.
Il colonialismo è definibile come «il dominio e la supremazia localizzati di un’entità esogena perennemente capace di riprodursi in un dato ambiente.»
Nel caso specifico della Palestina, sarebbe corretto parlare di colonialismo di insediamento: una particolare forma di colonialismo che prevede, non solo l’eliminazione fisica dei palestinesi, ma anche la cancellazione delle testimonianze dell’esistenza palestinese, e l’appropriazione dei prodotti culturali palestinesi da parte degli israeliani. I coloni tentano, grazie al primato economico e militare, di cancellare la Palestina e tutto ciò che riguarda l’identità palestinese.
Decolonizzare la Palestina connette la parola muqawama – «termine che rappresenta i tanti modi in cui i palestinesi resistono al colonialismo di insediamento israeliano» – all’operato politico e resistenziale di Hamas: muqawama indica non solo la lotta armata, ma «anche queste varie forme di resilienza sociale, economica, politica e culturale.»
La prima dimensione in cui Sen analizza la resistenza di Hamas è quella anticoloniale. Come afferma Fawzi Barhoum (ex portavoce di Hamas nella Striscia di Gaza): «Hamas è prima di tutto un’organizzazione di liberazione. È una resistenza e un movimento contro l’occupazione.»
Il gruppo di liberazione palestinese insiste sul ruolo anticoloniale anche – e soprattutto – nella sfera simbolica, rivendicando la lotta armata dai cartelloni raffiguranti militanti delle brigate al-Qassam ai campi estivi di Hamas, con giochi come Scale e Serpenti ridisegnati in onore della lotta armata per la liberazione palestinese.
Decolonizzare la Palestina: tra anticolonialismo e postcolonialismo
Decolonizzare la Palestina discerne anche la componente postcoloniale di Hamas.
Il termine postcolonialismo indica la fase sociale e politica successiva alla lotta di liberazione anticoloniale, riflettendo sulle conseguenze economiche, politiche e culturali della resistenza appena conclusa.
Hamas incarna un particolare dualismo: se da un lato essa è un’organizzazione che è emersa con la promessa della lotta, dall’altro è anche un partito politico dotato della propria “arte di governo”.
Sen sottolinea il ruolo di Hamas nella conduzione dell’edificazione del futuro Stato liberato di Palestina attraverso gli strumenti essenziali per poterlo fare: il monopolio dell’uso della violenza, la ricerca di un’identità nazionale, attività di servizio sociale.
«Il potere pubblico proprio di ogni Stato “non coincide più direttamente” con la popolazione armata, con la sua “organizzazione armata autonoma“» affermava Lenin in Stato e Rivoluzione, evidenziando la necessità della macchina statale di disarmare il popolo autonomamente armato. L’autore, per certi versi, riprende questa tesi originariamente di Engels, ma recuperata dal rivoluzionario russo, per focalizzare l’attenzione sul ruolo delle azioni di polizia di Hamas nei confronti dei palestinesi, come espressione del monopolio dell’uso della violenza – componente imprescindibile nella fase di state building.
La liberazione
La liberazione è il vero tema di Decolonizzare la Palestina: quale destino spetta a chi ha passato tutta la sua vita sotto occupazione?
La liberazione perdura nelle viscere del colonizzato, anche successivamente al momento tanto agognato della scacciata del colono. Sen afferma che «l’identità nazionale dei colonizzati risiede nella lotta nazionale anticoloniale.»
In altre parole, nulla vieta di pensare che la lotta per la liberazione continuerà conseguentemente alla scacciata dei coloni, perpetuando una condizione di perenne lotta contro l’oppressore.
«Rubano il tuo pane, poi te ne danno un pezzettino, poi ti ordinano di ringraziarli per la loro generosità. Quant’è grande la loro insolenza.» Lo stesso autore di questa toccante frase – Ghassan Kanafani – ha passato tutta la sua vita nella lotta contro l’entità coloniale sionista, perdendo la vita a Beirut, in Libano, in un attentato israeliano. Le parole del combattente palestinese ci rammentano che forse «è solo combattendo per la liberazione e contro l’oppressione che chi non è libero riesce a provare la sensazione, e forse la rispettiva realtà, di essersi liberato.»
Fonte immagine: Meltemi.it