Kiyohime: la leggenda della demone-serpente

Kiyohime: la leggenda della demone-serpente

Nella moltitudine di storie rappresentate nell’antico teatro Nō la leggenda del demone Kiyohime e il giovane monaco Anchin è una delle più celebri. Scopriamo insieme di cosa si tratta!

Kiyohime: descrizione e caratteristiche

Kiyohime si può considerare come una honnari-hannya, cioè l’evoluzione più potente e pericolosa a cui una hannya potrebbe aspirare. Questa tipologia di demone accetta completamente di unirsi alla sua folle gelosia e ne acquisisce poteri straordinari, come la capacità di tramutarsi in serpente o drago, e sputare roventi fiamme.

La leggenda

La famosissima vicenda di Kiyohime e Anchin è stata ripresa in letteratura, in antichi rotoli ma soprattutto nel dramma Nō intitolato Dōjō-ji, la cui scena della caduta della campana del tempio resta una delle più iconiche del teatro giapponese.

La storia si svolge nella provincia di Kii (oggi prefettura di Wakayama), e vede il giovane e bellissimo monaco Anchin in pellegrinaggio come ogni anno verso il santuario di Kumano. Nel suo viaggio Anchin fa tappa alla magione della famiglia Masago no Shōji, e la figlia del capo della magione si innamora perdutamente di lui. La ragazza è proprio Kiyohime. Nonostante la giovane età ella desidera sposare Anchin, ma il monaco prova a farla desistere e le mente, promettendole che un giorno quando sarà cresciuta tornerà per stare con lei.

Kiyohime prende a cuore le sue parole e da quel momento, ogni anno, attende l’arrivo di Anchin durante il suo regolare pellegrinaggio. Convinta di essere ormai cresciuta abbastanza, la ragazza ricorda ad Anchin la sua promessa, sempre più determinata a sposarlo. Il monaco decide di sfuggire nuovamente alla sua proposta e le assicura che una volta terminato il pellegrinaggio sarebbe giunto da lei per il matrimonio. Anche questa è una menzogna e Anchin, sulla via del ritorno, non si fa più vedere alla magione.

Kiyohime apprende dell’inganno ed insegue il ragazzo lungo la via per il tempio Dōjō. Ella lo raggiunge ma il monaco fa finta di non averla mai conosciuta e la scaccia in malo modo. A questo punto Kiyohime si infuria e prova ad attaccare Anchin, che però riesce a salvarsi invocando Kumano Gongen. Kiyohime è bloccata da una luce divina e questo favorisce la fuga di Anchin verso il fiume Hidaka.

Kiyohime dunque si trasforma in un enorme serpente sputafuoco e, accecata dalla rabbia, continua a braccare il monaco. Anchin attraversa il fiume su una barca e raccomanda al traghettatore di non lasciar passare Kiyohime. L’irata demone-serpente tuttavia ignora completamente l’imbarcazione ed attraversa l’intero fiume a nuoto, fino a raggiungere Anchin che intanto si è rifugiato nel Dōjō-ji. Con l’aiuto degli altri monaci, il ragazzo si nasconde sotto la campana del tempio. Kiyohime però avverte il suo odore all’interno ed avvolge tutta la campana con le sue spire, per poi investirla con le sue fiamme caldissime. Anchin quindi muore bruciato e dopo la sua morte Kiyohime completa il suo piano vendicativo annegando nel fiume.

Fonte immagine di copertina: Wikipedia

A proposito di Roberta Napolitano

Ciao! Il mio nome è Roberta e sono una studentessa frequentante il terzo anno dell'indirizzo di studi "Lingue e Culture Comparate" all'Università degli studi di Napoli L'Orientale, scegliendo come lingue da inserire nel percorso l'inglese e il giapponese. Fin dalla tenera età le mie passioni riguardano manga, anime, videogiochi e libri e ovviamente all'appello non possono mancare la musica (in particolare se del paese del Sol Levante) e il buon cibo!

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