Elogio del silenzio. Come sfuggire al rumore del mondo è un libro a carattere saggistico-divulgativo scritto da John Biguenet e tradotto in italiano da Naike Agata La Biunda. Il testo pubblicato da Il Saggiatore e inserito nella collana Piccola Cultura è stato presente fra i testi che la casa editrice ha proposto in fruizione digitale gratuita in seno all’iniziativa “Solidarietà digitale”.
Elogio del silenzio. Come sfuggire al rumore del mondo
Il testo di Biguenet riflette sui significati attribuiti dalla psiche umana – e dall’istinto animale, generalizzando alcuni aspetti della questione – al silenzio.
Cos’è il silenzio? Domanda semplice, ma solo nell’apparenza: il silenzio è concentrazione, calma, riflessione, pace, equilibrio interiore, e, al contempo, è mistero, ansia, paura, angoscia: esso è e non è, contemporaneamente, la sua essenza come presenza e come assenza, come bene e come male, come gioia e come dolore. Il silenzio come sospensione della parola, implica, per contralto, che la parola vi conviva, coesista.
Cos’è il silenzio? Ponendoci questa domanda, ben presto comprendiamo che ci stiamo avventurando in quell’intricatissimo – e umanamente inconcepibile – labirinto che è il vertiginoso abisso del silenzio. Comprendiamo che la mente, la ragione, la ratio umana incespica, inciampa, arranca, arretra, lungo l’erto e faticosissimo sentiero non tracciato del significato e della significanza del lessema “silenzio”.
La psiche attribuisce plurimi significati alla manifestazione silenziosa e plurime associazioni costruisce, secondo logiche attributive, predittive, socialmente partecipate (perché socio-culturalmente indotte e psico-evoluzionisticamente tradotte) o personalissime, individuali. In questa selva ospitale ma scurissima ci si introduce, quando con lumino fra le ombre alla mano, si cercano i nodi fra le sinuose maglie della rete del silenzio che ci avvolge.
Suono, rumore, silenzio
Cos’è il silenzio? John Biguenet si sofferma sulla medaglia e i suoi rovesci, osserva la luna e il lato oscuro della casta diva inargentata: il silenzio come sospensione volontaria della parola e il silenzio come solitudine (nei casi estremi il silenzio come abbandono, coercizione). Il silenzio rappresentato dalla parola impone, coarta, e il silenzio rappresentato dall’annullamento della parola, il silenzio “solido” della nostalgia e della melanconia.
Il testo Elogio del silenzio. Come sfuggire al rumore del mondo, si sofferma anche sul valore e sul senso che il significato del silenzio assume nell’arte – iconica, musicale, letteraria, drammatica – e sulla primaria importanza della gestualità, della mimica nella comunicazione del silenzio. In questo solco d’indagine divulgativa che l’autore percorre, credo possano bene inserirsi anche i paragrafi dedicati al silenzio nostalgico della fotografia e al silenzio indifferente e imperturbabile – per questo altamente perturbante – delle bambole e degli oggetti inanimati antropomorfizzati.
E ancora, la parola come rafforzamento del silenzio («mettere a tacere»), il silenzio come rafforzamento di patti, di legami (il silenzio e il mistero, il silenzio e il segreto…): non vi è silenzio senza parola e non vi è parola senza silenzio. La loro esistenza è duplice e mutua, coesiste nella scansione ritmica di pausa e suono, parola e silenzio: la presenza di una segna la preesistenza dell’altra e viceversa, scambievolmente. Il suono può esistere solo a partire dall’esistenza del silenzio, il silenzio solo dalla preesistenza della parola: un ciclo infinito.
Cos’è allora il silenzio? La domanda ora, dopo queste brevi righe, potrà forse già apparire a tutti per niente banale, niente affatto semplice.
Il testo di John Biguenet, può offrire chiavi di riflessioni, spunti d’indagini, sulla questione e sul concetto di suono, silenzio, rumore.
Fonte immagine in evidenza: Il Saggiatore