Franck Thilliez, Il Sogno: la recensione

Thilliez

Thilliez, Il Sogno: la recensione

Il Sogno di Franck Thilliez rappresenta il prototipo di thriller che sconvolge ed entusiasma; scorrevole nella lettura, intrigante nelle ipotesi che invita a formulare ma soprattutto sorprendente nel finale, in quanto il lettore pensa di avere tutte le carte in mano, pronto ad unire i puntini e vincere la partita, invece Thilliez abilmente ribalta, cambia, inscena ciò che la mente non aveva previsto. Al centro della storia, Abigaël, una donna, una psicologa stimata, una narcolettica con la specialità di mescolare sogno e realtà, costantemente alla ricerca del controllo di se stessa, per avere una maggiore presa sulla quotidianità di cui si circonda e sul suo passato avvolto nel mistero. L’indagine narrata pone sotto i riflettori un rapitore seriale di bambini, che annuncia ogni scomparsa, servendosi di uno spaventapasseri con addosso gli abiti del bambino precedentemente rapito. Un lavoro di investigazione condotto insieme a Frédéric, poliziotto e fidanzato della protagonista, che nasconde un pezzo di verità della travagliata vita di Abigaël, svelata man mano che si procede con la lettura delle pagine, in maniera velata. Un libro dalla grande mole, 510 pagine circa, diviso come un vero e proprio puzzle, in cui ogni dettaglio, numero, cronologia acquista un valore simbolico, necessario ai fini della riuscita del caso: in tale modo, il lettore diviene presenza attiva, poiché ha il ruolo di essere vigile ed attento a non perdersi nessun indizio se vuole unire i tasselli ed arrivare ad una possibile soluzione; l’essere svegli è dunque il leitmotiv del thriller, sia per quanto riguarda la parte narrativa, sia per quanto concerne la dimensione del lettore; altro ruolo fondamentale lo giocano i libri, intesi come oggetti che custodiscono e svelano. È da sottolineare la bravura dell’autore a non far calare l’attenzione, producendo la sensazione che ogni passo in avanti all’interno del libro possa essere inteso sia come un sogno sia come la realtà circostante. Merita un approfondimento la malattia di Abigaël, una grave forma di narcolessia che ricorre nel testo attraverso l’alternanza di sogni e realtà, di passato e presente, scanditi da una linea guida temporale, che consente al lettore di non perdersi tra i due mondi, ma anzi di integrare l’uno con l’altro, affinché si componga un quadro completo, non soltanto della storia di investigazione sui rapimenti, ma anche del modus operandi dell’antagonista e della vita della psicologa così attanagliata dal dramma.

La linea sottile tra sogno e realtà

Il Sogno appartiene come si evince, alla letteratura gialla, essendo un thriller psicologico-investigativo, composto abilmente dalla penna dell’autore francese Thilliez, che struttura il suo libro attraverso tre parole cardine: sogno – ricordo – realtà. Il labile confine che si muove tra sogno e realtà, è ricalcato dalla parola ricordo, un ricordo dell’essere stati svegli, a testimonianza di aver vissuto davvero una serie di esperienze e non aver confuso l’esistenza con ciò che accade durante il sogno. Scrive infatti Thilliez: «cosa siamo senza memoria, senza ricordi, senza i volti e le voci che hanno accompagnato la nostra vita? Solo un puntino sulla curva del tempo? Un fiore che si è dischiuso, ma senza profumo né colore?». Chi è in perenne lotta con la verità di ciò che ha vissuto, come la protagonista, ha bisogno di un contatto fisico con il reale, anche se tale approccio può essere nocivo, nonché lesionista.

La copertina è simbolo di ciò che il lettore sta per affrontare, in linea con la tendenza thriller, visibile anche grazie alla scelta cromatica del rosso di sfondo e del nero che delinea le figure. L’aspetto dark presente nel testo comunica bene quindi con ciò che è la parte di art work. Il dark side di questo libro invece è la traduzione italiana, in quanto i refusi e gli errori sono numerosi e spesso danneggiano la concentrazione, più che necessaria per non perdere porzioni importanti di testo, nonché per entrare dentro la storia fino in fondo ed empatizzare davvero con Abigaël.

[Foto del sito Fazi Editore]

Altri articoli da non perdere
Empirium: la trilogia di Claire Legrand | Recensione
Empirium: la trilogia di Claire Legrand

Empirium: la trilogia di Claire Legrand, composta da 3 libri e una novella pubblicate dal 2018 al 2020, è una Scopri di più

”La fragilità degli onesti” di Francesco Lisbona
Francesco Lisbona

Francesco Lisbona presenta come romanzo d’esordio ‘’La fragilità degli onesti’’ scoprendo le increspature del passato lasciate come segni indelebili sui Scopri di più

Filologia delle cose non dette, Auricchio I Recensione
Filologia delle cose non dette

Il Quaderno edizioni ha pubblicato il 14 aprile scorso Filologia delle cose non dette, primo romanzo di Federica Auricchio. Classe Scopri di più

Giuseppe Plazzi e le sue storie sui disturbi del sonno | Recensione
Giuseppe Plazzi e le sue storie sui disturbi del sonno

Tra i titoli messi a disposizione dalla casa editrice Il Saggiatore per fuggire la noia che mina la nostra resistenza Scopri di più

Rossella Montemurro presenta Calci e pugni sul tetto del mondo
Rossella Montemurro

È stato pubblicato lo scorso febbraio, per conto di Altrimedia Edizioni, “Calci e pugni sul tetto del mondo. Biagio Tralli, Scopri di più

Il tempo della speranza, di Brigitte Riebe | Recensione
Il tempo della speranza

Brigitte Riebe è nata a Monaco nel 1953. Dopo il liceo, ha studiato all'Università di Monaco, dove ha conseguito un Scopri di più

A proposito di Alessandra Nazzaro

Nata e cresciuta a Napoli, classe 1996, sotto il segno dei Gemelli. Cantautrice, in arte Lena A., appassionata di musica, cinema e teatro. Studia Filologia Moderna all'Università Federico II di Napoli.

Vedi tutti gli articoli di Alessandra Nazzaro

Commenta