Guerra, il romanzo ritrovato di Céline | Recensione

Guerra Céline

«Per pensare, anche un minimo, mi ci dovevo mettere a spizzichi e bocconi come quando due si parlano al binario di una stazione quando passa un treno. Un pezzetto per volta di pensiero ben fatto, uno via l’altro. È un esercizio che stanca vi assicuro. Adesso sono allenato. Vent’anni, uno impara, Ho l’anima più dura, come un bicipite. Non ci credo più alle scorciatoie. Ho imparato a fare musica, sonno, perdono e, come vedete, anche bella letteratura, con piccoli tocchi d’orrore strappati al rumore che non finirà mai più. Lasciamo perdere.» (Guerra, Louis-Ferdinand Céline)

Guerra è un romanzo di Louis-Ferdinand Céline – pseudonimo di Louis-Ferdinand Destouches – pubblicato nel 2022 in Francia dall’editore Gallimard ed edito in Italia da Adelphi nella traduzione di Ottavio Fatica. Il romanzo fa parte di una serie di manoscritti sottratti allo scrittore francese negli anni ’40 quando, a seguito dell’avanzata degli Alleati all’interno del territorio francese, egli fu costretto a fuggire prima in Germania e poi in Danimarca, ove rimarrà fino al 1951. Guerra vide la sua prima stesura nel 1934, due anni dopo la pubblicazione di Voyage au bout de la nuit (Viaggio al termine della notte), e racconta eventi occorsi durante il tempo della narrazione del capolavoro céliniano, ma che non vengono in esso descritti; Guerra, infatti, inizia nel momento subito successivo all’infortunio alla testa subito da Ferdinand Bardamu – alter ego di Céline e protagonista della gran parte delle sue opere – e copre il periodo della sua convalescenza fino alla partenza per Londra con Angèle, moglie del defunto commilitone di Ferdinand, al quale ci si riferisce in prima battuta con il nome di Bèbert, poi con quello di Cascade; gli eventi successivi alla partenza per la capitale britannica vengono narrati in Londres, un altro inedito pubblicato nel 2022 e in corso di stampa presso la stessa Adelphi.

Nonostante la sua brevità e incompiutezza, in Guerra troviamo tutti gli elementi salienti della produzione céliniana: dalla prosa coincisa, dissacrante, un misto di linguaggio forbito e argot intriso di humor nero, alla trattazione di temi di matrice autobiografica; la Grande Guerra fu per Céline un vero e proprio trauma, e contribuì allo sviluppo della sua concezione dell’esistenza umana, profondamente intrisa di nichilismo e di pessimismo, ma allo stesso tempo piena di compassione ed empatia per la sofferenza altrui. In Céline troviamo sempre una maniera di descrivere la realtà che nessuno scrittore, antecedente o successivo, riesce ad eguagliare: un ritratto impietoso, cinico, ma non per questo disumano, tutt’altro; nel Voyage, per esempio, nessuno viene risparmiato dal cinismo dell’autore, con l’eccezione però di due personaggi: Molly, prostituta che Ferdinand incontra negli Stati Uniti, e Alcide, colonizzatore francese che il protagonista conosce durante la sua permanenza nel continente africano. Essi rappresentano l’unico bagliore in quella notte fonda che è la vita, in quanto gli unici capaci di amare incondizionatamente in un mondo dominato dall’interesse e dal profitto; Molly è l’unica ad amare davvero Bardamu, e si differenzia dalle altre amanti del protagonista per la sua genuinità e il suo carattere sincero, mentre Alcide «[…] dava del tu agli angeli, ‘sto ragazzo, e aveva l’aria di niente. Aveva offerto quasi senza un dubbio a una ragazzina vagamente apparentata anni di tortura, l’annichilimento della sua povera vita in quella torrida monotonia, senza condizioni, senza mercanteggiare, senz’altro interesse che quello del suo buon cuore. Offriva a quella ragazzina lontana tanta tenerezza da rifare il mondo intero e questo non si vedeva. […] Però non sarebbe poi tanto male se ci fosse qualcosa per distinguere i buoni dai cattivi.» In Guerra non vi sono, in realtà, personaggi del calibro di Molly e Alcide, e vi è quindi spazio solo per gli episodi grotteschi vissuti durante la convalescenza con Bèbert o con l’infermiera L’Espinasse; nel tratteggiare questi avvenimenti, Céline non si tira indietro dall’utilizzare un linguaggio estremamente diretto e talvolta volgare, soprattutto nelle scene di sesso, e inscena senza pietà i litigi tra Bèbert e Angèle, così come sconvolge il lettore con la scena dell’obitorio. Approcciare l’opera di Céline vuol dire interfacciarsi con un tipo di letteratura che non si è mai incontrato prima; leggerlo significa procurarsi delle ferite profonde e laceranti, ma è l’autore che più si è avvicinato alla vera essenza della vita, restituendola nelle pagine di romanzi tanto sconvolgenti quanto fondamentali.

Céline tende talvolta a essere ignorato e dimenticato; è di certo uno scrittore atipico, ma furono soprattutto le sue opinioni antisemite – espresse in opere come il pamphlet Bagatelles pour un massacre – e la sua attività collaborazionista durante il secondo conflitto mondiale ad attirargli feroci critiche, anche dopo il rientro in patria all’inizio degli anni ’50. Scrittori come Sartre si auguravano venisse dimenticato e ignorato; tuttavia Céline ebbe anche il supporto di alcuni intellettuali europei come Albert Camus o Curzio Malaparte, oltre alla sconfinata stima degli esponenti della Beat Generation come Allen Ginsberg e Charles Bukowski, che lo definì «il più grande scrittore degli ultimi duemila anni». Alcune opinioni di Destouches sono senza alcun dubbio incondivisibili, ma non è necessario giustificare ogni presa di posizione di un autore per poterlo apprezzare; l’opera omnia di Céline va approcciata senza farsi condizionare, nel giudizio critico e letterario, dalle sue idee su determinati temi. Non ci resta allora altro che aspettare che Guerra venga seguito da altri romanzi inediti di Céline, aspettando trepidamente il momento in cui potremo avere tra le mani romanzi come Londres o La Volonté du roi Krogold.

Fonte immagine in evidenza: IBS

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One Comment on “Guerra, il romanzo ritrovato di Céline | Recensione”

  1. Concordo con la recensione e trovo Celine al di là di discutibili scelte di vita il più grande romanziere del ‘ 900…certamente autore non facile,ma creatore di uno stile unico e inconfondibile.

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