Il mistero Borromini, di Massimo Aureli | Recensione

Il mistero Borromini di Massimo Aureli: Recensione

Il mistero Borromini è un libro di Massimo Aureli, edito da Newton Compton.

Trama

“2 agosto 1667: l’architetto Francesco Borromini si getta a capofitto sulla propria spada, provocandosi una ferita che ne causa la morte dopo ore di agonia. Papa Clemente IX, insospettito dal gesto di Borromini, ordina al monaco francese Bernard de Rochefort di indagare. Forte delle sue spiccate doti investigative, Bernard scopre che la morte dell’artista è da imputare al nitrile, una sostanza che, se inalata, provoca allucinazioni e psicosi. Ma chi può aver avvelenato Borromini, e soprattutto per quale motivo?

Il mistero Borromini: tra storia e mistero

Un libro affascinante sin dalla prima pagina, intriso di mistero e molto coinvolgente, che regalerà emozioni uniche al lettore, sorprendendolo e lasciandolo col fiato sospeso.
Si tratta di un thriller storico, dove ogni episodio sembra mescolarsi, tingendosi ovviamente di mistero. Il romanzo nasce da un apparente suicidio che forse si rivelerà essere tutt’altro, ma lo si scoprirà solo proseguendo nella lettura.

Il mistero Borromini ha tutte le caratteristiche del romanzo giallo, ma è particolarmente moderno e si configura come un romanzo innovativo e sicuramente molto originale rispetto ai titoli canonici. 
La trama si concentra sul misterioso suicidio di Francesco Borromini, ma in realtà si basa anche su un altro elemento molto importante sul quale il lettore presto si troverà a riflettere.
È chiara sin da subito l’inimicizia tra Borromini e Bernini, fortemente in competizione tra loro; un rapporto aspro ed incrinato che probabilmente è alla base della morte di Borromini, nel 1669. Sembrerebbe infatti che Bernini fosse in qualche modo “coinvolto” nella drammatica vicenda.
Una trama apparentemente semplice quella costruita dall’autore Massimo Aureli, appassionato di storia antica, caratterizzata da episodi spesso equivoci e sfuggenti, contornati da interrogativi sui quali si dibatte e si indaga,nonostante la situazione molto ingarbugliata ed oscura.

Il mistero Borromini è un libro che mette d’accordo tutti, anche quanti non sono appassionati al genere letterario di appartenenza.
Ciò che sicuramente colpisce sin dall’inizio è quella particolare identità che allontana Il mistero Borromini dal genere del “giallo tradizionale”; il giallo classico prevede che per il lettore sia possibile arrivare alle medesime conclusioni logiche dell’investigatore, e quindi individuare il colpevole, analizzando gli stessi indizi sui quali l’investigatore costruisce le proprie deduzioni: questo genere di giallo si presenta come una “sfida al lettore”. In questo caso, indagare insieme al monaco francese Bernard de Rochefort, incaricato da Papa Clemente IX, non è facile; il personaggio dovrà avventurarsi in ambienti oscuri nei quali spesso non è facile entrare e lo fa creando mistero e brivido.

Si potrebbe dire che la trama de Il mistero Borromini si possa definire “magnetica” e al contempo “raffinata”, anche per la scelta di alcune ambientazioni, collocate in un preciso momento storico, affascinante e attraente, all’interno della quale tutto è pervaso da un forte senso di angoscia. L’indagine per scoprire se Borromini si sia tolto la vita o sia stato ucciso crea un vero e proprio – capovolgimento emotivo – del lettore, generando tensione e dando fluidità alla trama. 

Fattori ambientali di natura letteraria e storica si mescolano abilmente in un complesso gioco di parti, dove tutto sembra convergere in direzioni differenti.
Parlare di storia, romanzandola, non è di certo facile, ma l’autore riesce nel proprio intento, creando un libro unico nel suo genere, dinamico ed avvincente.

Senza troppi fronzoli, senza divagare, con espedienti propri della storia e anche della letteratura.

Tutto convergerà verso un finale che lascerà senza parole e di certo non deluderà le aspettative dei lettori. 

 

Immagine in evidenza: Newton Compton Editori

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