Tra poesia e quotidianità: un inedito Valentino Zeichen in Diario 1999

Tra poesia e quotidianità: un inedito Valentino Zeichen in Diario 1999

A due anni e poco più dalla sua scomparsa, Valentino Zeichen rivive nella raccolta Diario 1999, pubblicata dalla Fazi editore. Un’opera di poesia e riflessioni, ma non solo: stralci di vita quotidiana che permettono al lettore di viverla con gli occhi di Zeichen.

Chi è Valentino Zeichen?

Il poeta, che conosciamo come Valentino Zeichen all’anagrafe e che porta il nome di Giuseppe Mario Zeichen, è nato a Fiume nel 1938 ed è venuto a mancare il 5 luglio del 2016, per colpa di un infarto. Zeichen, che lasciava spesso che tanto la mente quanto l’istinto parlassero al suo posto, è stato uno dei personaggi letterari più affascinanti e controversi che la nostra storia moderna abbia conosciuto. Parliamo di un uomo il cui tratto distintivo erano degli improbabili sandali di cuoio, un uomo che da quando si traferì a Roma fino all’ultimo dei suoi giorni ha vissuto in una baracca sulla via Flaminia (oggi la Casa del Poeta, spazio gestito dalla Capitale, presso cui è stata organizzata, lo scorso 4 lulgio, la prima presentazione proprio della raccolta Diario 1999), un uomo che si autoelesse giudice unico della prima edizione del riconoscimento poetico che ancora oggi è il Premio Zeichen. Un uomo unico, che ha vissuto, sperimentato e raccontato di tutto ciò che gli attraversava la pelle. Nessuno, neanche la storia, potrà toccarlo con i suoi giudizi.

“Non parlo di mondi onirici. Nella mia poesia entra la comicità, l’ironia, la precisione. Ci sento lo zampino della matrigna, e quindi la diffidenza verso il sentimento. O meglio: verso la menzogna del sentimento. Esiste una purezza della poesia alla quale sono fedele: l’esclusione del cuore. Non mento mai”, confessava ad Antonio Gnoli in un’intervista per Repubblica, e non ha tradito il suo modo di pensare e percepire la poesia neanche nelle sue riflessioni di ogni giorno. L’amarezza del tempo che passa coesiste con la voglia di stare al centro del proprio tempo, così come il sole che sorge e “la luna che tramonta”, come si legge in uno stralcio di poesia raccolta nell’opera messa su dalla Fazi editore, sono momenti di naturale bellezza che non va assimilata come scontata, sono punti da cui partire, sono spunti per la mente per vagare ancora. I versi di Zeichen sono ragionati, sono frutto dell’istinto della ragione, sono la verità che non conosce sovrastrutture e abbellimenti. Unico nel suo genere, di quell’onestà che ricorda D’annunzio e di quell’impegno intellettuale che nasce con Petrarca, il modo in cui Zeichen fa poesia è spontaneo e al contempo mai superficiale: una profondità che Diario 1999 non smentisce, bensì conferma.

Un eterno Zeichen, quello del Diario 1999

Diario 1999 è un album di dettagli, di appunti di vita quotidiana, un insieme di pezzi che hanno composto un anno tra i tanti: da venerdì 1° gennaio, festeggiando l’inizio dell’anno nuovo a casa di Carla Accardi (la pittrice delle “Pietrose distanze”, la raccolta di suoi dipinti accompagnati dai testi di Zeichen e dell’amico Achille Bonito Oliva), fino al 30 dicembre, con gli auguri per il nuovo anno lasciatogli sulla segreteria telefonica dal suo dentista. La Fazi editore ha classificato Diario 1999 tra i romanzi, nonostante l’opera abbia una struttura ben lontana da quella romanzesca. Si tratta, infatti, di un vero e proprio diario, in cui ad ogni giorno corrisponde l’annotazione di un evento, di un pensiero, una poesia inedita o una recensione di un film. È un libro che dà l’opportunità di conoscere un lato di Valentino Zeichen più ordinario e vicino all’uomo comune: lui, così stravagante e sagace, è lo stesso uomo che fa pettegolezzi, cena con gli amici, prende il raffreddore e vola con Alitalia per andare a Pechino.

Vi offriamo un piccolo sguardo a ciò che troverete in questa raccolta con la poesia di lunedì 11 gennaio, rime eloquenti, finestra aperta sulla poetica di Valentino Zeichen, tra la sua formazione culturale e una connaturata originalità:

Se solo volessi fingere

voli pindarici in poesia,

saprei anche simularli

ma preferisco parodiare

piuttosto che fare l’albatros.

La dispettosità è più connaturata

al mio spirito che non l’elegia,

quando da cacciatore

fiuto il librarsi in volo

dei poeti argonauti.

Consigliato agli appassionati delle poesie di Zeichen e ai nuovi curiosi che hanno sentito per la prima volta parlare di quest’uomo eccezionale: Diario 1999 è una lente nuova con la quale leggere le sue poesie e lasciarsi travolgere da una personalità letteraria più unica che rara.

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A proposito di Ilaria Iovinella

Premessa: mai stata di poche parole, eterna nemica dell'odioso "descriviti in tre aggettivi". Dovessi sintetizzarmi, direi che l'ossimoro è una figura retorica che mi veste bene. Studio giurisprudenza alla Federico II, ma no, da grande non voglio fare l'avvocato. Innamorata persa dell'arte e della letteratura, dei dettagli e delle sfumature, con una problematica ossessione per le storie da raccontare. Ho tanto (e quasi sempre) da dire, mi piace mettere a disposizione di chi non ha voce le mie parole. Insomma, mi chiamo Ilaria e sono un'aspirante giornalista, attualmente impacciata sognatrice con i capelli corti.

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