La pizzeria Imperatore lancia Wine Vs Pizza, una sfida tutta da gustare!

La pizzeria Imperatore lancia Wine Vs Pizza, una sfida tutta da gustare!

Giovedì 19 luglio la pizzeria Imperatore ha inaugurato l’evento “Wine Vs Pizza”, dando il via ad un match all’ultimo sangue tra deliziosi ingredienti e vini raffinati, una lotta tutta campana tra gusti eterogenei. Allo scoccare del gong un incontro di dionisiaco valore ha delineato dei ghirigori di gusti con vino alla mescita, che in un brio di sperimentazione, ha richiamato in una sola serata quella che è la maggiore tradizione culinaria ed enologica campana.

Gli abbinamenti di gusto sono stati il tocco di raffinatezza della serata che non ha fatto sconti al palato, traducendo prelibati sapori in emozioni al sapore di terra e vicoli. Le pizze e le fritture, prodotti dalla pizzeria Imperatore, frutto di più di un secolo di tradizione nell’arte della pizza, pregni di ingredienti DOP, si sono miscelati a eccellenti vini di produttori campani, che sono scesi in campo a rappresentare le varie province.

Le aziende protagoniste sono state Tenuta Cavalier Pepe pepe, che con un rosato DOC  di Taurasi  ha rappresentato l’Irpinia; per il Sannio, l’azienda Castelle di Castelvenere (BN), che ha presentato una originale Falanghina DOP; per il salernitano,l’azienda Casula Vinaria con un vino spumante Brut.

“Wine Vs Pizza”: uno scontro di prelibati sapori alla Pizzeria Imperatore

Ad aprire il sipario della sfida è stato il vino “Chiena” di Casula Vinaria, un vino spumante che è la somma di tre vini bianchi, tutte e tre diversi tra loro: il Fiano, la Falanghina e la Malvasia. Con il “Chiena” ad avvicendarsi è stato il fritto della tradizione, composto da crocché di patate, frittatina di maccheroni e ciurilli (fiori di zucca pastellati, ripieni di ricotta e mortadella classica in vescica Slow Food e granella di pistacchio di Bronte).

Lo scontro di sapori in Wine Vs Pizza ha ottenuto il risultato sperato in questa prima fase della serata. I due cugini, Gennaro e Salvatore, proprietari della Pizzeria Imperatore, hanno presentato la fatidica sfida, delineando, anche con sprazzi di tecnicismo,  la sensazione ideale dell’interazione di gusto tra vino e cibo. Presupponendo la soggetività in materia di gusto, lo scopo di un buon vino è  quello di ripulire il palato in modo da spingere nuovamente ad un inebriante e soave morso di eccellenti sapori. Difatti, tra le bollicine dell’ ebbrezza del particolare vino spumante “Chiena” si sono rifugiati i sapori appetitosi delle fritture e da lì hanno spinto le nostre papille gustative a richiedere altri boati di paradisiaci sapori ed emozioni.

La sfida è continuata con la margherita, composta da pomodoro Bio, fior di latte di Vico Equense, basilico e olio Imperatore. Il vino che è sceso in campo è stato il beneventano “Kydonia” dell’azienda Castelle di Castelvenere. La Falanghina dal colore oro è un richiamo di sapori tipici della Falanghina, inframmezzati da un venereo tocco mieloso, che conferisce al vino quella sapidità dolce che ricorda visioni della antica Magna Grecia. La margherita, che in tutto il suo prelibato sapore di eccellenti ingredienti (caratterizzata da una  perfetta consistenza della pasta, fino a raggiungere un perfetto equilibrio) è stata sovrastata dalla forza prorompente dell’aureo vino che ha effettivamente vinto.

Pizzeria Imperatore, pizza e non solo

Tuttavia, il tocco sperimentatore del mastro pizzaiolo si è venuto svelando con le ultime due pizze: La Peperina e Maialino nero. La prima composta con fior di latte di Agerola, peperoncini verdi campani, datterini gialli del Vesuvio, pecorino Re Nero, basilico e olio Imperatore, ha bilanciato di gran lunga l’irrefrenabile Falanghina “Kydonia”, portando il palato ad una nuova comunione di intenti con le papille gustative e ad un nuova gioia per i sensi. La seconda contenente fior di latte di Vico Equense, gorgonzola dolce La Tosi a cucchiaio, salsiccia di maialino nero casertano, scaglie di caciocavallo podolico Slow Food, cacao nero e basilico, si è scontrata con il rosato DOC irpino, Rosato del Varo, della Tenuta Cavalier Pepe, redistribuendo la potenza pregna di gusto  del caciocavallo e del gorgonzola con un delicato nettare roseo, ricavato dalle viscere di un terreno irpino da cui sgorga fiumi di vino come sangue nelle vene, un vino ora forte e denso, ma anche delicato e suadente, leggero e raffinato.

Tra un boccone ed un altro, la serata è stata allietata dalla voce e dalla chitarra del cantante napoletano Carlo Vannini, che con le melodie più famose della canzone napoletana, ha dato vigore e carica tradizionale, dipingendo l’atmosfera della serata con i colori della tradizione più viscerale.

Difficile stabilire in una sfida così equa, come quella di Wine Vs Pizza, e importante chi sia il vincitore. Di certo, possiamo stabilire all’unanimità un terzo vincitore della serata che è stato il nostro palato. In una kermesse del genere, di sapori così prelibati il palato diventa un luogo idilliaco, un rifugio dove si concentrano le nostre più belle sensazioni che un buon cibo restituisce. Un bucolico incontro di sapori dove il presente si trasfigura in una sorta di eden fatto di mare, terra e pizza.

A proposito di Antonio Forgione

Antonio Forgione nasce in Irpinia, nella valle d'Ansanto decantata da Virgilio, selvaggia terra che confina con la Puglia. Dopo il diploma si trasferisce a Napoli e lì si laurea in Lettere Moderne alla Federico II. Attualmente frequenta la specialistica in Filologia Moderna e coniuga gli interessi letterari con la scrittura creativa, amata e coltivata fin dall'infanzia. In passato ha partecipato a svariati concorsi letterari della sua terra, ottenendo buoni risultati. Il rapporto col suo territorio gli ha permesso di sviluppare una certa sensibilità, che riversa nei suoi scritti. Ama la città di Napoli, sua patria adottiva nella quale persegue una solida formazione letteraria.

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