La scrittura come vita: Jimmy l’Americano di Roberto Todisco

La scrittura come vita: Jimmy l'Americano di Roberto Todisco

Perché scriviamo? Perché «mi viene naturale», perché «mi aiuta sfogare i problemi su carta», perché «poi sto meglio». Solo alcune delle risponde tradizionali a questo quesito di non facile risoluzione. Roberto Todisco ci ha riflettuto molto: un viaggio interiore, e non poca esperienza alle spalle, oggi lo portano a rispondere con una certa fermezza. Roberto scrive perché «scrivere è una maniera di vivere tante vite, una vita duplicata all’infinito». Quando scrive, entra nella parte, nel mondo da lui creato, un universo che si affaccia su epoche diverse, dalle quali trarre tanto le verità della grande Storia, quanto le piccole sfaccettature della vita di ogni giorno.

In questa prospettiva Roberto Todisco, giovane scrittore napoletano, ha presentato con il supporto di Deborah Divertito della cooperativa di promozione editoriale Se.Po.Fa. e Martina Romanello dell’associazione Gioco, immagine e parole il suo romanzo d’esordio nel mondo editoriale nazionale: Jimmy l’Americano. Ad accompagnare la presentazione, varie sezioni di reading dei passi memorabili dell’opera di Roberto, vestito per l’occasione come tutti gli altri relatori in tema anni ’30. Ma facciamo un passo indietro.

Chi è Roberto Todisco?

Debuttante nel circolo letterario nazionale, il nostro autore napoletano ha rapporti con la scrittura fin dalla folgorazione, avvenuta sfogliando i Racconti di Hermann Hesse. L’esercizio della lettura lo ha condotto nei primi anni di liceo all’approccio alla poesia. La tensione continua alla riscrittura mentale dei romanzi che leggeva ha alimentato il percorso dalla semplice immaginazione di finali alternativi alla realizzazione di opere di stampo totalmente personale, non perdendo mai d’occhio l’obiettivo della scrittura: parlare agli altri. Non concorda Roberto con la corrente di pensiero di coloro che scrivono unicamente per se stessi (se davvero ci sono).

È grazie alla sua spinta alla comunicazione che oggi abbiamo di Roberto Todisco esperienze editoriali come Pareva un destino, racconti brevi, vincitore della menzione speciale nella raccolta Radici emergenti, e una raccolta di poesie. Il 9 dicembre si è festeggiato con una presentazione all’avanguardia il debutto del suo primo grande romanzo, pubblicato dalla casa editrice romana Elliot. I contatti ottenuti con la casa editrice di spicco, sono il frutto di un’ulteriore menzione speciale, per la quale Roberto Todisco dovrebbe essere considerato un vanto del panorama culturale napoletano, finalista dell’edizione 2017 del Premio Letterario “Italo Calvino.

Jimmy l’Americano: l’opera

Dopo un lungo e intenso lavoro di editing, iniziato immediatamente dopo la premiazione, in questi giorni ha visto la luce Jimmy l’Americano. L’opera si ambienta negli anni trenta del ‘900, per quanto sia ricca di riferimenti dinamici nei periodi storici precedenti e successivi. Il carattere storico è la cornice dei suoi personaggi, tra i quali spicca Giacomo, detto Jimmy o l’Americano per il suo sogno, quello di trovare finalmente un luogo che rispecchi il suo modo di essere, da lui rintracciato nel Nuovo Continente. Un sogno che si rispecchia in un’accesa determinazione in ogni aspetto della vita, anche nell’amore, quell’amore che porta allo struggimento, o, come poi comprenderà dai suoi studi di medicina, alle extrasistoli.

Jimmy è piacente, è cucito nella trama di un amore impossibile per una donna sposata, Teresa, coltivato in un momento di lontananza del marito Italo. Jimmy è un nome parlante: soprannome datogli per il suo ardore per il mondo americano, è manifesto di una delle tante passioni che Roberto Todisco nutre e porta in auge nel suo romanzo: il cinema. In particolare, «Truffaut mette in scena i mei pensieri». Quest’amore centellinato in tre personaggi era scheletro dell’opera Jules e Jim dello stimato regista. Messaggio di Truffaut è che l’amore non è possibile fuori dalla coppia. Con il suo romanzo, intriso della sua passione per il cinema, Roberto prova ad andare oltre, approfondendo e indagando l’animo sconquassato di tre personaggi in balia degli eventi, di un vento di guerra che spegnerà le fiaccole più lucenti.

La citazione cinematografica non è fine a se stessa o semplice specchio di una passione che accompagna Roberto Todisco da sempre. Lo scrittore e le relatrici di questo incontro di presentazione hanno sottolineato l’effetto di forte omogeneità che si crea dalla commistione di scrittura e fotogrammi cinematografici, fino a una scrittura che rasenta la sceneggiatura, così dettagliata nella descrizione dei movimenti di scena e nei dialoghi dei singoli personaggi, mai parole singole, sempre incastrate tra loro. Caratteristiche che non permettono di abbandonare la lettura neanche per un momento.

Fluida e lineare, dall’effetto di realismo e talvolta minimalismo che ne accentua l’immediatezza. Roberto Todisco crede in questa forma di scrittura, nata dalla costante e meticolosa cura che poco ha della naturalezza che ne traspare. L’impegno che Roberto profonde in tutto ciò che fa si palesa nelle attività che ha portato avanti proprio al NEST, teatro del quartiere di San Giovanni dove si è tenuta la presentazione. Basti pensare al festival Moviemmece, o alla collaborazione con l’associazione Le Tribù, presente all’evento di presentazione con le sue prelibatezze. Ultimo tassello, di questo cuore coraggioso di Napoli è La bottega delle parole, che già tra gli scaffali del suo accogliente negozio è pronta a offrire ai lettori Jimmy l’Americano.

Una storia che ha a che fare con i sogni, la storia di una delle vite di Roberto Todisco.

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A proposito di Carolina Borrelli

Carolina Borrelli (1996) è iscritta al corso di dottorato in Filologia romanza presso l'Università di Siena. Il suo motto, «Χαλεπὰ τὰ καλά» (le cose belle sono difficili), la incoraggia ogni giorno a dare il meglio di sé, per quanto sappia di essere solo all’inizio di una grande avventura.

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