La figura femminile nel Grande mare dei Sargassi

La figura femminile nel grande mare dei sargassi

Il Grande mare dei Sargassi è un romanzo del 1966 di Jean Rhys. Nonostante sia stato pubblicato solo in seguito, Il Grande Mare dei Sargassi costituisce una sorta di prequel del romanzo Jane Eyre di Charlottee Brontë. In questo modo, in un contesto postcoloniale, ciò che fa Jean Rhys è dare voce alla figura femminile nel Grande Mare dei Sargassi.

La figura femminile nel Grande mare dei Sargassi in relazione a Jane Eyre

In Jane Eyre, Bertha non è altro che un personaggio puramente funzionale alla trama e subalterno agli altri personaggi; il suo scopo è sia creare parte dell’atmosfera gotica e misteriosa che circonda Thornfield Hall e Rochester, che, soprattutto, portare avanti la storia d’amore tra i protagonisti. La donna, di cui Rochester sembra prendersi segretamente cura, viene descritta come una folle ma la sua presunta pazzia non viene mai indagata; piuttosto sembra essere una caratteristica naturale della donna. Ma chi è Bertha Mason prescindendo dal forte colonizzatore bianco e marito caritatevole Rochester? Stando alla lettura di Jane Eyre, nessuno. Jean Rhys, focalizzandosi sulla figura femminile nel Grande mare dei Sargassi, invece, ha voluto raccontare la storia di Bertha, essendo lei stessa creola proveniente dalla Dominica e potendo quindi raccontare la storia dal punto di vista culturale vero e proprio dell’oppresso. Questa volta a dipendere dall’altro è Rochester il cui nome non appare mai in prima persona. Allo stesso tempo però la protagonista, Antoinette Cosway, viene trasformata in vittima dal fantasma di sua madre la cui eredità grava sulle sue spalle. Difatti, tutti i personaggi maschili fanno sempre riferimento ad Antoinette come Bertha, utilizzando dunque l’appellativo materno. Antoinette vive quindi nel terrore di aver ereditato la follia della madre e di conseguenza il suo bisogno di affetto e il timore di non essere abbastanza si trasformano in ossessione. Ma grazie a Rhys la figura femminile nel Grande mare dei Sargassi, in questo caso Antoinette, riesce ad avere una forza comunicativa tale da rendere la sua voce l’io narrante del romanzo. Adesso è il suo punto di vista a farsi valere e lo straniero, erroneamente accolto come il pretendente perfetto, è Rochester.

La dualità della figura femminile nel Grande Mare dei Sargassi

Antoinette è un personaggio profondamente duale. Dal punto di vista identitario, il personaggio non appartiene esclusivamente a un solo mondo: è per metà caraibica e per metà bianca. Allo stesso tempo però il contrasto razziale bianco-nero è metafora dell’opposizione tra razionalità e follia. Pagina dopo pagina, Rhys affida ad Antoinette un’irrefrenabile voglia di identificazione in un unico e solo universo ma ciò che sembra non essere chiaro è la complementarità dei due elementi; si tratta di due poli opposti ma in quanto tali necessari l’uno all’altro. Questo crea di conseguenza un forte senso di disorientamento in Antoinette che per questo motivo si interroga più volte sulla sua identità fino ad arrivare a dubitare della sua stessa nascita.

Così facendo, in un contesto post-coloniale e soprattutto in una società fortemente discriminatoria verso la donna, Jean Rhys riesce a dare una voce alla figura femminile nel Grande mare dei Sargassi attraverso il personaggio di Antoinette, che si identifica come esemplare di donna nella società dell’epoca.

Fonte immagine: Adelphi editore

A proposito di Sara Falcone

Vedi tutti gli articoli di Sara Falcone

Commenta