La ragazza dietro al filo spinato | Recensione

La ragazza dietro al filo spinato | Recensione

Una storia d’amore e coraggio ambientata nell’Olanda della Seconda guerra mondiale.

Da poche settimane è disponibile nelle librerie “La ragazza dietro al filo spinato”, il nuovo romanzo di Imogen Matthews pubblicato per Newton Compton Editori. L’autrice è una giornalista inglese, legata da sempre all’Olanda, paese in cui è nata e di cui era originaria sua madre. Scrive per lo più libri ambientati nei Paesi Bassi durante la Seconda guerra mondiale, epoca di cui è appassionata studiosa

La ragazza dietro al filo spinato, la trama

Olanda, 1944. Nella cittadina di Amersfoort, Saskia e il suo fidanzato, Frans, assistono inermi alle deportazioni naziste. Con gli occhi colmi d’orrore osservano uomini e donne strappati alle loro case, condotti verso un destino spaventoso. La guerra, che fino a pochi giorni prima non li aveva toccati direttamente, è più vicina che mai. Dovranno così fare i conti con una nuova quotidianità, in cui il cibo scarseggia e i blitz nel negozio del padre di Saskia, sospettato di avere origini ebraiche, sono continui. Frans è addirittura costretto ad avventurarsi nel campo di concentramento allestito nelle vicinanze, alla ricerca di scarti alimentari per la fattoria di famiglia. È proprio durante una di quelle spedizioni che un prigioniero lo implora di consegnare una lettera ai suoi cari. Frans sa che accettare significa rischiare la vita, ma non può dire di no. E così fa uscire di nascosto la lettera e, con l’aiuto di Saskia, la recapita ai destinatari ottenendone una risposta da consegnare al prigioniero.

Ben presto i messaggi si moltiplicano e a ogni lettera Saskia e Frans rischiano sempre di più, ma non possono rinunciare al tentativo di tenere viva la speranza di chi si trova nell’inferno del lager. Quando anche Saskia viene trascinata nel campo con una stella gialla cucita sui vestiti, Frans sente il mondo crollargli addosso, ma sa che il loro amore è più forte di tutto…

La ragazza dietro al filo spinato, recensione

Sono tanti i romanzi che cercano di ricostruire l’orrore della Seconda guerra mondiale, combinando in un unico congegno narrativo fatti storici realmente accaduti e finzione romanzesca. “La ragazza dietro al filo spinato” è sicuramente tra questi. Il libro, infatti, è ispirato a una storia vera, sulla quale l’autrice ha ricamato una trama nella quale agiscono alcuni personaggi che traggono spunto da uomini e donne realmente esistiti, mentre altri sono d’invenzione. Eppure, questo romanzo si distingue dagli altri poiché affronta con una prospettiva particolare i drammatici avvenimenti dell’invasione nazista, la sofferenza e le atrocità vissute da chi ha subito la reclusione nei campi di concentramento.

Infatti, le storie di Frans, Saskia e Theo che si intrecciano nel corso della narrazione hanno qualcosa in comune: il coraggio, il desiderio di aiutare chi è più in difficoltà, anche a costo di mettere in pericolo la propria stessa vita. I tre ragazzi vivono i momenti più drammatici della guerra: la fame, le restrizioni, la paura di essere accusati ingiustamente dai nazisti e finire reclusi a Kamp Amersfoort, da dove provengono storie di terribili torture e maltrattamenti ai prigionieri. In un modo o nell’altro, il loro sembra essere un destino tragicamente già scritto e, nonostante ciò, l’amore riesce sempre a fiorire, anche tra le macerie e la distruzione della guerra: quello di Frans e Saskia è un sentimento potente, coraggioso, immortale, la cui fiamma non si spegne, neppure dietro il filo spinato del campo dove viene rinchiusa Saskia.

I tre protagonisti non hanno intenzione di assistere inermi all’orrore, vogliono poter fare la loro parte per poter alleviare, soprattutto, le sofferenze dei prigionieri del campo. Così allestiscono una vera e propria rete di aiuti e lo fanno con coraggio e determinazione, senza perdersi d’animo neppure dinanzi al pericolo di essere scoperti e finire loro stessi tra i prigionieri. Una storia d’amore, di solidarietà e fratellanza umana che ha tanto da insegnare a noi lettori, soprattutto nei tempi difficili che stiamo vivendo negli ultimi anni. Le vicende de “La ragazza dietro al filo spinato” suggeriscono come, anche quando il male più assoluto sembra prendere il sopravvento, c’è sempre la speranza che il bene possa trionfare, che anche un gesto che può sembrare piccolo possa fare la differenza, come quello di Saskia e Frans che diventano corrieri di lettere e beni di prima necessità per i prigionieri.  E nei libri di storia sono incisi i nomi di chi ha combattuto in prima linea, ma ci sono tante persone come Frans, Saskia, Theo che silenziosamente hanno agito per opporsi alla follia del regime nazista.

Con una scrittura semplice, lineare ma che lascia spesso spazio alla suspence e alla tensione, la Matthews è riuscita a portare in un’opera romanzesca il ritratto di un Paese come l’Olanda, in un’epoca buia come quella della Seconda guerra mondiale. I suoi personaggi sono ben caratterizzati e hanno una vita interiore tutta da esplorare, per comprendere la forza di chi lotta oggi giorno per la libertà propria e del proprio popolo.

Fonte immagine: Newton Compton Editori.

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A proposito di Alessandra Nazzaro

Nata e cresciuta a Napoli, classe 1996, sotto il segno dei Gemelli. Cantautrice, in arte Lena A., appassionata di musica, cinema e teatro. Studia Filologia Moderna all'Università Federico II di Napoli.

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