La rosa perduta di Shanghai | Recensione

La rosa perduta di Shanghai. Recensione

La rosa perduta di Shanghai è un romanzo di Weina Dai Randel edito da Newton Compton.

Trama

1940. Aiyi Shao ha ereditato quello che un tempo era il night club più in voga di Shanghai. Ernest Reismann è invece un ebreo scappato dalla Germania, che spera di potersi rifare una vita in città, dove sono già presenti altri rifugiati. D’un tratto, grazie ad una serie di vicissitudini e a quella che si può definire una vera e propria combinazione, i destini dei due personaggi s’incrociano.
I due si conoscono, danno vita ad importanti progetti, ma le difficoltà sono in agguato e come spesso accade, vengono alla luce una serie di differenze culturali tra i mondi cui Aiyi e Ernest appartengono.

La rosa perduta di Shanghai: tra storia e realtà, la potenza della scrittura

Quell’apparente modo di vivere conciliante, amorevole, quasi accomodante, man mano si sgretola e i due dovranno compiere una serie di scelte non sempre facili, che daranno forte spessore al romanzo”.

La rosa perduta di Shanghai inizialmente potrebbe sembrare un romanzo di natura storica, anche perché descrive i disordini, ma anche le vicende sociali e cronologiche proprie di una società, nella quale tutto prende forma e vita. In realtà, ben presto il lettore si confronterà con una storia d’amore, non facile e per niente banale.
L’amore però si fa spazio tra le violenze perpetrate dai giapponesi: lo scenario storico è quello della Seconda Guerra Mondiale e la narrazione riesce ad assumere, grazie alla bravura dell’autrice, un tono diverso rendendo leggera la trama, anche se ricca di spunti di riflessione; un concentrato di elementi che catturano l’attenzione senza mai annoiare e soprattutto non appesantendo quanto si legge, con un dinamismo davvero particolare ed intenso.

L’identità e la particolarità de La rosa perduta di Shanghai mostrano che anche i romanzi storici riescono a toccare e far vibrare le corde più nascoste del cuore, emozionando e regalando forti suggestioni.
Lasciarsi coinvolgere da vicende, episodi e fatti storici non è facile, anche perché nella maggior parte dei casi si è soliti pensare che si tratti di cose che non appartengono più al presente, lontane (nel tempo, appunto) e nello spazio, oramai trascorse.
In realtà questo romanzo di Weina Dai Randel è la prova che la storia può affascinare ed infatti continua a farlo grazie a storie come questa. Un racconto fluido dalla scrittura semplice e spontanea, senza troppe pretese, accessibile a tutti.

La rosa perduta di Shanghai unisce la componente storica con gli aspetti propri della quotidianità, dall’amore alla musica, dal buio delle strade ai forti rumori, e propone un quadro preciso degli anni a ridosso dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico.
Così come “La città danzava in un circuito di ombre e vento”, allo stesso modo procedono l’immaginazione e la capacità dei lettori di catapultarsi in un mondo “lontano” come quello descritto, ossia nella narrazione vera e propria. Un amabile gioco di contrapposizioni e vicende, in un ambiente che non smette mai di sorprendere, con intensità, con una storia forte e potente, ben delineati, vividamente designati e di inesorabile bellezza.

Ricordiamo infine, che La rosa perduta di Shanghai si configura come un vero e proprio inno alle capacità femminili nel raggiungere i propri ideali.
Il messaggio è chiaro sin da subito: ognuno può e deve combattere per raggiungere i propri obiettivi e lo sanno bene i due protagonisti ma anche quanti vivono quelle terribili vicende storiche.

 

Immagine in evidenza: Newton Compton Editori

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