La moglie di Shanghai di Jean Moran

Jean Moran

Recensione di “La moglie di Shanghai”, il romanzo storico di Jean Moran

La moglie di Shanghai è un romanzo storico di Jean Moran, giornalista britannica e autrice di numerosi bestseller, recente pubblicazione della casa editrice Newton Compton. L’autrice trae ispirazione per i suoi romanzi dai racconti di sua madre, sopravvissuta agli anni della guerra, tematica che attraversa il romanzo, il primo edito in Italia di Jean Moran, che ripercorre gli anni tra il ’41 e il ’47 ad Hong Kong. 

Le vicende si aprono nel 1941 nella colonia di Hong Kong, precisamente nel quartiere di Kowloon, dove la dottoressa angloindiana Rowena Rossiter, in libera uscita in compagnia dell’amica Alice, infermiera, vive nella stessa sera e nello stesso luogo, il Connor’s bar, due incontri che cambieranno il corso della sua vita: Connor O’ Connor, il proprietario del bar, un soldato irlandese che col suo violino ed il canto incanta gli avventori del locale, e Kim Pheloung, un uomo misterioso, ricco e determinato a prendersi ciò che desidera. I due uomini, per quanto diversi, attraggono la donna in maniera ugualmente intensa proprio in virtù della loro diversità: da un lato la corte scanzonata ed irriverente del violinista-soldato, appassionato interprete di gighe irlandesi, dall’altro l’incanto magnetico di un uomo che non si ferma davanti a nulla e che ha tra le mani l’intera città, un uomo pericoloso di fronte al quale la dottoressa, abile sul lavoro quanto inesperta nei sentimenti, abbassa ogni barriera, nonostante sia stata allertata dei pericoli che corre. La Rowena degli inizi del romanzo è molto diversa da quella che diverrà: non è che una giovane donna che si lancia con speranza in ogni avventura e offre il suo aiuto lì dov’è necessario, guarda con speranza il futuro, vuole divertirsi e non bada troppo alle conseguenze, è una giovane intraprendente ma ingenua in un mondo dominato dagli uomini, un mondo del quale non conosce ancora i pericoli.

All’alba di Pearl Harbor, l’invasione giapponese di Hong Kong strappa all’incanto dei giorni sereni di Kowloon e fa piombare la colonia in un incubo di inaudita violenza ed orrore, che strappa alla donna la giovinezza, la serenità e la libertà, costringendola ad anni difficilissimi, di duro lavoro e soprusi nei campi di lavoro giapponesi. Il male subìto e reiterato indurisce Rowena, provata nel corpo e nello spirito, resa fragile dalla paura, dall’incertezza: la salvezza sembra sopraggiungere nel momento più buio e a tenderle la mano è colui che lei stessa, razionalmente, considera un pericolo. Ma come stabilire quale fra due pericoli sia quello maggiore, se perdere la vita a causa della miseria e della denutrizione al campo di lavoro o perdere la libertà, il diritto all’autodeterminazione, in una comoda gabbia dorata, che resta pur sempre una gabbia?

Il romanzo di Jean Moran descrive quadri di cruda violenza, è un romanzo di guerra e dolore, ma tocca il picco della brutalità quando affronta il tema del narcisismo e della manipolazione, della distorsione della volontà, piegata non dalle necessità ma da un ego più forte, da una personalità subdola e malvagia.
Rowena è, a seconda che sia Connor o Kim ad osservarla, una donna colta, la cui intelligenza ed il cui coraggio sono virtù da ammirare ed incoraggiare o una donna le cui virtù debbano essere schiacciate per dar vita ad una nuova Rowena da plasmare secondo la propria volontà: quanto più l’obiettivo da raggiungere è difficile, tanto più è soddisfacente raggiungerlo.
L’evoluzione di Rowena, plasmata dalle avversità, darà vita ad una donna profondamente diversa dagli esordi: una donna caparbia, razionale e determinata, indurita e rafforzata dal dolore, che non si sottomette al fato crudele né ad una volontà forte che vuole schiacciarne l’indipendenza e soggiogarla, porla sotto il proprio dominio, fisico e mentale.

Il romanzo segue le vicende dei tre protagonisti, separati dalla guerra: Rowena al campo di prigionia, Connor in battaglia, Kim dedito ai suoi traffici. Durante i duri anni della guerra, tra alterne vicende, le vite dei tre protagonisti si incrociano più volte e segnano svolte decisive nella vita della donna. Il violino che Connor affida a Rowena prima della separazione diverrà l’ancora alla quale l’uomo si aggrapperà per restare vivo: riavere indietro il suo violino e rivedere lei, anche a distanza di cent’anni ed in capo al mondo se necessario, per poter ricominciare lì dove le note si erano fermate; l’accendino prezioso che Kim ha prestato a Rowena la sera del loro primo incontro diviene il pegno che la lega all’uomo, il debito da scontare, costi quel che costi.

Un libro intenso e commovente, una storia difficile e drammatica di dolore e sofferenza, ma anche di speranza e riscatto.

A proposito di Giorgia D'Alessandro

Laureata in Filologia Moderna alla Federico II, docente di Lettere e vera e propria lettrice compulsiva, coltivo da sempre una passione smodata per la parola scritta.

Vedi tutti gli articoli di Giorgia D'Alessandro

Commenta