La storia prende il treno: l’esordio di Sophie Dubois-Collet

Sophie Dubois-Collet

Sophie Dubois-Collet: La storia prende il treno è il suo esordio

Alessandro Baricco nel suo libro Castelli di Rabbia dedica uno speciale capitolo al treno. In una manciata di pagine l’immagine della locomotiva è messa su da una serie di metafore che ne svelano l’essenza attraverso quello stile che è congeniale allo scrittore torinese: una prosa poetica che pare dissolversi per la sua leggerezza. Qui il treno è la culla fiocamente illuminata dei lettori:

«Sui treni, per salvarsi, leggevano. Linimento perfetto. La fissa esattezza della scrittura come sutura di un terrore. L’occhio che trova nei minuscoli tornanti dettati dalle righe la nitida scorciatoia per sfuggire all’indistinto flusso di immagini imposto dal finestrino. Vendevano, nelle stazioni, delle apposite lampade, lampade per la lettura. Si reggevano con una mano, descrivevano un intimo cono di luce da fissare sulla pagina aperta. Bisogna immaginarselo. Un treno in corsa furibonda su due lame di ferro, e dentro il treno un angolo di magica immobilità ritagliato minuziosamente dal compasso di una fiammella. La velocità del treno e la fissità del libro illuminato. […] Come nòcciolo di silenzio nel cuore di un boato».

Chi legge lo sa: il treno è forse uno dei luoghi privilegiati dai lettori e per i più allenati il rumore della ferraglia in movimento sui binari tace per tutto il tragitto ovattato com’è tra le pagine di un libro. È questa la meravigliosa sensazione a cui Sophie Dubois-Collet ci rimanda, facendocene provane nostalgia, con il suo esordio La storia prende il treno edito add editore nella traduzione di Enrico Pandiani: è il primo libro del 2021 pubblicato dalla casa editrice, il primo viaggio offerto in questo nuovo, faticoso anno ai suoi lettori.

Sophie Dubois-Collet e la storia che viaggia con uno dei suoi personaggi: il treno

Quello di Sophie Dubois-Collet non è un romanzo che si svolge su di un treno: mentre molti sono gli scrittori che hanno fatto del treno l’ambientazione dei proprio romanzi e che sono citati dall’autrice nel suo libro (come Agatha Christie ne “Assassinio sull’Orient Express“, definito dalla Dubois-Collet  “il re dei treni e il treno dei re“), La storia prende il treno è un saggio, storico, in cui il treno è il protagonista, un protagonista che si muove nel tempo, percorrendo a ritmo incalzante due secoli o forse più, dall’Ottocento fino ad oggi, dalla prima linea per il trasporto viaggiatori francese fino a Barack Obama che farà in treno lo stesso percorso fatto da Lincoln, in suo onore.

Citato ne La storia prende il treno da Sophie Dubois-Collet è Émile Zola con il suo romanzo “La bestia umana”: la citazione è, più che dovuta, inevitabile, poiché nel suo libro pubblicato nel 1889, Zola aveva fatto della locomotiva il personaggio principale dandole persino un nome, Lison, “per spingere la personificazione della macchina fino al parossismo”. È, meno similmente nei modi che nel concetto, quello che fa anche Sophie Dubois-Collet grazie alle accurate descrizioni che fa dei treni, i più belli del mondo, tutti costruiti per famosi personaggi e i cui decori mirano a riflettere le personalità delle autorità che ospiteranno. Basti pensare al treno voluto da Hitler, un treno bunker, una fortezza inespugnabile, soprannominato inizialmente Amerika, le cui carrozze in acciaio – la camera, il bagno, la sala riunioni – presentavano un arredamento austero così come lo era il Führer.

Lo sfarzo delle lussuose carrozze, da quelle decorate in Art Déco fino a quelle più moderne (è, tra le altre, approfondita la descrizione del treno speciale fatto allestire per il pontefice), nascondeva tuttavia gravi tragedie. Per Sophie Dubois-Collet e per i lettori che insieme a lei vorranno percorrere la storia del treno, questo significa rendere acuta la propria curiosità e, rinunciando alla commozione piacevole, fare i conti con l’orrore di deragliamenti e catastrofi; tra queste, quella che vedrà coinvolto, in un emozionante racconto, Charles Dickens.

L’accuratezza dell’autrice nel precisare le date, le ore e le circostanze esatte dei fatti, citando spesso articoli dei più importanti giornali francesi del tempo, tradisce lo zelo che Sophie Dubois-Collet ha dedicato al suo libro d’esordio e l’avidità del nominare quanti più fatti e personaggi possibili converge in una mole di contenuti esaustivi e, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, per niente noiosi. Ci fa appassionare, infatti, la scrittrice francese quando ci svela curiosità circa alcuni accadimenti legati ai grandi personaggi della storia: il treno della Regina Vittoria, quello di Napoleone III amante dei treni, la storia di Gandhi che proprio in treno decide che lo scopo della propria vita è praticare la pace e ancora il film sulla locomotiva dei fratelli Lumière definito da alcuni come il primo film horror e ancora quello di Hitchcok passando anche per la storia di Roma Termini, nata sulle terme di Diocleziano. Poi, i capitoli più intensi: quelli dedicati alla Seconda Guerra Mondiale. Sì, poiché il treno è un’arma a doppio taglio e nelle mani dell’uomo è un servo mostruoso soprattutto quando diventa arma da guerra.

Quando Baricco parlava dell’avvento della ferrovia come uno shock làddove il treno era la personificazione – mostruosa- della velocità ( «Ma il treno…quello era esatto, era tempo divenuto ferro, ferro in corsa su due binari, […] e soprattutto…era velocità… La velocità non perdonava»), non si allontanava troppo dall’evidenza emozionante e insieme spaventosa su cui riflette Sophie Dubois-Collet: lo sconvolgimento dell’ambiente, della vita e delle abitudini dell’uomo messo in atto dall’avvento della locomotiva.

In La storia prende il treno, Sophie Dubois-Collet traccia quindi un percorso ben preciso per svelare l’incanto di un mezzo di trasporto portatore di novità, ma anche di menzogna e illusione, di sviluppo e di tragedia, un mezzo che diviene il “fenomeno” che l’uomo osserva con stupore e che soprattutto vede partecipe al compimento del proprio destino: se il treno è “solo una macchina”, la sua genialità facilmente ce lo smentisce.

Fonte immagine di copertina: add editore

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