L’altare della paura di Jean Christòphe Grangè | Recensione

l'altare della paura

Jean Christòphe Grangè è tornato in libreria con il suo nuovo romanzo “L’altare della paura“, nel quale continuano le avventure del commissario Niémans e la fidata spalla Ivana, Come gli altri thriller di questo autore, anche L’altare della paura è stato pubblicato dalla casa editrice Garzanti. 

In questo nuovo capitolo, Niémans e Ivana si trovano ad indagare su una serie di morti che, apparentemente naturali, nascondono un oscuro segreto. L’azione si svolge all’interno di una comunità religiosa minoritaria: si tratta di una sorta di setta, conosciuta con il nome di Emissari, che vivono completamente isolati dal mondo esterno, dediti alla preghiera e al lavoro nelle loro vigne.  Quello degli Emissari è un mondo che sembra idilliaco, avulso da sentimenti quali l’odio e la vendetta. Eppure, è in seno a questa comunità “santa” che si manifestano le morti sospette sulle quali verranno chiamati a investigare i nostri. Ne L’altare della paura, Ivana Bogdanovic avrà uno spazio maggiore: sarà lei infatti, la piccola slava, ad infiltrarsi nella comunità fingendosi una lavoratrice stagionale, e sarà lei a portare alla luce il lato oscuro di questa realtà. 

L’altare della Paura- sinossi.

Nella cappella alsaziana di Saint-Ambroise si riesce ancora a udire il fragore che ha accompagnato il crollo improvviso della cupola e la morte del vescovo Samuel, il cui corpo giace ormai senza vita sotto le macerie. A un primo sguardo, parrebbe trattarsi di un semplice incidente. Ma da alcuni dettagli non è possibile escludere l’ipotesi di un omicidio. È questo che pensano il detective Pierre Niémans e il suo braccio destro, Ivana Bogdanović, non appena visitano la scena del disastro e scoprono che il luogo appartiene a una piccola comunità anabattista chiusa al resto del mondo. I suoi membri si fanno chiamare «vendemmiatori di Dio» perché vivono dei soli proventi di un vasto vigneto e si considerano gli unici emissari di un messaggio divino di purezza e integrità religiosa. Eppure, dietro una facciata di rettitudine e devozione, si cela una storia di rapporti coercitivi e malsani. Di promesse e giuramenti che non lasciano scampo. Di sacrifici che vanno oltre l’immaginabile e trovano la loro origine in un’interpretazione promiscua delle Scritture. Più Niémans e Bogdanović entrano in questa realtà fuori dal tempo, più si rendono conto di quanto sia difficile stabilire un confine tra bene e male, tra fede e fanatismo. Ma i due detective sono disposti a tutto pur di scoprire la verità. Anche a offrirsi come vittime sacrificali se serve a risparmiare vite innocenti ed evitare ulteriori spargimenti di sangue.

Grangè costruisce una storia avvincente, dalla trama incalzante e imprevedibile. Nel corso della lettura ci si troverà a cambiare continuamente idea, perdendosi nelle pieghe di una vicenda intricatissima fino all’ultima pagina. A rendere ancora più godibile una narrazione già di per sé apprezzabile è la scrittura di Grangé, brillante, sagace, ma anche riflessiva. L’autore è capace di trasportare chi legge all’interno della scena, facendogli vivere ogni evento in maniera vivida e, allo stesso tempo, gli permette di entrare nei pensieri dei personaggi, di cui viene sempre indagata, in qualche modo, la psiche. 

L’altare della paura è un romanzo da leggere tutto di un fiato, fino all’ultima parola.

Fonte immagine: Amazon.

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A proposito di marianna de falco

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