Il 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, abbiamo il dovere di ricordare le vittime dell’Olocausto. Con questo termine, dal greco holòkaustos (“bruciare interamente”), si intende il genocidio perpetrato dal regime nazista tra il 1933 e il 1945. Le vittime non furono solo i sei milioni di ebrei, oggetto di uno sterminio sistematico definito con il termine ebraico Shoah, ma anche oppositori politici, omosessuali, rom, testimoni di Geova e persone con disabilità. La letteratura è uno strumento potente per comprendere e non dimenticare. Ecco una selezione di 10 libri sull’Olocausto, suddivisi per genere, che rappresentano letture essenziali.
Indice dei contenuti
10 libri sull’olocausto per non dimenticare
Titolo e autore | Perché è una lettura essenziale |
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Se questo è un uomo – Primo Levi | La più lucida e potente analisi sulla disumanizzazione nel lager. Un capolavoro della letteratura mondiale. |
Scolpitelo nel vostro cuore – Liliana Segre | Un appello diretto alle nuove generazioni per farsi portatori della memoria. |
Diario – Anna Frank | Lo sguardo di un’adolescente sulla persecuzione, un simbolo universale di speranza spezzata. |
La bambina che non sapeva odiare – Lidia Maksymowicz | Una testimonianza unica sull’orrore vissuto dai bambini usati per gli esperimenti medici. |
La lista di Schindler – Thomas Keneally | La storia vera di come un uomo scelse di agire contro la barbarie, salvando oltre 1200 vite. |
Il bambino con il pigiama a righe – John Boyne | Un romanzo che esplora l’orrore attraverso lo sguardo dell’innocenza, da leggere con consapevolezza critica. |
La chiave di Sara – Tatiana de Rosnay | Un libro commovente che getta luce sul rastrellamento del Velodromo d’Inverno a Parigi e sul peso della memoria. |
Maus – Art Spiegelman | Un graphic novel rivoluzionario, vincitore del Premio Pulitzer, che ha cambiato il modo di raccontare la Shoah. |
La notte – Elie Wiesel | Un racconto straziante sulla perdita della fede e dell’innocenza di fronte al male assoluto. |
La banalità del male – Hannah Arendt | Un saggio fondamentale sulla responsabilità individuale e sul male compiuto da uomini comuni. |
Le testimonianze dirette: la voce dei sopravvissuti
Se questo è un uomo di Primo Levi è la cronaca lucida della prigionia nel campo di Monowitz. Con stile quasi scientifico, Levi analizza l’annientamento della dignità umana e la lotta per restare uomini. Scolpitelo nel vostro cuore di Liliana Segre è il racconto della sua deportazione da bambina e un appello ai giovani a farsi custodi della memoria. Il Diario di Anna Frank è uno dei documenti più letti al mondo, un simbolo della speranza di un’adolescente spezzata dalla barbarie. La bambina che non sapeva odiare di Lidia Maksymowicz è la storia incredibile della sua sopravvivenza nella baracca dei bambini usati per gli esperimenti del dottor Mengele. Infine, La notte di Elie Wiesel, insignito del Nobel per la pace, è un racconto straziante sulla perdita della fede di fronte all’orrore.
I romanzi: la finzione per raccontare la realtà
La lista di Schindler di Thomas Keneally, reso celebre dal film di Spielberg, narra la vera storia di Oskar Schindler, l’imprenditore nazista che salvò oltre 1200 ebrei. Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne esplora l’amicizia impossibile tra il figlio di un ufficiale nazista e un bambino ebreo prigioniero; un’opera potente ma da leggere con consapevolezza critica per via di alcune imprecisioni storiche. La chiave di Sara di Tatiana de Rosnay intreccia la storia di una bambina catturata nel 1942 a Parigi con quella di una giornalista che indaga su quella tragedia decenni dopo.
Il graphic novel: un nuovo linguaggio per la memoria
Maus di Art Spiegelman ha rivoluzionato il modo di raccontare la Shoah. Attraverso il linguaggio del fumetto, in cui gli ebrei sono topi e i nazisti gatti, l’autore narra la storia di suo padre, sopravvissuto ad Auschwitz. È l’unico graphic novel ad aver vinto il Premio Pulitzer, un’opera d’arte che dimostra come ogni linguaggio possa servire a coltivare la memoria.
Saggi e riflessioni: comprendere l’incomprensibile
La banalità del male di Hannah Arendt è una delle analisi filosofiche più importanti del XX secolo. Seguendo il processo al gerarca nazista Adolf Eichmann, Arendt elaborò la tesi secondo cui il male può essere compiuto da burocrati mediocri, incapaci di pensiero critico. Come approfondito anche dall’Enciclopedia Treccani, è un saggio imprescindibile sulla responsabilità individuale.
Per non dimenticare, come recita la Legge n. 211 del 2000 che ha istituito il Giorno della Memoria, è essenziale continuare a leggere e studiare. Per ulteriori risorse, si possono consultare i siti di istituzioni come lo Yad Vashem e il Ministero dell’Istruzione.
Articolo aggiornato il: 10/10/2025