Lo Straniero e La Peste di Camus: Il rapporto tra l’uomo e Dio

Lo Straniero e La Peste di Albert Camus: Il rapporto tra l’uomo e Dio

Nelle due opere di Albert Camus, Lo Straniero e La Peste, la figura di Dio è un importante riferimento per spiegare l’approccio dei personaggi nei confronti dell’indifferenza del mondo, dell’assurdo, del flagello. Nella stesura delle sue prime opere, Camus influenzato da Plotino, divinizza tutto ciò che è visibile all’occhio e tangibile al tatto, si avvicina dunque alla religione panica, e al di là di questa divinità-natura, c’è il vuoto assoluto, e la morte non sarà altro che il termine ultimo della vita. Dopo questa fase panico–sensuale, con Lo Straniero comincia la fase della maturità, qui avviene lo scontro con la divinità trascendente, Meursault negherà più volte, durante il processo, di credere in Dio.

Camus non è ateo e lo dimostra ne Lo Straniero e La Peste

Il semplice termine ateo” però non rende la complessità né la ricchezza della posizione di Camus in ambito religioso. L’idea di Dio contro la quale egli si scaglia non è indeterminata, è l’idea cristiana di Dio che è prevalsa nella cultura occidentale che Camus non condivide. Il Cristianesimo così come è professato dalla Chiesa, è per Camus, una dottrina dell’ingiustizia. Non è accettabile definirlo ateo perché la sua posizione nei confronti della religione e quindi dell’esistenza di Dio, non è quella della negazione, Camus, al contrario, si interessa alla questione di Dio. Per Camus, il legame che si stabilisce tra l’uomo e la religione è sinonimo di un salto nell’irrazionale, la religione contribuisce al distaccarsi dello spirito umano dalla realtà, l’uomo, sottomettendosi alla religione, nega sé stesso, la sua ragione e la sua coscienza lucida. La fede è assimilata a un inaccettabile fideismo, il vero credente deve affidarsi completamente al sentimento religioso, non porsi domande e credere che tutto ciò che accade è necessario alla realizzazione di un bene superiore, Dio ha sempre un piano, come ne La Peste, dove Padre Paneloux cerca di convincere gli abitanti di Orano che bisogna accettare il flagello divino perché Dio lo ha mandato per punire gli uomini e non è necessario trovare alcuna spiegazione scientifica. La morte delle persone a causa della peste è volere di Dio e seppur doloroso e incomprensibile, va rispettato. L’ateismo di Camus è quindi aperto alle domande cristiane, differentemente dal credente lui può e vuole porsi domande ma esse non avranno alcuna risposta di fede così come accade ne Lo Straniero.

Per Camus, è indispensabile negare l’azione di Dio quando al centro della riflessione c’è l’uomo e la sua vita. Vediamo come il tema viene affrontato ne Lo Straniero e La Peste

Lo Straniero: la trama è a tutti nota, il protagonista è un giovane «pied-noir» il cui nome è Meursault. Egli è un modesto impiegato, ha una vita monotona e abitudinaria che si svolge in un clima di totale indifferenza tanto da non essere turbato nemmeno dalla morte della madre già da tempo in casa di riposo. Un pomeriggio, tuttavia, a causa del riverbero insopportabile del sole sulla spiaggia, Meursault uccide a colpi di pistola un Arabo che pareva minacciarlo con un coltello. La mancata volontà di trovare giustificazioni al proprio gesto inconsulto presso i magistrati e l’estraneità mostrata dall’imputato rispetto anche ai valori religiosi, considerati importanti dalla società, portano Meursault alla condanna capitale, cui però egli giungerà senza rimpianti e conscio della propria sostanziale felicità. Condannato a morte, rifiuta le consolazioni religiose, un primo rifiuto si concretizza nel secondo capitolo della seconda parte del romanzo. Durante l’interrogatorio, il giudice gli chiede se conosce Dio e mostrandogli un crocifisso d’argento lo invita a pentirsi poiché per lui nessun uomo è così colpevole al punto che Dio non possa perdonarlo. Meursault è talmente indifferente al suo discorso che alla domanda del giudice riguardo il credere o meno in Dio, risponde semplicemente di no. Il giudice non ammette il suo comportamento, tutti credono in Dio, tutti i criminali dinanzi l’immagine del crocifisso, hanno pianto, Meursault invece si rifiuta di aderire all’immagine del criminale che dinanzi alla figura di Dio, si pente dei suoi peccati. La parte più interessante de Lo Straniero è sicuramente il dialogo tra il protagonista e il cappellano: Meursault non vuole parlargli, il Dio cristiano non gli interessa ma il cappellano crede sia la disperazione a parlare al suo posto, nella sua condizione non è possibile che egli non senta la necessità di affidarsi a Dio. Il cappellano non accetta la sconfitta, che Meursault lo voglia o no, egli è comunque una creatura del Dio cristiano, se non recuperabile come peccatore, lo è a priori come creatura di Dio. 

La Peste: la trama de La Peste è tanto interessante quanto quella de Lo Straniero e in entrambe il rapporto dell’uomo con Dio è un punto focale. Un’epidemia di peste scoppia a Orano, tutto inizia nell’immobile in cui abita il dottor Rieux. Un ratto morto appare sulle scale e il portinaio si rifiuta di credere che appartenga alla casa, un altro muore ai piedi di Rieux. Il portinaio trova una spiegazione naturale, qualcuno ha deposto il ratto morto nell’immobile ma la bizzarra invasione di ratti che in gruppo muoiono ai piedi degli uomini, comincia a creare inquietudine nella popolazione. Essa prefigura l’epidemia di peste di cui essi sono portatori e la prima vittima è il portinaio dell’immobile in cui tutto è cominciato. Le autorità ecclesiastiche decidono di lottare contro la peste organizzando una settimana di preghiere collettive e Padre Paneloux dà il suo contributo, egli è fermamente convinto che le preghiere degli abitanti, il loro prostrarsi a Dio serva a limitare gli effetti catastrofici della peste e a sconfiggerla poi del tutto. Dio ha punito gli uomini inviando sulla terra questa malattia che il gesuita interpreta come una meritata punizione collettiva dalla quale si autoesclude. Il flagello deriverebbe, secondo padre Paneloux, da una violazione delle norme emanate dall’Onnipotente, quindi incoraggia i suoi cittadini a rimettersi alla grazia di Dio. Il pubblico lascia la Chiesa più spaventato di prima. La disperazione è sempre più forte quando muore un bambino, la peste e la conseguente morte del bambino sono un male inspiegabile, se ne accorgono i personaggi che assistono all’agonia del bambino e ne rimarranno totalmente segnati da mutare atteggiamento nei confronti del flagello e della lotta ingaggiata per sconfiggerlo. Paneloux invoca Dio, chiedendo la salvezza del bambino, il prete sa che lui non ha alcuna colpa rispetto al resto della popolazione, lui è innocente e in quanto tale potrebbe sottrarsi alla volontà divina ma il piccolo muore. La morte del bambino è una tragedia ma è pur sempre Dio che la richiede, è una prova per il cristiano che è posto dinanzi ad un’alternativa tragica: credere nel messaggio divino in tutto e per tutto o non credere affatto. Paneloux propone un fatalismo attivo: il mondo è governato da una volontà ineluttabile e del tutto estranea alla volontà e all’azione umana, il credente seppur consapevole delle conseguenze tragiche del male e dell’ingiustizia di Dio, deve amarlo ugualmente. A contrapporsi alla figura di Padre Paneloux, è il dottor Rieux che lotta incessantemente contro la peste poiché lo richiede il suo mestiere di medico, ma il suo agire ha anche altre ragioni legate alla sua concezione della condizione umana, non crede in Dio come il protagonista de Lo Straniero e non può accettare passivamente un mondo dove i bambini muoiono nella sofferenza. Uomo di scienza, non sa che farsene dei pensieri teologici, estranei al mondo reale della malattia, lui si attiene ai fatti, la sua unica certezza è che ci sono dei malati che hanno bisogno di cure che solo la scienza può garantire. Nelle pagine seguenti, si assiste alla malattia e alla morte di Paneloux, indifferente a ciò che accade attorno, pone ogni cosa in Dio, afferra il crocifisso e muore, la religione non è dunque la soluzione all’assurdità dell’esistenza.

Conclusioni de Lo Straniero e La Peste

Quando nel ’42, Camus pubblica Lo Straniero decide di affrontare uno dei temi più complessi: l’incolmabile solitudine di un uomo in un mondo a lui estraneo. Nel romanzo Meursault è un uomo senza progetti, senza emozioni, perso in un mondo che lo giudica, non lo comprende e lo condanna. Ne La Peste, il lettore trova la risposta che attendeva e che si aspettava da Meursault. «Una risposta che non consola ma spiega. Puoi fermare la malattia, ma non risolvi il problema. Nel mondo si muore lo stesso, si soffrirà lo stesso. Ma chi lavora e agisce per salvare, per pulire, per guarire forse non costruirà un mondo migliore, ma migliorerà il mondo in cui vive» scrive Saviano ed è questo l’obiettivo del dottor Rieux, sconfiggere l’assurdità del mondo e migliorare la vita dei cittadini di Orano proponendo un modello di fratellanza e solidarietà che non solo non richiede la presenza di Dio, ma che anzi ne presuppone la soppressione. Il suo antagonista padre Paneloux, non ha saputo contrapporre alcunché di valido alle obiezioni del suo rivale e non ha intrapreso alcuna lotta degna di questo nome contro il flagello, che lo ha invece portato via. Cercare l’aiuto dell’altro e lottare insieme rappresenta una novità rispetto a Lo Straniero, Meursault è solo, gli abitanti di Orano insieme sconfiggono la malattia, combattono il male nonostante la precarietà di ogni vittoria. Ribellarsi, rifiutando di accettare passivamente il tragico destino che accomuna gli uomini è il percorso indicato al lettore de La Peste.

Lo Straniero è del 1942 e La Peste del 1947, tra queste due opere, Camus passa dalla coscienza della «tendre indifférence du monde» che trasforma Mersault da un impiegato passivo a eroe dell’assurdo, alla rivolta contro la peste, simbolo di ostilità di quello stesso assurdo mondo.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

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