Le Sinsombreros: un viaggio verso l’emancipazione

Le Sinsombreros: un viaggio verso l'emancipazione

Emancipazione ed indipendenza, due semplici parole, ma che nascondono anni di lotte e sacrifici. La storia delle Sinsombreros sfortunatamente viene trattata pochissimo nei libri di storia, ma  costituisce una parte fondamentale nella lotta dei diritti umani. Si tratta di un movimento nato e diffuso negli anni ’30 del XX secolo; tantissime donne, artiste spagnole, intellettuali, scrittrici e pittrici, si riunirono facendosi forza l’un l’altra. Ma un giorno, stanche delle ingiustizie sociali, queste ultime decisero di ribellarsi, di non indossare il cappello, un accessorio indossato da tantissime donne negli anni ’30. Un gesto semplice, ma potente, infatti divenne simbolo di rivoluzione, emancipazione e libertà. 

L’impossibilità di vivere la vita secondo i propri desideri

 Le Sinsombreros iniziarono a lottare con tanto coraggio e determinazione per i propri diritti, per essere ascoltate e per avere un ruolo nella società. Soprattutto in Spagna, le donne furono private di diritti fondamentali. Non potevano partecipare alle elezioni; il diritto di voto era esclusivamente rivolto agli uomini. In campo lavorativo, la situazione non era migliore: trovare un lavoro non era una missione semplice, e tantissime donne venivano escluse da certe professioni.  La figura del marito era sempre più soffocante; la maggior parte delle decisioni, infatti, spettava alla figura maschile. Anche la semplice libertà di pensiero veniva ostacolata. Esprimere se stesse non era concesso; dedicarsi ai propri sogni era impossibile, e vivere la vita senza il peso di una figura maschile era diventato qualcosa di molto lontano, quasi irraggiungibile. La vita negli anni ’30 per le donne era una lotta alla sopravvivenza. Molto spesso si era  costrette a sposare uomini che non si amavano, soltanto perché i matrimoni venivano combinati dalle famiglie. Il diritto di amare e scegliere in autonomia la propria persona con cui condividere il resto della vita fu privato a milioni di donne.

Quando tutto iniziò a cambiare

Quante violenze sono state consumate nelle mura di casa, senza poter emettere un sibilo, perché tanto nessuno le avrebbe ascoltate? Sarebbero state ignorate dalla società e dalle autorità.  Queste sono solo alcune delle ingiustizie subite; col tempo, il senso di impotenza divenne sempre più forte. Per questo motivo nacque il movimento delle donne senza sombrero, per superare le disuguaglianze e per donare un mondo migliore a tutte coloro che si sono sentite schiacciate dal peso della società.  Tantissime scrittrici, attraverso l’uso della macchina da scrivere, cercavano di esprimere e diffondere le proprie idee a un pubblico sempre più ampio.  Tra le tante artiste che hanno partecipato a questa iniziativa ci fu María Teresa León.  Divenne sempre più frequente partecipare ad eventi culturali, conferenze e dibattiti per dare voce ai propri desideri e per discutere di elementi fondamentali nella lotta ai diritti. Il sostegno reciproco fu fondamentale; tutte le donne organizzavano incontri per aiutarsi l’un l’altra ad aumentare il livello di istruzione, che in molte di loro era totalmente assente. Essere formate ed istruite all’epoca era un requisito importante per avere una buona posizione nella società. 

La forza e la determinazione

 Non appena iniziarono le attività rivoluzionarie, ci furono i primi scontri con le forze sociali e politiche che si opponevano ad ogni tipo di movimento femminista. La società spagnola al tempo era molto patriarcale; era comune pensare che le donne dovessero limitarsi soltanto al ruolo di moglie e madre. La Chiesa cattolica decise di non sostenere le iniziative delle Sinsombreros; queste ultime, infatti, furono perseguitate e represse per molto tempo. Le opposizioni aumentarono sempre di più, ma ciò non spinse le donne spagnole a fermarsi; anzi, fu un motivo in più per impegnarsi e raggiungere l’indipendenza e l’emancipazione.  E fu così che le Sinsombreros divennero un vero e proprio movimento culturale. E furono d’ispirazione per tutte le donne del mondo, che, stanche di rimanere in silenzio, hanno iniziato a ribellarsi e a dar voce ai propri pensieri. Ma soprattutto hanno finalmente iniziato a credere nei propri sogni e desideri. 

Fonte immagine: Pixabay

Altri articoli da non perdere
La prima repubblica egiziana: Gamal Abd el-Nasser
La prima repubblica egiziana: Gamal Abd el-Nasser

La prima repubblica egiziana venne instaurata durante il periodo che va dal 1945 al 1979, nella cosiddetta età della decolonizzazione, Scopri di più

Maudit: i poeti maledetti sulla soglia della modernità
maudit

Con il termine maudit si intende una serie di poeti, amici del poeta francese Paul Verlaine, che li identificò con Scopri di più

Nascita e diffusione del Cristianesimo: dalla Palestina a Roma

La nascita e la diffusione del Cristianesimo rappresentano uno degli eventi più importanti e influenti della storia dell'umanità. In questo Scopri di più

Lyrical Ballads: la nascita del romanticismo inglese
lyrical ballads

Lyrical Ballads e Romanticismo inglese Le Ballate Liriche, meglio conosciute come "Lyrical Ballads" sono una raccolta di poesie pubblicate in Scopri di più

Citi legs di Stacey Baker: che gambe!
Citi legs

Citi legs è un progetto fotografico lanciato grazie ad Instagram dalla fotografa professionista e photo editor Stacey Baker  nel 2015-2016, Scopri di più

Condividi l'articolo!

A proposito di Emanuela Volpe

Vedi tutti gli articoli di Emanuela Volpe

Commenta