Osterie d’Italia 2019, le 20 osterie campane da non perdere in Campania

Osterie d'Italia 2019

La parola Slow Food, ormai, ci mette sicurezza (anzi: a qualcuno mette anche un po’ d’ansia!). Accogliamo sempre così l’uscita della Guida Osterie d’Italia, una delle più complete ed esaurienti guide enogastronomiche alla scoperta dei luoghi del “mangiarbene”.

Osterie d’Italia 2019, piccoli consigli tratti dalla guida Slow Food

Un nutrito pool di esperti, ogni anno, fa un lavoro mastodontico per fornire a noi – popolo di viaggiatori e buone forchette – tutti gli strumenti necessari per arrivare in un posto, ordinare quello che più ci incuriosisce e pagare il giusto.

Un lavoro davvero mastodontico: basti pensare che l’edizione 2019 della guida contiene 133 nuove segnalazioni, 279 chiocciole, 213 osterie notevoli per i formaggi, 361 osterie notevoli per i vini, 484 locali con un orto di proprietà, 370 osterie con menù vegetariani e 321 aziende con alloggio.

Com’è fatta la Guida alle Osterie d’Italia 2019 Slow Food?

La Guida è molto articolata: la “chiocciola” è il simbolo più ambito, significa che il locale che l’ha ottenuta racchiude in sè tutti i dettami dell’osteria contemporanea (rispetto per la tradizione con tanto di fantasia, ambiente conviviale, utilizzo dei prodotti a km 0 e valorizzazione dei vini locali). Ci sono, però, molte realtà ristorative non menzionate tra le chiocciole ma che riescono ad entrare nella Guida  grazie ad alcuni valori spinti ai massimi livelli: si può esser menzionati come ristorante/osteria/trattoria che produce formaggi (e quindi, avere il simbolo del formaggio), oppure come un locale che pone attenzione particolare ai vini (simbolo della bottiglia), o ancora che dedica attenzione alla valorizzazione delle cultivar locali di olive per la produzione di oli.

Noi di Eroica Fenice abbiamo redatto per voi una selezione di 20 realtà ristorative campane, tra chiocciole, formaggi, bottiglie di olio e di vino. La selezione è stata fatta perché ci siamo effettivamente stati in questi locali, oppure ne abbiamo la curiosità o ancora abbiamo avuto l’opportunità di assaggiare qualcosa ad uno degli eventi cui partecipiamo ogni settimana.

Disclaimer: tutti i prezzi e le portate riportati sono stati presi dalla Guida alle Osterie d’Italia 2019, Slow Food Editore. Questa è solo una panoramica per indurvi curiosità. Se volete notizie approfondite, nonché tutta la lista delle realtà della Campania (e non solo), vi invitiamo all’acquisto: non ve ne pentirete.

La Pignata (Ariano Irpino, Avellino)

Vera istituzione di cucina irpina, a cavallo del Fortore, l’osteria è gestita con passione dall’intera famiglia Ventre. Qui non si trascura niente della filiera produttiva e ci si evolve, rispettando sempre il solco della tradizione.

Cosa mangiare? Esiste qui la formula menù da degustazione, in tre varianti: da 35, 40 e 50 euro ciascuno con differenti proposte. Tra gli antipasti, oltre ai salumi locali, si ritrova anche il classico pancotto tipico delle zone di montagna sia dell’avellinese che dell’alto casertano. Tra i primi piatti, consigliati i paccheri con baccalà e mollica di pane, oppure la zuppa di fagioli e castagne. Una cucina sostanziosa, insomma.

Quanto si spende: 30-35 euro vini esclusi

Contatti: La Pignata, Viale dei Tigli 7, Ariano Irpino. Telefono 0825- 872571

Osteria Diabasis, Ascea (Salerno)

La famiglia Mautone ha aperto relativamente da poco, ma è animata da una grande voglia di recuperare le ricette tradizionali non solo del basso salernitano ma dell’intera provincia, e sembra lo facciano davvero bene.

Cosa mangiare? Una vasta scelta di formaggi, tanto per iniziare. Poi proseguite con ciauledda, taddi e fave, preparazione tipica cilentana di ortaggi e verdure in varie preparazioni ed anche consistenze (vi ritroverete davanti, tra le altre cose, ceci ci Cicerale, fagioli di Mandia, cicoria selvatica, melanzane e carciofi). Vasta la scelta di primi piatti, con un condimento che regna: il ragù cilentano.

Quanto si spende? 25-30 euro vini esclusi

Contatti: Osteria Diabasis, Via XIV maggio, Ascea (Salerno). Telefono 0974 977 021

Trattoria Valleverde Zi’ Pasqualina, Atripalda (Avellino)

Con più di sessant’anni di storia, sempre nel ricordo della mitica Zi’ Pasqualina, questa trattoria sorge ai margini del paese. La Trattoria vanta una cantina con bottiglie rare e molti formaggi messi ad affinare.

Cosa mangiare? Oltre l’ampia selezione di formaggi affinati anche nella cantina della Trattoria, molto consigliate le zuppe locali e le cannazze calitrane al ragù antico e pecorino, gli spaghettoni col “mussillo” di baccalà. Il secondo è affidato ai tagli nobili e meno nobili (soprattutto!) del maiale (braciole e cotiche).

Quanto si spende? 30-38 euro vini esclusi

Contatti: Trattoria Valleverde Zi’ Pasqualina, Via Pianodardine 112, Atripalda (Avellino). Telefono: 0825 626115

Trattoria Da Fefè, Bacoli (Napoli)

Accoglienza familiare, panorama mozzafiato (quando il golfo non è battuto da pioggia e vento), gentilezza pittoresca: Bruno Esposito e i suoi collaboratori accolgono così gli avventori, molti tra i quali – stanchi della vita cittadina e mondana – si rifugiano volentieri qui, alternando pigramente l’albergo alla trattoria.

Cosa mangiare? Cucina di mare a tutto spiano, con insalata di polpo e pescato del giorno; degni di menzione i rigatoni alla genovese di polpo e una classica e gustosa frittura di paranza, con pesciolini freschissimi.

Quanto si spende? 35-38 euro

Contatti: Trattoria Da Fefè, Via della Shoah (loc. Casevecchie), Bacoli (Napoli). Telefono: 081 52 33 011

Osteria Nunzia, Benevento

L’Osteria Nunzia è un pilastro della cucina d’entroterra campano. Poco dopo l’Arco di Traiano di Benevento, tra un museo di storia egizia ed un bel corso dove passeggiare, questa osteria (insieme a tutta la storia antica del posto) vale da sola il viaggio.

Cosa Mangiare? Qui si va direttamente ai primi e ai secondi. Tra scarpariello, orecchiette ai broccoli, fusilli ragù e cacioricotta (per i primi) e polpette e baccalà (per secondi), siamo sicuri che ci sarà spazio soltanto per qualche dolcino ben indicato, come la mela stregata oppure la cassatina di San Marco dei Cavoti.

Quanto si spende? 22-25 euro, vini esclusi

Contatti: Osteria Nunzia, Via Annunziata, Benevento. Telefono 0824 29431

Trattoria Grillo d’Oro, Bisaccia (Avellino)

Bisaccia è un paese di confine, è quasi in Puglia. Don Luigi Arminio, fondatore del locale, lo ha lasciato in ottime mani dei discendenti. Lo troverete all’interno di un albergo.

Cosa Mangiare? I cibi qui vengono serviti quasi in purezza, senza troppe preparazioni. Tra fritturine, zeppoline, trippa in umido e fegatini di vitello al sugo, arriverete al primo piatto. Consigliati, i cavatelli freschi con fagioli, aglio, olio e prezzemolo. Come secondo, agnello del Formicoso oppure coniglio alla cacciatora.

Quanto si spende? 30-35 euro vini esclusi

Contatti: Trattoria Grillo D’Oro, Piazza Convento, Bisaccia (Avellino). Telefono: 0827 89278

Osteria Famiglia Principe 1968, Nocera Superiore (Salerno)

Ad una manciata di km dalla celeberrima Costiera Amalfitana, c’è questa osteria abilmente condotta da Lorenzo Principe e famiglia. Qui i prodotti dell’Agro-Sarnese Nocerino e delle zone circostanti sono coccolate e narrate con autentico amore.

Cosa mangiare? Un antipasto di formaggi del vicino e pluripremiato Caseificio Aurora sicuramente, per poi proseguire con un sempreverde scarpariello (spaghetti con conserva di pomodorini fatti in casa), oppure qualche primo piatto campano, come lagane e ceci del Cilento.

Quanto si spende? 30-35 euro vini esclusi

Contatti: Osteria Famiglia Principe 1968, Via Santacroce, Nocera Superiore (Salerno). Telefono: 349 688 0736

Trattoria ‘O Romano, Sarno (Salerno)

Tra le viuzze del paese, in un palazzo antico, c’è una trattoria autentica gestita dalla famiglia Cerrato al completo. Grazioso il locale, che ha anche un pozzo all’interno dove scorre l’acqua del fiume che sorge dalla montagna a qualche passo.

Cosa mangiare? Consigliatissimi gli antipasti di terra e “fiume” (se siete fortunati, potrete trovati alici fresche appena pescate oppure i gamberetti di fiume, autentica specialità quasi scomparsa e per questo salvaguardata). Tra i primi, mezze maniche al pomodoro San Marzano DOP (qui siamo nella sua terra d’elezione), oppure ragù con braciola di capra (altro piatto tipico).

Quanto si spende? 30-35 euro vini esclusi

Contatti: Trattoria ‘O Romano, Via de’ Liguori 67, Sarno (Salerno). Telefono: 081 51 36 488

Ristorante Al Convento, Cetara (Salerno)

Costiera Amalfitana: qui Pasquale Torrente si è radicato con il suo Al Convento. In un ex chiostro, il ristorante è molto suggestivo soprattutto d’estate… così come difficile da raggiungere a causa del gran traffico. Ma ne vale la pena!

Cosa mangiare? Così come vale la pena venire fin quaggiù per un piatto di spaghetti con colatura di alici di Cetara (la salsa sapida che ricorda le descrizioni del garum fatte dai latini, oggi preparata con la filtrazione di succhi ed umori delle alici localmente raccolte), ma di grande valore anche i fritti, per cui Pasquale Torrente è decisamente rinomato.

Quanto si spende? 35 euro con menù fisso

Contatti: Ristorante Al Convento, Piazza San Francesco, Cetara (Salerno). Telefono: 089 26 1039

Viva Lo Re, Ercolano (Napoli)

“Viva Lo Re” è l’antico brindisi napoletano. Alle porte della città, per la precisione nell’antica Ercolano, sorge un ristorante che interpreta bene i piatti tradizionali, con qualche guizzo di creatività.

Cosa Mangiare? Pantagruelico l’antipasto Viva Lo Re, con svariati assaggi tra i quali il pacchero fritto con ricotta. Tra i primi, spunta un piatto unico come il timballo di melanzane e, quando è periodo, gli spaghetti con i peperoncini verdi di fiume.

Quanto si spende? 35-40 euro vini esclusi

Contatti: Locanda Viva Lo Re, Corso Resina, Ercolano (Napoli). Telefono: 089 261091

Lo Stuzzichino, Massalubrense (Napoli)

Locale molto bello e storico di Massa Lubrense (quindi, ci troviamo di fronte ad uno dei panorami più belli del mondo, quello offerto dalla penisola sorrentina), Lo Stuzzichino offre una varietà di piatti stagionali sempre basati sul pescato locale, con qualche rivisitazione davvero ingegnosa.

Cosa Mangiare? La cucina, ovviamente, è basata sulla cucina autentica sorrentina. Ottimo il fiordilatte, abbinato alla stringata, un salume molto raro diffuso praticamente solo qui. Tra i primi, gli strascinati al sugo; tra i secondi, l’immancabile fritto di pesce azzurro.

Quanto si spende? 35-38 euro vini esclusi.

Contatti: Osteria Lo Stuzzichino, Via Deserto, Massalubrense (Napoli). Telefono: 081 5330010

Le cose buone di Nannina, San Gennaro Vesuviano (Napoli)

Il “cuoco contadino” Pietro Parisi, qui, ha fatto e fa ancora la storia. Insieme alla sorella, preserva i gusti autentici, rifornendosi di materie prime direttamente dai contadini.

Cosa mangiare? E’ una cucina sostanziosa, di gusto, che riprende tantissimo dalla tradizione contadina. Immancabili per chi va di fretta le “marenne”, cioè panini pesantemente imbottiti, disponibili anche take away. Per i primi, bene affidarsi a spaghetti e vongole, paccheri al pomodoro oppure un estroso risotto e fragole. Per secondo, tagli di carne locale oppure maiale.

Quanto si spende? 25-30 euro vini esclusi.

Contatti: Le cose buone di Nannina, Via Ferrovia, San Gennaro Vesuviano (Napoli). Telefono: 081 18769025

La Pignata, Bracigliano (Salerno)

Bracigliano è un piccolo borgo arroccato sulle montagne della provincia di Salerno. Qui, la storicissima La Pignata potrebbe raccontare l’evolversi di questo paesino, che è ancora molto ancorato al culto delle locali (e buonissime ciliegie).

Cosa Mangiare? Il piatto della zona è sicuramente il mallone, succulento insieme di friarielli, rape, patate, e lardo; in accompagnamento di sicuro c’è il mascuotto, pane biscottato con la farina di granone, tipicamente contadino. Primi piatti sostanziosi come pasta e fagioli con cotica, o ancora ziti tagliati con ragù di capra. Secondo sempre di interiora di bovino con trippa bollita.

Quanto si spende? 23-27 euro vino escluso.

Contatti: Osteria La Pignata, Via d’Amato, Bracigliano (Salerno). Telefono: 081 969580

Osteria-Agriturismo Il Contadino, Caianello (Caserta)

Bernardino Lombardi è stato l’oste, potremmo dire, che ha riportato alla ribalta l’importanza della cucina di terra. Andare da Il Contadino significa immergersi in autentiche atmosfere contadine.

Cosa mangiare? Di sicuro è bene iniziare con gli antipasti, assaggini di ciò che offre la terra e preparati in maniera assolutamente tradizionale. Da non perdere l’uovo “a sciusciello”, tipicamente campana come preparazione, che prevede l’uovo in brodo di cottura con pomodoro, cipolla ed eventualmente pancetta). I primi prevedono pasta e fagioli, pasta e ceci e zuppe.

Quanto si spende? 25-30 euro vini esclusi

Contatti: Azienda Agricola Il Contadino, Via Starze, Caianello (Caserta). Telefono: 0823 922043

Azienda Agrituristica I Moresani, Casal Velino (Salerno)

A pochi chilometri da Velia, splendido sito archeologico, sorge l’azienda agricola I Moresani. Conosciuta per i pregiati formaggi che fanno parte dei presidi Slow Food, da anni c’è anche la possibilità di apprezzare in loco i prodotti.

Cosa mangiare? Sicuramente i formaggi, pezzo forte dell’azienda, conosciuti in tutta Italia; poi, si può procedere assaggiando ravioli alla salvia, paccheri con salsiccia e carciofi e capretto per secondo. Degni di menzione i dolci caserecci.

Quanto si spende? 30-32 euro vini esclusi.

Contatti: Azienda agrituristica I Moresani, Località Moresani, Casal Velino (Salerno). Telefono: 0974 902086

Ristorante-Pizzeria Umberto, Napoli

Nella zona chic di Partenope, a Via Albardieri, Umberto non vede calare la sua popolarità nemmeno di una tacca. Frequentato da persone abbienti e da turisti, dal 1916 non ha mai smesso di elaborare delizie tradizionali, pizza compresa.

Cosa mangiare? Antipastini all’italiana di buona fattura, tra i primi da segnalare i paccheri con polipetti, tra i secondi il baccalà alla napoletana. Segnalata anche un’ottima caprese nella versione al limone e una cantina dei vini fornitissima, consultabile comodamente su richiesta attraverso tablet.

Quanto si spende? 32-38 euro vini esclusi.

Contatti: Ristorante-Pizzeria Umberto, Via Alabardieri, Napoli. Telefono: 081 418555

Abraxas – Osteria Moderna, Pozzuoli (Napoli)

In un luogo che è una piccola perla, andando da Napoli verso i Campi Flegrei, in questa osteria è possibile mangiare con vista sull’affascinante Lago d’Averno nei mesi belli.

Cosa Mangiare? Tra gli antipasti, da scegliere sicuramente la fresella con ricotta di bufala ed alici, tartare di carne marchigiana e la parmigiana di melanzane napoletana. Tra i primi, candele alla genovese oppure paccheri al forno.

Quanto si spende? 35-38 euro vini esclusi

Contatti: Abraxas – Osteria Moderna, Via Scalandrone – Pozzuoli, fraz. Lucrino – Napoli. Telefono: 081 8549347

Il foro dei Baroni, Puglianello (Benevento)

C’è moltissima eleganza al Foro dei Baroni, dove sotto il castello ducale, il proprietario Raffaele conduce ormai il locale da quindici anni. Da visitare la fornitissima cantina dove un tappeto di tappi di sughero sarà letteralmente sotto i vostri piedi.

Cosa mangiare? dopo aver assaggiato i “bocconi dell’entroterra” (fritti e polpettine di carne), i primi prevedono tra gli altri gnocchi con ragù di maialino e spuma di provola e pasta mista ai pomodori. Tra i secondi, la carne alla pizzaiola.

Quanto si spende?34-40 euro vini esclusi.

Contatti: Il foro dei Baroni, Via Chiesa, Puglianello (Benevento). Telefono: 0824 946033.

‘E Curti, Sant’Anastasia (Napoli)

Qui siamo nel locale culto del nocillo, un fine pasto a base di noci che in queste zone è letteralmente divinizzato (e a ragione). ‘E curti è l’esponente migliore del nocillo, ed è riuscito anche a commercializzarlo ad altre realtà ristorative. Ci troviamo letteralmente sul Vesuvio e qui c’è il meglio della cucina che abbraccia buona parte della Campania.

Cosa mangiare? cucina locale tout court, dai nuglitielli (interiora di bovino o capra), ai ziti spezzati al ragù, alla carne al forno. Piatto unico nel suo genere “o sicchio ra munnezza” (il secchio dell’immondizia), un sugo al pomodoro arricchito con quello che c’è di più buono in Campania. Tra i dolci c’è il tiramisù nella versione tiramisuper, ovviamente accompagnato dal nocillo.

Quanto si spende? 32-37 euro vini esclusi

Contatti: Osteria ‘E Curti, Via Padre Michele Abate, Sant’Anastasia (Napoli). Telefono: 081 89 72 821

Il Cellaio di Don Gennaro, Vico Equense (Napoli)

Il “cellaio”, in antichità, era una cantina scavata nella roccia. Oggi resta il nome e una bella struttura dove i proprietari, John e Franca, vi faranno assaggiare tutti le bontà della penisola sorrentina e non solo.

Cosa Mangiare? Tra i primi, linguine con asparagi e baccalà, gnocchi con fave, pancetta, aglio fresco e mostarda di pere. Particolare la declinazione del baccalà: qui è servito arrostito e non fritto.

Quanto si spende? 32-35 euro vini esclusi.

Contatti: Il Cellaio di Don Gennaro, Via Raffaele Bosco – Vico Equense fraz. San Vito – Napoli. Telefono: 081 8798713.

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A proposito di Nunzia Clemente

Food lover, sometimes food teller. Poetry addicted.

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