Padre Enzo Fortunato, frate minore conventuale, giornalista e autore della biografia Francesco il ribelle, ci ha concesso un’intervista. Leggi qui cosa ci ha detto!
Edito da Mondadori, Francesco il ribelle (pagg. 121, € 16,50) è una biografia sulla figura di San Francesco d’Assisi di Padre Enzo Fortunato, frate minore conventuale, giornalista per diverse testate giornalistiche – fra cui Avvenire e Huffington Post – nonché direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi.
Con quest’opera, come scrive nell’Introduzione l’illustre Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, «Padre Enzo ha voluto mostrarci tutta l’attualità del pensiero e dell’azione di Francesco». Attraverso le ricche testimonianze letterarie e pittoriche – in sovraccoperta, per esempio, troviamo La rinuncia agli averi di Giotto – viene tratteggiata la figura del «ribelle obbediente». Dinanzi agli occhi del lettore, prendono forma i luoghi che ha visitato, gli incontri che ha fatto, i gesti e le parole semplici con cui ha annunciato il suo messaggio di pace.
In seguito alla presentazione del libro, che si è tenuta a Sessa Aurunca durante la prima edizione de I Dialoghi del Pronao, noi di Eroica Fenice lo abbiamo intervistato.
L’intervista a Padre Enzo Fortunato
Nel sottotitolo del suo libro, scrive che Francesco «ha segnato il corso della storia». Deriva da ciò la volontà di scrivere una nuova biografia sulla figura del santo?
Il libro nasce dalla spinta di un frate anziano che mi chiedeva come mai, fra le tante cose da me scritte, non vi fosse una biografia su san Francesco. Perciò, è innanzitutto un debito verso l’intera comunità francescana del Sacro Convento di Assisi. Ma c’è anche un altro aspetto, il rapporto con la storia. Sono partito da alcune domande: perché san Francesco risulta, dopo ottocento anni, ancora così attuale? Perché è ancora tanto amato? A questi interrogativi ho tentato di rispondere attraverso una sfaccettatura inesplorata, quella della ribellione, che per molto tempo è stata taciuta anche in ambito ecclesiale.
Perché Francesco fu un ribelle?
Francesco è stato un ribelle perché ha compreso, già ai tempi, che pur nascendo originali si rischia di morire come fotocopie. Ha voluto conservare tutta la sua originalità, sia all’interno della chiesa, sia nella società. La vera ribellione di Francesco parte dal cuore familiare, dal rifiuto di vivere la prima realtà-fotocopia col padre.
Nella società contemporanea è possibile essere ribelli?
Certo. La più grande forma di ribellione, in una epoca che pare compromessa, la si può trovare vivendo con rettitudine. Lo stesso Francesco, oggi, non si sarebbe stancato di dire che l’altro è un fratello, che l’altro ci appartiene e che siamo responsabili tanto del nostro destino quanto di quello del nostro vicino.
Come si lega la figura di Papa Francesco con quella del santo di Assisi?
Credo che papa Francesco stia attingendo a piene mani dal serbatoio francescano. Basti pensare all’elevata caratura degli ultimi viaggi che ha compiuto, fra Marocco, Egitto ed Emirati Arabi, o alla sottoscrizione con i musulmani di una idealità francescana, la fraternità universale. E, ancora, all’idea di una chiesa povera per i poveri, sobria ed essenziale. Nell’attività di Bergoglio, al di là del pauperismo, noto un impegno fraterno e un profondo rispetto per l’altro e per tutte le belle cose che ci circondano.
Ringraziamo Padre Enzo Fortunato per la disponibilità dimostrata nella realizzazione di questa intervista.
Fonte immagine: http://www.fnsi.it/francesco-il-ribelle-il-10-marzo-ad-assisi-la-presentazione-del-nuovo-libro-di-padre-enzo-fortunato