Paolo Cortesi e L’ultimo incubo di Kafka | Recensione

L'ultimo incubo di Kafka di Paolo Cortesi

L’ultimo incubo di Kafka di Paolo Cortesi

Paolo Cortesi è uno scrittore e saggista ed è nato a Forlì il 23 novembre 1959. Ha studiato al Liceo Classico della sua città e ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Bologna con 110 e lode. Poco prima di laurearsi, ha pubblicato il suo primo libro: l’edizione di un trattatello di alchimia del XIV secolo del Rupescissa, il De confectione veri lapidis philosophorum, nel 1983.

Dal febbraio 1992 è iscritto all’Albo dei Giornalisti (Elenco Pubblicisti) della Regione Emilia Romagna.

Ha collaborato come consulente con le Edizioni Hachette Italia e ha pubblicato circa duecento articoli su diverse riviste di vario argomento: storia, letteratura, storia della cultura, filosofia. 

Il suo romanzo Il patto ha riscosso un notevole successo di critica e pubblico. Tra i numerosi libri pubblicati con la Newton Compton ricordiamo: Quando Mussolini non era fascista; Il libro nero del Medioevo; Storia e segreti dell’alchimia; Misteri e segreti dell’Emilia Romagna, Forse non tutti sanno che in Emilia Romagna…, Le grandi profezie che hanno cambiato la storia e Cagliostro (Premio Castiglioncello 2005).

TRAMA

L’ultimo incubo di Kafka di Paolo Cortesi è un thriller storico. Siamo a Praga, capitale del Regno di Boemia, nel 1914 e la scena si apre con un funerale: quello del giovane Jozef Drohac, membro del Klub Mladych, un’associazione di ispirazione anarchica e pacifista. Il ragazzo, coetaneo di Kafka, viene trovato impiccato e il giovane scrittore, dottore in giurisprudenza, prende parte ai funerali. Kafka lavora come impiegato presso l’Istituto di Assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e abitualmente frequenta l’associazione che, oltre ad essere anarchica e pacifista, è anche antimilitarista. La morte del giovane viene attribuita ad un suicidio, ma la questione convince poco sia Kafka che gli altri membri del Klub. Drohac non aveva motivi per suicidarsi e le dinamiche della morte sono offuscate, poiché alcuni particolari, nella fattispecie una pipa presente nella stanza in cui il giovane è stato trovato morto, non sono affatto chiari.

Il 26 marzo viene trovato impiccato Jozef Drohac; il 13 aprile si ritrova, ucciso da un colpo di pistola, Konstantin Vuletovich; il 15 giugno è travolto da un’auto Petr Gavranek. I tre uomini erano membri attivi del Klub ed ogni lutto è seguito da una serie di anomalie riguardanti la loro morte. Kafka comincia ad indagare, a comporre un puzzle raccogliendo pezzi e testimonianze partendo dalla pipa di Drohac, passando da una lettera trovata nella stanza di Vuletovich, al cercare un confronto con l’unica testimone dell’incidente di Gavranek. Per Kafka, uomo attento ed abile osservatore, c’è qualcosa di oscuro dietro queste perdite improvvise, qualcosa che sembra intenda colpire gli oppositori del governo militarista imperiale. Ma c’è anche qualcuno che sta indagando su di lui, poiché comincia a sentirsi pedinato e inizia a notare una serie di strani movimenti nei pressi di casa sua. Kafka perde di vista il suo lavoro, il suo amore per la scrittura, la passione per la sua fidanzata e un inquietante mistero sta per travolgerlo.

L’ultimo incubo di Kafka di Paolo Cortesi

L’ultimo incubo di Kafka di Paolo Cortesi è un thriller storico in cui l’autore descrive meticolosamente il carattere di Kafka, i suoi modi di fare, il suo temperamento, la sua passione per la scrittura, la sua insonnia, la sua visione del mondo, non trascurando però di dipingere in maniera esemplare gli aspetti e le atmosfere della Praga del primo ‘900. L’autore riesce a far percorrere al lettore i vicoli del centro di Praga, passando davanti alle chiese della città e fermandosi nei bar che la caratterizzano.

Come scrive l’autore nella prefazione:

La vicenda di cui Kafka è protagonista è finzione narrativa, tuttavia filigranata da elementi storici reali come, ad esempio, il Klub Mladych, il giornale «Pijemont», l’assassinio del re di Serbia e le grandi manovre militari in Bosnia del giugno 1914. L’autore ha inventato un universo parallelo in cui Franz è stato, oltre al meraviglioso scrittore dell’assurdo, un eccellente investigatore.

Il ritmo del romanzo è incalzante, capace di suscitare nel lettore la voglia di giungere al termine del thriller nel più breve tempo possibile. Il lessico è chiaro, scorrevole e molteplici sono i riferimenti alle opere di Kafka. Nonostante il racconto sia frutto della fantasia, l’autore, per la stesura del testo, compie un’attenta e profonda ricerca su Kafka, poiché tutte le notizie e i personaggi storici presenti in questo romanzo, come pure i riferimenti biografici di Kafka e della sua famiglia, sono autentici.

 

A proposito di Chiara Morello

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