Poesie di Salvatore Quasimodo: le 5 più belle

poesie di salvatore quasimodo

Il famoso poeta e traduttore italiano Salvatore Quasimodo (1901-1968) è stato un esponente di rilievo dell’ermetismo, oltre ad aver contribuito alla traduzione di vari componimenti dell’età classica, soprattutto liriche greche. Ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 1959. Nelle sue opere si avverte una nostalgia per l’infanzia e l’alienazione della corrotta civiltà del nord post-industriale. Ecco le 5 poesie più belle di Salvatore Quasimodo! La sua poesia, caratterizzata da un linguaggio intenso e simbolico, ha saputo esprimere il disagio esistenziale dell’uomo moderno e la sua aspirazione alla bellezza e alla verità.

Salvatore Quasimodo: poeta, traduttore e maestro dell’ermetismo

Salvatore Quasimodo è stato uno dei maggiori poeti italiani del Novecento, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1959. La sua opera, che spazia dalla lirica all’impegno civile, è caratterizzata da un profondo senso di solitudine e di alienazione, ma anche da una forte speranza nel futuro dell’umanità. Quasimodo è stato anche un traduttore di grande talento, che ha saputo rendere in italiano la bellezza e la profondità dei classici greci e latini. La sua figura rappresenta un punto di riferimento per la cultura italiana e mondiale.

5 poesie di Salvatore Quasimodo che ti toccheranno il cuore

In questo articolo, vi presentiamo 5 poesie di Salvatore Quasimodo che vi toccheranno il cuore, offrendovi un assaggio del suo genio poetico e della sua capacità di esprimere le emozioni più profonde dell’animo umano. Da “Ed è subito sera” a “Uomo del mio tempo”, questi versi vi accompagneranno in un viaggio attraverso la solitudine, l’amore, la guerra e la speranza, lasciandovi un segno indelebile nel cuore.

1. Ed è subito sera: la fugacità della vita e la solitudine dell’uomo

Questa breve lirica è una delle poesie più belle di Salvatore Quasimodo e parla della profonda solitudine da cui ogni uomo si sente attanagliare, fino a quando non arriva rapida la sera (metaforicamente la morte), e l’unica gioia è stato quel “raggio di sole”, un breve attimo di felicità che ha trafitto l’uomo. “Ed è subito sera” è una delle poesie più famose di Quasimodo, un vero e proprio manifesto della sua poetica esistenzialista. In pochi versi, il poeta riesce a condensare la fragilità della condizione umana, la brevità della vita e l’ineluttabilità della morte.

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

2. Ora che sale il giorno: ricordi, solitudine e un amore lontano

Ora che sale il giorno, una delle poesie più belle di Salvatore Quasimodo, parla della solitudine e dei ricordi del poeta, in cui emerge un amore ormai più lontano della luna. In questa poesia, Quasimodo evoca immagini evocative della sua terra natale, la Sicilia, e le mescola con sentimenti di nostalgia e di rimpianto per un amore perduto. La luna, simbolo di lontananza e di irraggiungibilità, rappresenta la distanza incolmabile tra il poeta e la donna amata.

Finita è la notte e la luna
si scioglie lenta nel sereno,
tramonta nei canali.

È così vivo settembre in questa terra
di pianura, i prati sono verdi
come nelle valli del sud a primavera.
Ho lasciato i compagni,
ho nascosto il cuore dentro le vecchi mura,
per restare solo a ricordarti.

Come sei più lontana della luna,
ora che sale il giorno
e sulle pietre bette il piede dei cavalli!

3. Già la pioggia è con noi: la brevità dell’esistenza e il tempo che fugge

Già la pioggia è con noi, una delle poesie più belle di Salvatore Quasimodo, parla della brevità della vita. In questa lirica, Quasimodo utilizza immagini della natura, come la pioggia, le rondini e il fieno, per evocare il tema del tempo che scorre inesorabile e della fragilità dell’esistenza umana. La poesia è un invito a vivere il presente con consapevolezza e a non sprecare il tempo che ci è concesso.

Già la pioggia è con noi,
scuote l’aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.

Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d’improvviso un giorno.

4. Tramontata è la luna: un omaggio a Saffo e alla bellezza classica

Tramontata è la luna, una delle poesie più belle di Salvatore Quasimodo, è in realtà la traduzione di una poesia di Saffo, in cui si può vedere quanto la poesia di Quasimodo sia sempre fortemente ancorata ai classici e al loro modo di vedere la vita. La traduzione di Quasimodo rende omaggio alla bellezza e alla sensualità della poesia di Saffo, esprimendo con intensità il desiderio amoroso e la malinconia per la giovinezza che svanisce. La poesia è un esempio perfetto della capacità di Quasimodo di reinterpretare i classici in chiave moderna, mantenendo intatta la loro forza espressiva.

Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte;
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.

Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce,
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.

Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.

5. Uomo del mio tempo: un grido contro la guerra e un appello alla pace

Uomo del mio tempo, una delle poesie più belle di Salvatore Quasimodo, parla del costante ritorno della guerra, nonostante le perdite e il dolore che provoca, combattuta con armi sempre più sofisticate. Il tema è attualissimo e Quasimodo lancia un avvertimento, sperando che le nuove generazioni si impegnino affinché l’orrore della guerra non abbia modo di ripetersi e affinché venga costruito un mondo basato sull’amore tra gli uomini. “Uomo del mio tempo” è una delle poesie più impegnate di Quasimodo, un grido contro la barbarie della guerra e un appello alla responsabilità delle nuove generazioni. Il poeta denuncia l’orrore della violenza e la disumanizzazione dell’uomo, ma allo stesso tempo esprime la speranza in un futuro di pace e di fratellanza.


Sei ancora quello della pietra e della fionda;

uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
-t’ho visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
“;Andiamo ai campi!”. E quell’eco fredda, tenace
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Salvatore Quasimodo: l’eredità di un poeta che ha saputo cantare il dolore e la speranza

A distanza di anni dalla sua scomparsa, l’opera di Salvatore Quasimodo continua a parlare al cuore degli uomini, offrendo spunti di riflessione sulla condizione umana, sulla bellezza della natura e sulla necessità di costruire un mondo più giusto e pacifico. La sua poesia, che ha saputo cantare il dolore e la speranza, rimane un patrimonio prezioso per la cultura italiana e mondiale. (Nota: verificare eventuali nuove pubblicazioni, studi o eventi dedicati a Salvatore Quasimodo nel 2024 e 2025 al momento della pubblicazione).

Fonte immagine: Wikipedia

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