Riscoprire Mazo de la Roche: il gioco della vita | Recensione

Riscoprire Mazo de la Roche: il gioco della vita | Recensione

Il gioco della vita di Mazo de la Roche edito Fazi Editore è il secondo capitolo della saga di Jalna: una saga che racconta le vicissitudini e la storia centenaria di una famiglia stabilitasi nelle terre coloniali del Canada. Dopo un successo clamoroso, pari a quello di Via col vento, al seguito della prima pubblicazione negli anni ’20, Fazi Editore ha pubblicato giovedì 28 Maggio nella collana le strade l’opera di de la Roche, permettendoci di riscoprire la sua scrittura.

Il gioco della vita di Mazo de la Roche: la trama

Il centro di tutto è Jalna, la magione della famiglia Whiteoak immersa nei paesaggi selvaggi e incontaminati del Canada. Il cuore di Jalna è Adeline, il membro più vecchio della famiglia, donna ultracentenaria dai mille racconti e dal carattere indomito e passionale.
Da lei, come genitrice più antica e quindi tronco stabile, si estendono i rami degli altri componenti della famiglia Whiteoak. La trama tessuta da Adeline sembra incominciare a perdere di stabilità con l’avanzare della sua età e la perdita di lucidità, portando tensioni e sconvolgimenti all’interno della famiglia. Tensioni giustificate dalla decisione della vecchia di destinare tutta l’eredità ad un unico componente della famiglia.
In parallelo si dispiega la storia di Finch, da considerare quasi come una parentesi nel romanzo famigliare che assume i connotati di un romanzo di formazione. Penultimo dei nipoti, sensibile alla bellezza, all’arte e alla vita in generale. Egli è cresciuto troppo in fretta e si trova rinchiuso in un corpo fragile che, però, non placa la sua fame di cibo e di emozioni. Si ingozza fino alla nausea e così sono anche i suoi sentimenti.
Come il giovane Holden, sentendosi costretto in dinamiche che strozzano la sua persona, scappa a New York.
Tuttavia i luoghi, o meglio, le emozioni collegate a dei luoghi, imprimono vividi ricordi nei personaggi e il richiamo di Jalna è seducente e travolgente.

Il gioco della vita. Magnetismo famigliare e natura

L’opera di Mazo de la Roche porta con sé molte delle caratteristiche della letteratura canadese. In primis quella della descrizione degli spazi e dei luoghi. Jalna è completamente immersa nella natura e diventa parte integrante di essa. Infatti le mura della magione sono completamente ricoperte da piante rampicanti.
Il gioco della vita copre l’arco di un anno e con il passare delle stagioni, lo scenario intorno muta.
Il momento più glorioso della narrazione è quello dell’estate. Jalna è colma di vita, i fiori sono sgargianti, i giardini sono un tripudio di odori e colori. Per alcuni aspetti, questi elementi ricordano i luoghi de Le affinità elettive di Goethe, in cui la lussuria della natura e la vitalità degli specchi d’acqua, nascondono un lato sinistro e misterioso, l’olezzo della morte. È una natura carica di significato, allegorica per certi aspetti.
I vari livelli di significato ci vengono esposti direttamente o indirettamente da quasi tutti i personaggi. Infatti Il gioco della vita è un romanzo corale che accoglie e muta lo stile e la psicologia del  linguaggio in base ai personaggi, nota di merito dello stile della scrittura di Mazo de la Roche.

Nonostante la storia si sviluppi a cavallo tra metà dell’Ottocento e Novecento, le tematiche affrontate risultano note al lettore odierno. Il perno intorno a cui ruotano le vicende è quello delle dinamiche famigliari, le sue contraddizioni, i drammi e le gioie, la volontà di autonomia e il senso di responsabilità nei confronti delle persone amate. Il legame di sangue può essere vanto e condanna.
Il gioco della vita porta con sé un sapore vintage, ma anche una verità profonda e conosciuta da tutti noi. Proprio per questa sua caratteristica, l’opera di de la Roche è un sempreverde che tutt’oggi resta una lettura fresca e stimolante.

Immagine in evidenza: Fazi Editore

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