Saikun di Tsubouchi Shōyō | Analisi

Saikun di Tsubouchi Shōyō | Analisi

Saikun di Tsubouchi Shōyō viene pubblicato nel 1889 ed è un romanzo diviso in quattro capitoli, in cui riesce a prendere le distanze dal genere ninjōbon della letteratura gesaku: pur raccontando una vicenda incentrata sui sentimenti umani, cambia l’approccio con cui viene narrata, orientandolo verso il realismo (shajitsu). Tsubouchi Shōyō (1859 – 1935) fu uno scrittore giapponese, cultore di letteratura occidentale, studioso e traduttore di Shakespeare. Il suo lavoro più celebre è il saggio Shōsetsu shinzui, L’essenza del romanzo: primo testo di critica letteraria moderna giapponese in cui rivalutò il romanzo come forma d’arte, svincolandolo da finalità didattiche o di intrattenimento. 

Saikun di Tsubouchi Shōyō: trama del romanzo

1. La cameriera e la moglie

Saikun di Tsubouchi Shōyō si apre con il punto di vista di O-Sono, la cameriera, personaggio che viene ben delineato attraverso i dialoghi che intrattiene con la padrona: appare come una ragazza dotata di un’ingenua sincerità dettata dalla tenera età, dopotutto ha pur sempre solo 14 anni. Osserva tutto ciò che accade nella casa, con molta discrezione. La padrona le appare sempre malinconica e con un aspetto dimesso, ma non osa mai dirle nulla. Quando la cuoca prima di licenziarsi le dice che i signori non se la passano bene economicamente e il padrone ha altre donne, O-Sono non crede a queste insinuazioni, neanche davanti ai solleciti dei fornitori.

2. Genitori e figli

Nel secondo capitolo di Saikun di Tsubouchi Shōyō, invece, il punto di vista è quello di O-Tane, la moglie. La donna è andata a trovare il padre: dai discorsi con quest’ultimo si apprende che il marito si chiama Sadao e fa il funzionario statale: è un rinomato studioso ed è tenuto in grande considerazione dal suocero. Il padre è la classica persona anziana che si è ammorbidita con gli anni: parla in maniera logorroica saltando da un argomento all’altro e O-Tane fa fatica ad inserirsi nel discorso. Seppure con il rimorso di fare un torto ai genitori, per i quali è necessario un aiuto economico da parte del marito, O-Tane riesce finalmente a confessare alla matrigna di voler divorziare. Quest’ultima ovviamente non è contenta di sentire ciò e le dice che non dimostrarsi una moglie all’altezza è un affronto alla sua intelligenza, continua affermando che un’amante per un uomo è un segno di virilità e non dovrebbe preoccuparsi di una sciocchezza simile. Se divorziasse sarebbe una delusione per suo padre, ma le dice ciò solo perché è mossa da motivazioni egoistiche legate al denaro.

3. Esitando

Il narratore onnisciente nel terzo capitolo di Saikun di Tsubouchi Shōyō apre una riflessione sulla condizione precaria della donna: la subordinazione mentale ed economica al marito e alla famiglia e di come il suo potere decisionale sia limitato al solo modo di portare i capelli, talvolta neanche quello. La matrigna sta cercando di risanare i debiti del figlio scapestrato Yoshi, chiedendo ancora una volta i soldi alla figliastra. Vengono presentati dal narratore onnisciente i timori e i turbamenti psicologici delle due donne e di come la matrigna, non sapendo dei problemi coniugali della figliastra pensa che questa non sia più bendisposta verso i suoi confronti. O-Tane è combattuta se divorziare o meno, sia perché così facendo arrecherebbe dispiacere ai suoi genitori, ma anche perché la sua reputazione sarebbe compromessa. Decide di tirare avanti e di non chiedere nulla al marito e manda la cameriera O-Sono ad impegnare i suoi kimono, ricevuti come dote nuziale.

4. Il caos

Nel quarto e ultimo capitolo di Saikun di Tsubouchi Shōyō O-Sono, di ritorno dal banco dei pegni, viene derubata: la ragazza tenta anche di rincorrere il malvivente e lo assale, ma viene scaraventata a terra e sviene. Viene soccorsa da un poliziotto che la riaccompagna a casa, ma in quel momento torna il padrone senza preavviso e il poliziotto gli racconta cosa è accaduto alla sua cameriera. Quando la moglie dà al marito la sua versione dei fatti, quest’ultimo ha uno scatto d’ira: è furioso sia perché i beni della casa sono di sua proprietà (anche se si trattava della dote di O-Tane) e perché uno scandalo simile avrebbe affossato la sua reputazione e il suo onore. O-Sono, testimone del grande dolore arrecato alla sua padrona, si suicida gettandosi nel pozzo. O-Tane decide di divorziare e torna dai genitori, mentre Sadao si risposa con la sua amante. Alla fine del romanzo viene rivelato che il ladro era l’amante della zia di O-Sono.

Analisi del romanzo

In Saikun di Tsubouchi Shōyō, rispetto ai romanzi di epoca precedente, acquista una notevole importanza la componente psicologica dei personaggi, che si allontanano da ruoli fissi e iniziano ad essere caratterizzati in virtù dei loro pensieri e delle loro azioni. D’altronde Tsubouchi Shōyō è sempre stato influenzato dalla letteratura occidentale e in questo suo approccio ai personaggi sono evidenti i suoi sforzi di far avvicinare il romanzo verso il realismo, aprendo così la strada alla scuola del naturalismo giapponese.

Un altro elemento interessante in Saikun di Tsubouchi Shōyō è il punto di vista: ad ogni  capitolo cambia e ciò, non solo rende il ritmo narrativo più dinamico, ma fornisce al lettore un quadro più chiaro della psiche dei personaggi, in particolare quelli femminili. Vengono svelati i turbamenti, i rimorsi e le incomprensioni e questo processo contribuisce a rendere i personaggi tridimensionali e inoltre facilita il lettore a immedesimarvisi e provare empatia.

Tsubouchi Shōyō in Saikun pone un forte accento sulla condizione femminile, ribadendo che nonostante il Giappone in epoca Meiji si stesse effettivamente aprendo all’Occidente e questioni come la parità fra uomo e donna fecero breccia in ambito sociale, nel concreto poi tra le mura domestiche i ruoli tra uomo e donna rimanevano ancorati a quelli di un tempo. I personaggi di O-Tane, la padrona e O-Sono, la cameriera, sono esempi di donne resilienti: O-Tane, donna colta influenzata dalla letteratura occidentale, affronta con dignità la sua condizione. Si mostra risoluta, quando pur di non chiedere i soldi al marito per aiutare i genitori, decide di impegnare i suoi stessi kimono. O-Sono, seppur giovane e dall’indole mansueta, non rimane inerme davanti al suo rapinatore. Tiene in grande considerazione la sua padrona e cerca infatti in un ultimo disperato tentativo di recuperare i soldi dei kimono impegnati.

I personaggi maschili in Saikun di Tsubouchi Shōyō, come il padre e il marito, nei dialoghi si rivolgono ad O-Tane utilizzando il soliloquio. Sadao, il marito, dopo il furto si scaglia nei confronti della moglie con una raffica di interrogativi, riuscendo a trasmettere quanto O-Tane venga messa alle strette e umiliata per ciò che ha fatto. La moglie vorrebbe anche controbattere, ma la violenza delle parole del marito la colpisce a tal punto che le emozioni vincono sulla ragione: anche se ha valide argomentazioni non riesce ad elaborarle perché viene svilita in quanto donna, moglie e persona.

Saikun di Tsubouchi Shōyō è un tentativo riuscito di ciò che l’autore aveva teorizzato nel suo saggio Shōsetsu shinzui: le vicende non vengono sminuite in chiave comica per intrattenere, né vengono sciorinati insegnamenti morali. Tsubouchi Shōyō lascia libertà al lettore di calarsi nella storia e trarre le sue conclusioni.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

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