Salvatore Puzella e il racconto Gelsomina in quarantena

Salvatore Puzella

Salvatore Puzella pubblica il racconto breve Gelsomina in quarantena, a sostegno degli ospedali di Benevento nella battaglia contro il coronavirus.

In questi due lunghi mesi di quarantena sarà capitato a tutti noi di porci questa domanda: «Come ricorderemo questo evento tra una decina di anni?».

Non c’è dubbio che un evento di portata così drammatica, dove la vita di molti è stata messa in pausa con conseguenze terribili sulla sfera lavorativa, economica e personale e quella di altri si è spenta in un letto di ospedale, senza il conforto dei propri cari, inevitabilmente entrerà a far parte dei libri di storia. Su questa linea si muove Gelsomina in quarantena, un racconto scritto e reso disponibile dallo scrittore sannita Salvatore Puzella nell’ambito di un’operazione, imitata da molti scrittori, volta a raccogliere fondi per sostenere gli ospedali nell’emergenza coronavirus.

Salvatore Puzella, biografia

Salvatore Puzella è nato a Benevento nel 1988. Laureato in storia dell’arte alla Sapienza di Roma, ha collaborato con la rivista Next Exit e ha scritto saggi introduttivi per diversi cataloghi di mostre. Ha pubblicato il saggio Investire in arte e collezionismo (2015) e il romanzo Breve storia di un dipinto (2017). Va segnalata inoltre la sua attività nel settore del marketing culturale e di organizzazione di eventi, come il progetto Selfie d’autore organizzato all’interno del GNAM di Roma nel 2014.

Gelsomina in Quarantena. Una lettera dal futuro

La protagonista di questo racconto è Gelsomina, una bambina che vive in un quartiere popolare di Benevento che in seguito a una caduta dalla bicicletta riporta delle fratture ed è costretta ad una convalescenza nel letto di casa, che per lei assume i contorni di una vera e propria quarantena.

Impossibilitata nel poter vivere una vita normale come i suoi coetanei, Gelsomina si divide tra la noia e l’apprensione dei suoi genitori, fino a quando la sorella maggiore Angela non le presta un libro: L’amore ai tempi del colera di Gabriel García Marquez. Otto anni prima lo aveva letto la stessa Angela durante un periodo di quarantena.

Salvatore Puzzella mette su carta quella che è una lettera al futuro, per rielaborare il titolo di una canzone che Eros Ramazzotti scrisse nel 1996 ispirandosi a sua volta al racconto di Edgar Allan Poe La maschera della morte rossa. Tralasciando la differenza sostanziale, l’ispirazione a un testo letterario da un lato e alla triste realtà di questi giorni dall’altro, ad accomunare la canzone di Ramazzotti e questo racconto breve è l’auspicio di un mondo migliore quando le tenebre si saranno dileguate. Salvatore Puzzella lo fa attraverso una storia breve, colma di speranza che però non scade troppo nel drammatico, attraverso il punto di vista ironico e dolce della protagonista e le tante incursioni dialettali che conferiscono al testo una patina di quotidianità verace.

Una piccola opera che, come ricordato in apertura, ha uno scopo nobile. Non solo di riscaldare l’animo di chi soffre le conseguenze morali di questo isolamento forzato, ma anche di raccogliere fondi per gli ospedali di Benevento impegnati, come molti in tutta Italia, a debellare questo male invisibile che giorno dopo giorno ci sta facendo dimenticare il sapore dell’esistenza.

Fonte immagine copertina: Ufficio stampa

 

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A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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