Silent Books, la potenza delle immagini

Silent Books

I Silent Books (o libri senza parole) sono volumi basati esclusivamente sull’uso di una sequenza di immagini, solitamente illustrate (ma a volte anche fotografie), e dalla quasi totale assenza di parole pronunciate dai personaggi presenti all’interno delle storie.
L’assenza di testo, se non per poche eccezioni, come potrebbero essere la scritta scuola su un edificio, qualche cartellone pubblicitario e così via, elimina qualsiasi tipo di barriera linguistica o culturale preesistente, favorendone la comprensione e l’interazione attiva da parte di chi osserva il libro.
Questi libri non sono necessariamente destinati a un pubblico infantile; esistono anche numerosi silent books per adulti.

Nel caso di quelli destinati ai bambini, leggerne uno significa lasciar correre libera l’immaginazione dei più piccini, con la possibilità di accompagnarli nella formulazione della storia che sta osservando, stimolandolo a notare alcune peculiarità e dettagli presenti nelle illustrazioni; a soffermarsi su alcune cose che magari attirano la sua attenzione, invitandolo ad esprimere una propria interpretazione, formularla in maniera libera, contribuendo anche allo sviluppo del senso critico già dalla tenera età.

Realizzare un libro senza parole può sembrare semplice ma è un’operazione incredibilmente complessa; si deve rispettare una logica e sostenere una sceneggiatura per rendere chiari, dall’inizio alla fine, i punti cardine della storia ai quale il bambino può appigliarsi per ambientarsi meglio.
Bisogna avere ben chiaro quello che si vuole raccontare. Non basta una semplice situazione, ma c’è la necessità di una narrazione completa di un principio, uno svolgimento ed una conclusione.

Affinché un libro senza parole sia di facile fruizione per un bambino, le immagini devono essere riconoscibili, strutturate in maniera chiara e ben collegate tra di loro in successione (impaginazione).
I protagonisti devono essere facilmente individuabili e distinguersi dagli altri personaggi secondari o di contorno.
Il ritmo di lettura dev’essere strutturato in maniera intelligente, non annoiare mai, non essere troppo frenetico e trovare il giusto equilibrio per tenere alto il livello di interesse nel lettore.
La conclusione della storia, infine, deve risultare chiara e comprensibile, mantenendo un filo logico che la collega all’inizio.

Secondo una ricerca americana, i genitori che basano la propria narrazione sui silent books, utilizzano un numero di parole più ampie e di frasi più complesse rispetto a quando leggono da un libro provvisto di parole.
È più probabile, inoltre, che interagiscano in maniera attiva e dinamica con i bambini, rispondendo alle loro domande e valorizzando i loro tentativi linguistici. Tutto ciò è un beneficio per i bambini, che affinano le loro capacità linguistiche e analitiche e si ritrovano con una base più sicura per l’apprendimento successivo della lettura più complessa.
L’infanzia è il periodo in cui il cervello dell’essere umano è una vera e propria spugna, sotto tutti i punti di vista, quindi avvicinare un bambino alla letteratura è fondamentale per incentivare lo sviluppo degli strumenti espressivi alla base della comprensione del mondo che lo circonda e della comunicazione, dandogli la possibilità di interfacciarsi con il prossimo all’interno della propria società e anche di quelle lontane da quella di appartenenza.

Le storie che vengono raccontate ai bambini, sia nei silent books che in quelli con parole, sono un tesoro inesauribile, uno scrigno pieno zeppo di immagini, strutture linguistiche, nuovi vocaboli ed insegnamenti etici e morali da osservare e rendere propri, con il dovuto tempo.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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A proposito di Christian Landolfi

Studente al III anno di Lingue e Culture Comparate (inglese e giapponese) presso "L'Orientale" di Napoli e al I anno di magistrale in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Martucci" di Salerno. Mi nutro di cultura orientale in tutte le sue forme sin da quando ero piccino e, grazie alla mia passione per i viaggi, ho visitato numerose volte Thailandia e Giappone, oltre a una bella fetta di Europa e la totalità del Regno Unito. "Mangia, vivi, viaggia!"

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