La sindrome di Madame Bovary: il concetto di Flaubert

La sindrome di Madame Bovary: il concetto di Flaubert

La sindrome di Madame Bovary, o “bovarismo“, è un disturbo comportamentale che indica uno stato di insoddisfazione cronica. Nasce nel 1856 a seguito della pubblicazione del celebre romanzo di Gustave Flaubert, Madame Bovary. Il concetto si basa sulla disillusione che deriva dall’idealizzazione della realtà, specialmente in amore, alimentata da aspettative fittizie spesso tratte dalla letteratura o dai media.

A differenza dei romanzi di Jane Austen, che spesso si concludono con il matrimonio, Flaubert si focalizza proprio sulla vita coniugale, mostrando come la noia e l’insoddisfazione della protagonista diano origine a questo stato psicologico.

Sintomo psicologico Descrizione del comportamento
Incapacità di accettare la realtà La vita quotidiana è percepita come noiosa e deludente rispetto a un mondo ideale e immaginario.
Fuga nella fantasia Si costruisce una personalità fittizia e si vive in un mondo di sogni ad occhi aperti per evadere dalla mediocrità.
Ricerca ossessiva di passioni Bisogno costante di emozioni forti e amori travolgenti, che porta a relazioni instabili e spesso distruttive.

Le origini nel romanzo: l’infelicità di Emma Bovary

Il tema principale dell’opera è la noia che nasce dall’insoddisfazione della protagonista, Emma, legata al rapporto con il marito Charles, un uomo mediocre. L’influenza dei romanzi romantici che ha letto la porta a desiderare una vita di lusso, passioni e ammirazione. Inizia così la sua ricerca di una realtà migliore, che penserà di trovare in una serie di amanti.

L’adulterio come fuga dalla realtà

Un ruolo centrale nel romanzo è costituito dall’adulterio. A differenza dei romanzi tradizionali, dove il matrimonio è il lieto fine, in Madame Bovary è l’inizio del dramma. Dopo il matrimonio e la nascita di una figlia, Emma tradisce il marito. L’adulterio diventa per lei un atto di autodeterminazione individuale, la massima espressione del desiderio di evadere da una vita che non la soddisfa.

Le conseguenze: la critica di Flaubert al romanticismo

Il desiderio di Emma la porta alla rovina. Intrappolata dai suoi amanti, che uno dopo l’altro deludono le sue aspettative, la sua anima diventa un campo di battaglia. La sindrome di Madame Bovary si trasforma in un conflitto interiore, una perenne insoddisfazione che la condurrà al suicidio con l’arsenico, una morte terribile nella sua banalità.

Con questo finale, l’intento di Flaubert diventa evidente. Il romanzo è una potente critica al Romanticismo e alla sua tendenza a idealizzare la realtà. L’illusione e la costante ricerca di un ideale irraggiungibile, secondo l’autore, non portano alla felicità, ma a una tragica e perenne insoddisfazione.

Fonte immagine: Wikipedia

Articolo aggiornato il: 11/09/2025

 

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