Skyline, di Annalisa Bruni | Recensione

Skyline, di Annalisa Bruni | Recensione

Skyline, di Annalisa Bruni | Recensione

La nuova raccolta di racconti di Annalisa Bruni

Dopo averla conosciuta con Altri Squilibri, della casa editrice Helvetia, l’autrice Annalisa Bruni torna con una nuova raccolta di racconti: Skyline, recentemente edito dalla casa editrice Cleup. Nella prefazione, così scrive la giornalista professionista Francesca Visentin, presentando il libro:

«Ho imparato a conoscere negli anni la scrittura di Annalisa Bruni e quello sguardo speciale con cui entra nelle storie. Una vocazione, un talento non comune per la forma “racconto” che a volte lei ha sentito come un limite, ma che di fatto è un “senso speciale”, raro, in un momento storico in cui la narrativa contemporanea brulica di parole a raffica e romanzi-valanga, che spesso seppelliscono il lettore, invece di farlo sognare. In Skyline, come in altre opere, Annalisa Bruni dimostra questa dote speciale, accompagnando con la sua penna dentro piccoli mondi compiuti, racchiusi nell’arco di una narrazione».

Skyline: racconti come anime

Già dal titolo Skyline rimanda alla costruzione di un mondo che è altrove. Un mondo nel quale il lettore si possa perdere e allontanare dal caos della quotidianità, un mondo che sia una pausa, un punto e virgola dalle ansie e dai rumori assordanti dell’oggi. E, infatti, l’autrice crea attraverso le parole racconti come squarci di un universo costellato di voci, di anime:

«Osserva, analizza, mostra, racconta singoli universi che incrociano fantasia e realtà, spunti di cronaca, suggestioni letterarie, vita vissuta. Scorrono i suoi racconti, conducono in luoghi e non-luoghi che diventano quell’altrove dove è stimolante perdersi, per qualche momento. Come ogni buon libro dovrebbe riuscire a fare. Il tocco è lieve, incisivo, essenziale, lo sguardo chirurgico, l’ironia sottile, sempre presente. Uno stile che sollecita molte corde, fa riflettere» scrive Francesca Visentin nella prefazione di Skyline.

Eppure, dunque, in Skyline l’autrice Annalisa Bruni riesce a non perdere l’incisività della sua penna. Anzi, i suoi racconti traggono spunto dalla realtà e, pur mescolandosi alla creatività, si trasformano in finestre su una vita che, in qualche modo, ci riguarda tutti. Allora, Skyline è un coro polifonico, che scandaglia la psiche e soprattutto l’anima dei suoi componenti. Infatti, se in Altri Squilibri vi è quasi un monito per quelle voci a prevalenza femminile troppo spesso zittite, compiendo così un’operazione in parte diversa, qui invece si dà spazio a una globalità di sentimenti molto più varia. In Skyline si mettono a nudo percezioni recondite di un’umanità vasta, quelle grida che solo una scrittura, come quella della Bruni, fresca, ironica e puntuale, riesce a trascinare via dalle catene imposte e anche auto-imposte.

In questo modo, Skyline non è solo un viaggio di evasione, un esercizio di immaginazione sapiente, ma è anche uno specchio: un riflesso in cui diventa quasi necessario identificarsi per imparare a conoscere qualcosa del mondo che ci circonda, degli altri e, soprattutto, di noi stessi.

Fonte immagine in evidenza: Ufficio Stampa      

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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