Sonata d’Inverno: alla riscoperta di Dorothy Edwards | Recensione

sonata d'inverno

Sonata d’inverno è l’unico romanzo dell’autrice gallese Dorothy Edwards edito in italiano con la traduzione di Francesca Frigerio per Fazi Editore.
Dalla personalità estrosa, è stata introdotta al Bloomsbury Group da David Garnett, il quale l’aveva soprannominata la Cenerentola gallese.
A causa della sua scomparsa prematura, Dorothy Edwards ha pubblicato solo due opere: Rhapsody (1927), una raccolta di short stories e Sonata d’Inverno (Winter Sonata) pubblicato postumo nel 1986.
Prima di suicidarsi ha lasciato un biglietto d’addio:

“I am killing myself because I have never sincerely loved any human being all my life. I have accepted kindness and friendship and even love without gratitude,and given nothing in return”.

Mi uccido, perché non ho mai amato nessuno in tutta la mia vita. Ho accettato la gentilezza e l’amicizia, persino l’amore, ma mai con gratitudine e non ho mai contraccambiato.

Sonata d’Inverno, trama

Ambientato in un freddo inverno in Inghilterra, Sonata d’Inverno è una fotografia della vita rurale di inizio Novecento. Il breve romanzo racconta la quotidianità di alcuni personaggi, che si incrociano tra lunghe passeggiate e discussioni sul senso della vita.
In questo modo vengono presentati i diversi personaggi. Arnold Nettle è giovane operatore del telegrafo che si trasferisce dalla città alla campagna, a causa della sua salute cagionevole.
Alloggia a casa di Mrs Clark, la cui severità prorompe attraverso le critiche a Pauline, sua figlia, una giovane dalla voce angelica, ma dal carattere ribelle che cerca di sfuggire alle mura domestiche attraverso incontri clandestini, in orari inopportuni.
Durante uno dei suoi concerti domestici, Arnold Nettle introduce Pauline a George Curle, suo caro amico, alle sue bellissime cugine, Olivia ed Eleanor e al loro ospite Mr Premiss.
Le loro vite si sfioreranno senza mai aggrapparsi e stringersi in un inverno freddo e intenso, che fa da protagonista tra le pagine del romanzo. Come se le descrizioni degli alberi rinsecchiti e la bianca coltre di neve permeasse l’umore dei personaggi, oltre che le pagine di questo libro, Dorothy Edwards restituisce in Sonata d’inverno uno spaccato realistico dell’Inghilterra rurale del primo Novecento.

Intriso di malinconia e inquietudine, in questo breve romanzo l’autrice riesce a raccontare la marginalizzazione femminile e le differenze di classe, questioni che ha avuto molto a cuore durante la sua vita.
Socialista per antonomasia, Dorothy Edwards fu esposta a personalità di spicco del partito in giovanissima età, che le hanno permesso di credere nella rivoluzione e nella parità di genere.
Questi insegnamenti emergono in maniera evidente nella sua opera e nelle parole delle sue personagge (termine riconosciuto dalla Società Italiana delle Letterate), che vogliono essere individui a sé stanti e non dipendere da nessuno.
Pauline Clark ne è l’esempio più chiaro con la dirompenza con la quale esce fuori dagli schemi per rifuggire da un ambiente domestico oppressivo, nel quale non può esprimere se stessa.
La preziosità di questo romanzo, d’altronde, è connotata dallo sviluppo di Eleanor e Olivia, personagge smarginate, per usare la terminologia appartenente ai romanzi di Elena Ferrante, che silentemente percepiscono la ripugnanza di una mascolinità che cerca di schiacciare e prevalere sull’indipendenza femminile e manifestano la loro repulsione attraverso pianti disperati ed episodi depressivi.
Anche la condizione di Arnold Nettle è spiegata in maniera delicata e raffinata, la sua emarginazione data dalla sua condizione sociale è ampiamente descritta, rendendolo il personaggio con cui si può facilmente empatizzare durante la lettura.
Arnold Nettle non riesce mai sentirsi a essere parte di quel contesto e non comprende perché la felicità, che sente nel momento in cui trascorre il proprio tempo con George e le sue cugine, si dissolva, trasformandosi in un qualcosa che non riesce a definire.
Quel sentimento di inadeguatezza che lo tormenta, sottolineato dalla maniera in cui viene paragonato a Premiss e talvolta sottilmente deriso, è lo stesso sentimento che l’autrice prova in vita, nel periodo in cui ha preso parte al Bloomsbury Group.

Sonata d’Inverno è un romanzo che merita di essere riscoperto e letto per la sua soave malinconia e per la sua avanguardistica critica alla società patriarcale.

 

Immagine di copertina: Fazi Editore

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A proposito di Dana Cappiello

Classe 1991, laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione. Ho sempre sentito l’esigenza di esprimermi, impiastricciando colori sui fogli. Quando però i pensieri hanno superato le mie maldestre capacità artistiche, ho iniziato a consumare decine di agende. Parlo molto e nel frattempo guardo serie tv e leggo libri.

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