Sto ascoltando dei dischi, è il nuovo romanzo di Maurizio Blatto, giornalista e firma storica della rivista “Rumore”, edito da add editore.
Il libro di Maurizio Blatto comincia con un chiaro accostamento alla vita del protagonista con quella di James Barrie, autore di Peter Pan. L’uomo, infatti, nel percorso intricato della sua vita, ascolterà più volte l’esortazione a “crescere”, proprio come succedeva al protagonista di Barrie. Tale accostamento sarà da subito negato, poiché Maurizio non si troverà mai alla ricerca di una fanciullezza, quanto piuttosto nel pieno godimento della sua condizione. Stasi che per gli altri è assolutamente deleteria.
«Amare la musica e i dischi tanto da confondere la vita con le canzoni e il pop con la realtà è la malattia dell’autore di questi racconti. In un succedersi di situazioni esilaranti, psicologi, consulenti familiari, terapie di gruppo, medici e addirittura la Morte tentano di curare il protagonista dalla sua ossessione per la musica. Ci riusciranno? Vincerà Freud o avranno la meglio i Beastie Boys? Il terrore per il reggaeton è curabile? Vita privata e analisi musicale si fondono in un testo in cui sono le canzoni a fornire il ritmo all’esistenza dell’autore, scandita attraverso ricordi personali e aneddotica rock.»
L’argomento cardine dell’intero libro è senz’altro il mondo che si cela dietro le ossessioni. Per taluni possono diventare infatti motivo di discordia, perdizione di energia vitale, fino a risultare motivo di disfatta. Per Maurizio, l’ossessione per la musica, altro non è che un modo di vivere la vita in maniera totale. Il protagonista racconterà diversi passi della sua vita accostando ad ogni sentimento ed evento un autore musicale o una frase di una canzone.
Ogni citazione risulta evocativa ed emozionante. Il libro porta il lettore in una sorta di cassa armonica, dove parole e situazioni, si svolgono sotto il ritmo di una soundtrack specifica. Il protagonista, pur vivendo una vita all’esterno della sua testa, più volte, sembrerà essersi creato una bolla dove la vita segue il ritmo dei suoi artisti preferiti. Le sue esperienze di vita risulteranno il mix di chitarre, accordi e testi memorabili. In certi momenti, l’uomo sembrerà affrontare una sorta di “male di vivere”, rivolto più all’insofferenza altrui che al contesto storico. Maurizio non sarà in grado di stabilire relazioni stabili al di là della sua famiglia, poiché tutte le persone che hanno gusti diversi, appaiono al protagonista come persone da bandire. Uno dei suoi gruppi preferiti è senz’altro quello de The Smiths, l’ossessione per la loro musica, finirà per essere così deleteria, che l’uomo sarà condotto verso una terapia psicologica.
I The Smiths ricorreranno anche nei suoi racconti adolescenziali. Maurizio e Gradino, uno dei suoi più cari amici, infatti, saranno i protagonisti di un gioco esilarante, dove ad ogni canzone del gruppo sarà associata un’azione in un “dimmi e comandami” dal retrogusto vintage. In questa parte di narrazione, si trova lo spazio giusto anche per i ricordi del passato più tetri. Ricordi, i quali, racconteranno episodi di bullismo, di ritorni alla città dell’infanzia, e degli amici di sempre, ormai persi di vista.
L’argomento famiglia sarà presente in diverse pagine. La famiglia di Maurizio, composta da sole donne, se dapprima risulterà quasi indifferente alle sue manie musicali, in un secondo momento, sarà l’elemento principale per la ricerca di una cosiddetta cura. Si avvicenderanno momenti di routine familiare, fatta di “padri in attesa” a parcheggi di fortuna solo per ascoltare la canzone più bella della compilation. Nelle pagine familiari prenderà forma anche il cosiddetto “concetto di spazio”. Maurizio, ormai sposato e padre di famiglia, essendo all’apice della sua ossessione per i vinili, sembrerà bramare le pareti della sua casa d’origine, ormai lasciate vuote, capaci di ospitare gran parte dei vinili destinati alla vendita forzata. La ricerca di spazio, oltre al concetto basale, sembra voler sottolineare la voglia di un ritorno alle origini, che in ogni matrimonio, prima o poi sembra bussare alla porta di casa.
Non mancheranno momenti divertenti dove la narrazione “pop” stringe l’occhio al comico. Le pagine dedicate al pupazzo furbish e alle sfide del villaggio vacanza, daranno al libro punti di luce, dove difficilmente si resta a bocca serrata.
Maurizio Blatto, l’ossessione per la musica de Sto ascoltando dei dischi
La passione smisurata per la musica, sembrerà dare non pochi problemi al protagonista, il quale si porterà dietro “le sue lettere” ovunque. Questi ultimi sembreranno spiegare cose che a voce non trovano spazio, ma al contempo, non sembreranno mancare momenti di perdizione psicologica, come nel caso del suo alter ego “Gabriele Cornagliasso”, il quale per amore della musica, compierà atti del tutto disturbanti. Maurizio, in preda alla sua metà oscura, sarà ostile al mondo intero, risultando il protagonista di una strana “orticaria da cattiva musica”. Tutto ciò che per il protagonista non appartiene alla musica oggettivamente apprezzabile, oltre che motivo di lite, sarà il motivo per smarrire la ragione, tanto da arrivare ai “vinilisti anonimi”.
Verso la fine ci si imbatterà anche in un colloquio con la Morte. Tale chiacchierata non verrà descritta con argomentazioni funeree, né con tristezza. La morte parlerà al protagonista con un tono familiare, come se i due fossero vecchi amici. Anche nella loro chiacchierata ultraterrena, la musica avrà un ruolo fondamentale. Il Mietitore non è descritto come un incappucciato severo e balordo, ma piuttosto come uno che fa il suo dovere, e cerca di farlo alla meglio.
Il libro è pregno di riferimenti musicali, come i Led Zeppelin, gli Who, Freddie Mercury, i Queen, e molti altri. Ad accostarsi ai nomi “più conosciuti” ci saranno nomi meno sentiti, ma che in qualche maniera hanno fatto ugualmente la storia della musica. Il libro attraverso la sua soundtrack accompagna il lettore in un viaggio musicale che se da una parte informa dall’altra intrattiene piacevolmente.
La scrittura di Blatto è chiara e coincisa. Il suo è un libro che tiene compagnia, e al contempo si pone l’obiettivo di “insegnare”, laddove la musica di uno non arriva alla congiunzione della musica dell’altro. È un ponte fatto di parole e passione, in uno scritto che ha tutta l’aria di una biografia romanzata, che proprio come suggerisce il titolo, sembra gridare con la voce del protagonista: “Sto ascoltando dei dischi”, e questa sembra essere l’unica salvezza possibile.
Immagine in evidenza Ufficio Stampa Add Editore