Vita con Lloyd, intervista a un autore onesto

Vita con Lloyd, intervista a un autore onesto

Vita con Lloyd, conosciamo Simone Tempia

Ormai è difficile trovare qualcuno che non conosca le avventure di un uomo alle prese con il proprio maggiordomo immaginario: lo dimostrano il sito web, la pagina Facebook seguita da quasi 100.000 utenti e il libro Vita con Lloyd, pubblicato per la prima volta il 17 novembre 2016 e alla sua quarta ristampa.

Non è impossibile invece poter venire a conoscenza della mente che si nasconde dietro i dialoghi tra Lloyd e Sir. L’unica pecca è che non è immediatamente intuitivo: Simone Tempia, un giovane scrittore originario di Biella, non desidera un pubblico ma “lettori di Vita con Lloyd”. Sembra un concetto semplice, ma nasconde l’aspirazione di poter mettere sempre in primo piano il proprio prodotto (come tale e non come profitto), perché venga apprezzato singolarmente e nella sua onestà. È, per lui, sbagliato affermare che un libro sia la proiezione di uno scrittore.

Ci ha concesso un’intervista, tra l’altro estremamente divertente, svelando qualcosa anche di sé oltre che di uno dei suoi personaggi più conosciuti.

Intervista all’autore di un libro che vuole essere onesto: Vita con Lloyd

La prima domanda di rito: chi è Lloyd?

È un maggiordomo immaginario. Niente più, niente meno. Se poi vogliamo cercare di trovare una sua identità, al di fuori di quella di servizio, è una voce, un collettore di voci, un insieme di consigli che nella vita abbiamo ricevuto almeno una volta dalle persone più sagge di noi. E tutta questa – non so se proprio definirla saggezza, perché il saggio sa di vecchio, sa di stantio – visione dall’esterno che abbiamo di noi – e di me in particolare – confluisce nella figura di Lloyd. Sono le mie sensazioni, quando il sottotitolo recita “la mia vita con un maggiordomo immaginario di nome Lloyd” intende proprio la mia vita, la mia di Simone Tempia. È naturalmente la mia quotidianità; le persone che mi conoscono e leggono Vita con Lloyd si fanno le “ghignate”, sanno cosa sta succedendo e come rielaboro le cose. Quanto è imbarazzante? Pochissimo. Fortunatamente ho ricevuto questa “grazia” enorme, che è quella di saper astrarre un pochino le mie miserie e dal particolare trasformarle nell’universale. È ciò che fanno i grandi scrittori. Questa capacità – che io non ho perché sono alle prime armi, anche se scrivo da quando avevo 14 anni – ogni tanto riesco a farla venire fuori. Ho un’emotività vulcanica, quando mi succede qualcosa sono un libro aperto e mi piace “scrivermi” e mostrarlo agli altri.

Allora la seconda, ugualmente importante: chi è Simone Tempia?

È un 34enne, che da vent’anni vuole fare solo una cosa nella vita: lo scrittore. Che ha sempre lottato per poterlo fare, nonostante io per primo sono – ed ero quando ho iniziato questa carriera – cosciente non sia la via per l’arricchimento né per la stabilità economica e mentale. Sono laureato in Giurisprudenza, arrivo dalla provincia del nord-ovest, che è Biella, ma ho viaggiato un po’. Sono stato sei anni all’Università di Pavia, poi a Bologna per tre anni. Mi sono un po’ “mischiato” e adesso vivo a Bergamo con mia moglie. Sono una persona difficile e non ho problemi a dirlo. Le persone che mi sono accanto sono sulla via della santità, manco postuma ma per meriti conseguiti sul campo. Persone a cui devo tantissimo. Sono una persona non troppo semplice con dei lunghi baffi scuri che mi danno un fascino retrò.

Quali sono le tue fonti d’ispirazione per Vita con Lloyd?

Per quanto riguarda la scrittura…è difficile: la scrittura è un mondo particolare in cui devi essere in grado di venire ispirato. Il passo successivo è poi dimenticarti l’ispirazione. Soltanto attraverso questo riesci a creare un tuo stile. La cosa difficile non è tanto “creare”, ma avere una tua voce. Quando arrivi a questa assoluta quasi-catarsi è difficile tornare indietro. Gli autori che mi hanno più influenzato sono Vittorio Tondelli, ma soprattutto Giovannino Guareschi per la sua educazione, la sua capacità di essere tagliente senza mai essere cinico. Poi anche Paul Auster; anche autori che non t’immagini. Per quanto riguarda la musica, l’elettronica di Aphex Twin che di scritto non ha praticamente niente ma dà ritmo. Però insieme a lui c’è Chet Baker. Per quanto riguarda il cinema, invece, Stanley Kubrik. Se dovessi descrivermi con un suo film…ovviamente Shining! Non è un caso che il mio maggiordomo si chiami Lloyd. Considera che il cameriere immaginario di Jack Torrance si chiama Lloyd e quindi arriva, a suo modo, dall’Overlook Hotel.

Quali sono i progetti futuri di Simone Tempia?

I progetti futuri sono sicuramente cercare di sopravvivere il più a lungo possibile facendo quello che mi piace di più. La scrittura non è mai solo pubblicare libri, ma è anche tante cose. Quindi studiare, studiare tanto, perché la scrittura richiede studio. Tutti noi arriviamo dopo la quinta elementare sapendo fare un tema: scrivere è una cosa diversa. La scrittura può essere imparare a sceneggiare, che è una mia grandissima lacuna. Questa è una cosa che vorrei imparare per il futuro. Poi dedicarmi a nuovi progetti: Lloyd non è spuntato fuori come un fungo, ma è stato preceduto da altri progetti, in passato, che hanno avuto il loro discreto successo perché matti come matto sono io. E trovare l’occasione, dopo un po’ di silenzio, che qualcuno dica “Ecco che è tornato quel matto di Simone con qualcosa di fuori dal comune”. Fra ventun giorni poi esce un romanzo, con il nostro carissimo maggiordomo immaginario. Era un azzardo enorme ma dovuto. A tutti i lettori, a tutti coloro che hanno acquistato Vita con Lloyd e a tutte le persone che mi sono vicine, sulla pagina. Per me è fondamentale la fiducia che ripongono in me e soprattutto la gratitudine che io ho nei loro confronti.

Nel frattempo rimane affezionatissimo scrittore per la Rizzoli Lizard, nonostante i numerosi corteggiamenti. A noi non resta che aspettare il 28 settembre per immergerci in una lunga avventura con il nostro maggiordomo immaginario preferito. Se c’è in programma anche un libro di cucina? «[Ridendo] Sì, cucina greca: Pita con Lloyd.»

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A proposito di Francesca Paola Esposito

Napoletana. Già laureata in Lettere Moderne alla Federico II, attualmente iscritta a Scienze storiche allo stesso ateneo. Vivo nel sospetto di aver imparato prima a leggere, poi a camminare. Certo è che da quel momento non ho più smesso.

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