The Alan Parsons Project è stato un gruppo prog-rock fondato da Alan Parsons e Eric Woolfson nel lontano 1975 e, in soli 15 anni di attività, hanno registrato ben undici album. In questo articolo trattiamo alcune delle migliori canzoni dei The Alan Parsons Project.
Prima di vedere quali sono le canzoni dei The Alan Parsons Project da ascoltare, ricostruiamo velocemente un po’ di storia: Parsons era un ingegnere del suono presso gli Abbey Road Studios di Londra, dove collaborò insieme a Geoff Emerick per lo storico album Abbey Road dei Beatles. A seguire, continuò la collaborazione con McCartney e negli anni Settanta prestò il suo aiuto anche ai Pink Floyd per la produzione degli album Atom Heart Mother e The Dark Side of the Moon.
Nel 1974 Parsons incontra Woolfson e insieme decisero di fondare il gruppo The Alan Parsons Project. Woolfson era colui che si occupava della composizione dei brani mentre Parsons si dedicava per lo più alla produzione e alla cura del suono. Una delle peculiarità del gruppo era la scelta di alternare voci diverse per ogni canzone, scegliendo sempre quella più adatta per l’occasione.
Ecco tre imperdibili canzoni dei The Alan Parsons Project:
Eye In The Sky
Eye In The Sky è tratta dall’omonimo album del 1982 ed è sicuramente una delle canzoni più conosciute del gruppo con ben 275 milioni di ascolti su Spotify. Il titolo può portare alla mente dell’ascoltatore il romanzo 1984 di Orwell, con quest’idea dei cittadini costantemente monitorati da un governo totalitario. Tuttavia, nonostante gli accostamenti, chi ha letto il libro e successivamente il testo della canzone sa che non ci sono riferimenti che possano asserire il collegamento diretto tra la canzone e il romanzo.
I am the eye in the sky
Looking at you
I can read your mind
I am the maker of rules
Dealing with fools
I can cheat you blind
And I don’t need to see any more to know that
I can read your mind
The Turn of a Friendly Card
La seconda delle canzoni dei The Alan Parsons Project proposta è The Turn of a Friendly Card, canzone che dà anche il nome all’album del 1980. Questo brano, ma in realtà un po’ tutto l’album, si distingue per la sua narrazione, nemmeno tanto metaforica, incentrata sui temi che ruotano attorno al gioco d’azzardo. Il sound è un intreccio di sezioni strumentali e vocali che riflettono quelli che sono gli alti e i bassi dell’esperienza umana.
But the game never ends when your whole world depends
On the turn of a friendly card
No the game never ends when your whole world depends
On the turn of a friendly card
Games People Play
L’ultima delle canzoni dei The Alan Parsons Project proposta è Games People Play, anche questa tratta dall’album The Turn of a Friendly Card. Anche questo brano si va ad inserire nella categoria prog-rock anni ’80 e vede, come le altre canzoni del gruppo, l’uso di sintetizzatori che era ormai divenuto un po’ la firma distintiva dei APP. La canzone è una sorta di riflessione sulla dinamica dei comportamenti umani; più nello specifico, esamina i games, ovvero le strategie che le persone adottano per peseguire i loro obiettivi. Esattamente come per la canzone precedente, anche questa è una delle canzoni dei The Alan Parsons Project influenzata dal fatto che durante l’incisione dell’album The Turn of a Friendly card, il gruppo si trovava a Monte Carlo e quindi vivevano tutti in prima persona i problemi legati ai grandi casinò e a chi era solito frequentarli.
Games people play
You take it or you leave it
Things that they say aren’t alright
If I promised you the moon and the stars
Would you believe it?
Games people play in the middle of the night
Fonte immagine in evidenza: Discogs