Twenty One Pilots sono un gruppo musicale alternative pop statunitense formatosi a Columbus, Ohio, nel 2011. I membri sono: Tyler Joseph, cantante, tastierista e bassista, e Josh Dun, batterista. I loro primi lavori in studio sono Twenty One Pilots, album del 2009, e Regional at Best del 2011. Debuttano però a livello nazionale con il loro singolo Holding on to You, estratto del successivo album Vessel del 2013. Ma è con Blurryface che raggiungono il massimo successo, grazie anche al singolo Stressed Out (2016), la prima tra le canzoni dei Twenty One Pilots che scala le classifiche mondiali e vince un Grammy Award. Dopo tre anni di assenza, il gruppo torna sulla scena musicale pubblicando il quarto album in studio del 2018: Trench. Nel 2021 invece, segue il quinto e ultimo album, Scaled and Icy.
Vediamo insieme 4 delle canzoni dei Twenty One Pilots da non perdere
1. Stressed Out
Stressed Out, come abbiamo visto, è una delle canzoni dei Twenty One Pilots compresa nell’album Blurryface, ed è forse la più famosa del gruppo. La canzone descrive appieno e in modo originale la situazione degli adolescenti e dei giovani in generale, che si trovano a dover affrontare l’età adulta e le responsabilità che ne derivano, dimostrando come è facile avere paura di non riuscire a creare nulla di abbastanza originale che lasci il segno, in questo caso appunto nella musica. Il testo si apre infatti così: «I wish I found some better sounds no one’s ever heard, I wish I had a better voice that sang some better words», letteralmente «Vorrei riuscire a trovare suoni migliori che nessuno ha mai sentito, vorrei avere una voce migliore per cantare parole migliori». Inoltre, sempre collegandoci al senso di crescita e di dovere, il ritornello spiega la sensazione perfettamente: «Wish we could turn back time to the good old days, when our mama sang us to sleep but now we’re stressed out» ovvero «Vorrei che potessimo tornare indietro nel tempo, ai bei vecchi tempi, quando nostra madre cantava per farci addormentare, ma ora siamo stressati».
2. Heathens
Heathens fa parte delle canzoni dei Twenty One Pilots ma non rientra in nessuno dei loro album. La canzone viene infatti creata per essere una delle colonne sonore dell’atteso film del 2016: Suicide Squad.
La canzone è molto particolare, e mostra perfettamente i vari stili utilizzati dal gruppo, che viene conosciuto come alternative pop ma che vede la commistione di ben più sottogeneri come elettro pop e indie pop. In sintesi, dovendo rispecchiare l’atmosfera del film, il cantante interpreta la parte di un carcerato, in questa strana prigione che fa da casa a psicopatici e persone stravaganti, avvisando l’ascoltatore di fare attenzione a non rientrare tra le file di prigionieri, perché potrebbero essere pericolosi per lui, e citiamo: «You’ll never know the psychopath sitting next to you, you’ll never know the murderer sitting next to you».
3. Chlorine
Chlorine è una delle canzoni dei Twenty One Pilots facente parte dell’album Trench del 2018. Come tante delle canzoni del gruppo, Chlorine è molto significativa. Il titolo significa “cloro”, e ci si riferisce appunto a questa sostanza come quella che serve per purificarsi. Effettivamente, il cloro viene usato per disinfettare efficacemente, essendo una sostanza germicida. In questo caso, i Twenty One Pilots parlano di come, metaforicamente, bevono il cloro per purificarsi e rimettersi in piedi dopo aver capito di essere ormai “inquinati” dai pensieri e dalla depressione, avendo perso sé stessi.
4. My blood
My blood è una delle canzoni dei Twenty One Pilots compresa nell’album Trench del 2018. In questo brano, il cantante si sta rivolgendo ad una persona molto importante per lui, a cui si riferisce con l’appellativo “my blood” quindi “mio sangue”. La canzone è una promessa di lealtà, di aiuto costante per la persona a cui si sta riferendo, anche se non ci è dato sapere chi sia. In realtà ci sono varie speculazioni sul fatto in questione, poiché le parole scelte e le metafore usate potrebbero confondere. Il testo dice «[…] stay with me, my blood, you don’t need to run», che potrebbe riferirsi al suo sangue che scorre (run) via, e quindi potrebbe in realtà essere una canzone dedicata a sé stesso.
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