Canzoni pop di oggi: cosa dicono delle nostre relazioni?

Canzoni pop di oggi

La cultura, come interpretata dallo studioso Williams, è sia un prodotto delle più raffinate attività intellettuali, sia un modo di vivere la propria vita quotidiana di un particolare gruppo, popolo o epoca. Tutto ciò che facciamo, utilizziamo, produciamo, ascoltiamo, balliamo, cuciniamo, scriviamo, è cultura. E il modo in cui ci comportiamo, il nostro habitus, a sua volta è influenzato dalla cosiddetta cultura mainstream. Dunque è un ciclo continuo: noi influenziamo la cultura, la cultura influenza noi. Viene da sé allora che i film, gli spettacoli in tv, le canzoni pop di oggi, ci dicano molto di quel che noi siamo dal generale al particolare, dal sociale all’individuale.

Ascoltiamo le ultime canzoni più ascoltate secondo le hit parade del panorama pop e rap italiano.

«Non ci parliamo da un po’, na, na, na, na

Stasera possiamo bere e andare da me
Dopo spegnere la luce e guardare la TV
Non fare quella gelosa, na, na, na, na»

Gelosa, Finesse ft. Shiva, Sfera Ebbasta, Guè 

«Mi sto impegnando ad essere più elastica
Ti sto pensando e non ti scrivo da tanto
È un classico
E poi senza avvisare sei qui»

Bellissima, Annalisa

Ebbene: due storie d’amore saltuarie, poco impegno, ritrovarsi quando fa comodo. Sembra un copione che conosciamo tutti e per questo, forse, queste canzoni ormai ci tormentano per quanto siano diventate virali. Pensiamoci: il pattern relazionale al giorno d’oggi è proprio questo: interazioni senza impegno, in cui si fanno esperienze, si vivono emozioni, ma non si ufficializza e non si promette niente. Il recente fenomeno delle situationship. Come si potrà intuire, la situationship è una relazione che non si chiama come tale, un po’ è un legame, un po’ non è nulla. Le più giovani generazioni stanno imparando così l’approccio al sentimento.

Questi nuovi tipi di legami, presenti in quasi tutte le più famose canzoni pop di oggi, non sono altro che la legittima conseguenza della trasformazione sociale. Viviamo, per citare Bauman, in una società liquida «dove l’unica certezza è l’incertezza, e l’unica costante è il cambiamento». Viene da sé che, come di molti altri aspetti del nostro quotidiano, anche delle relazioni sentimentali la percezione è mutevole, fluttuante, incerta. Nella società dei consumi, in cui tutto è fastfast food, fast fashion – anche le dating app ci dimostrano che siamo nel e sul mercato: ogni prodotto è intercambiabile, siamo abituati a vetrine piene di alternative, e noi stessi ci reifichiamo al punto di diventare oggetto da esposizione.

«Baby, chi lo sa, come andrà a ‘sto giro (giro)
Ma non puoi tradirmi se per primo non mi fido
So che ti ho colpito e adesso che ti ho scolpito
Mi odieranno i tuoi ex e il tuo prossimo tipo (ah-ah)
Mi piace il male che mi fai, come cambi vibes
Tu lo sai che c’è una regola fondamentale
Ci si ricorda più di chi ci ha fatto male, ah»

Il male che mi fai, Geolier ft. Marracash

«Mi manca il respiro, tra amore odio la linea è sottile
Tu vuoi delle scuse, sai bene che “scusa” io non lo so dire»

Chiagne, Geolier ft. Lazza

«Tu vuoi una donna che non c’è
E se ci pensi il nostro amore è nato appena
Ma è già finito male»

Due, Elodie

«Se mi dici che non faccio più parte delle tue priorità
Cerco di capire se la tua bugia è una verità
Oh-oh, tutto in fiamme
Oh-oh, ricordi in fiamme»

L’isola delle rose, Blanco

Bauman scrisse: «L’inizio di un rapporto di coppia è un processo complicato che richiede coraggio e competenze che a molti mancano», e molte volte cerchiamo degli stratagemmi per non assumerci le responsabilità emotive – vedesi il ghosting, l’orbiting, o le relazioni a distanza, in cui si schivano problemi emotivi e aspetti noiosi della coppia, per poi godersi gli aspetti positivi in un breve periodo.

In queste canzoni pop e rap di oggi, alcune presentate anche al Festival di Sanremo, si percepiscono tutti i risultati di un estremo individualismo: incomunicabilità, evitamento, rifiuto della vulnerabilità.

Il mito dell’indipendenza che ci viene venduto è spesso più forte del bisogno di compagnia inevitabilmente legato alla figura umana. Una vita ben vissuta è quella di un individuo che ha tanti pallini nelle storie in evidenza del suo profilo Instagram e dunque altrettante esperienze archiviate ed esposte. Il nostro fascino deriva dal nostro status, e, soprattutto dall’interfaccia dei nostri profili social. La digitalizzazione del mondo ci offre tantissime opportunità, ma anche l’estrema paura di rimanere soli. Ciò per cui ci sbracciamo è proprio evitare di essere rifiutati, scartati e abbandonati da amici e amanti.

Dato che percepiamo queste reti di sicurezza sociali come labili e temporanee, per difesa siamo diffidenti verso gli altri, e raramente stabiliamo le basi per rapporti solidi e duraturi.

Trovare la autenticità, il difetto, la complessità, è una rarità. Ci vuole coraggio per vedersi brutti e veder brutto un altro, e amarlo nonostante ciò. Di esperienze si può scegliere di viverne tante, ma di sicuro lo sguardo empatico di un’altra persona, non ci restringe, anzi ci amplia le vedute.

Fonte immagine: VEVO, Videoclip di Chiagne, Geolier ft. Lazza

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