Canzoni di Murubutu: 5 tra le più emozionanti

Canzoni di Murubutu

Racconti di realtà crude, che toccano tematiche quali la disabilità, la morte, la storia, la filosofia e la letteratura: così possono essere definite le canzoni di Murubutu (all’anagrafe Alessio Mariani), rapper e cantautore italiano, nonché docente di storia e filosofia presso il Liceo Matilde di Canossa di Reggio Emilia. Il rapper reggiano si è fatto conoscere inizialmente per le sue esibizioni teatrali a base di political hip hop, per poi produrre due album assieme al collettivo hip-hop La Kattiveria, da lui fondato. È però con la sua carriera da solista, avviata nel 2009, che risalta particolarmente la sua capacità di unire la musicalità rap/hip-hop a testi profondi, impegnativi e in grado di veicolare messaggi prossimi alla canzone d’autore; è proprio grazie a questo particolare stile che il suo rap viene spesso definito letteraturap.

Le 5 canzoni di Murubutu che fanno riflettere e commuovere

  1. I marinai tornano tardi (2014)

Estratto dall’album Gli ammutinati del Bouncin’ ovvero mirabolanti avventure di uomini e mari, il brano I marinai tornano tardi è un toccante racconto di amore, di attesa e di speranza. Attraverso il testo, viene ripercorsa la storia di una donna, moglie di un marinaio: le lunghe attese alla finestra, i ricongiungimenti fugaci, i racconti dei viaggi. Come spesso avviene nelle canzoni di Murubutu, vi è uno struggente colpo di scena nel finale in grado di scuotere i sentimenti dell’ascoltatore: la scoperta che, nonostante la moglie continui ad essere in speranzosa attesa, scrutando il mare fuori dalla sua finestra, il marinaio sia morto da dieci anni, portato via da una tempesta.

  1. Scirocco (2016)

Scirocco, scritto a quattro mani assieme al rapper Rancore, proviene dall’album L’uomo che viaggiava nel vento e altri racconti di brezze e correnti, il cui tema principale è il vento, elemento che in qualche modo accomuna tutti i brani in esso contenuti. Il testo racconta di un ragazzo di nome Paolo, insofferente nei confronti dell’ambiente cittadino in cui vive, che percepisce come buio e grigio. Paolo percepisce una speranza nel soffio dello scirocco, e decide di intraprendere un viaggio senza meta, inseguendo il vento. Fuori dalla città, però, il mondo non sembra soddisfare le aspettative del giovane: ai suoi occhi risulta, invece, sempre uguale. Paolo comprende, quindi, che l’unico modo per sentire davvero quella libertà che tanto desidera è diventare egli stesso il vento di Scirocco, ed è proprio questo l’ultimo desiderio che esprime in punto di morte: verrà, infatti, ritrovata la moto del ragazzo, completamente distrutta, al centro di una strada senza carreggiata.

  1. Mara e il maestrale (2016)

Ancora una volta è il vento ad essere protagonista di una delle canzoni di Murubutu più belle e commoventi: Mara e il maestrale, la storia di una donna affetta da Alzheimer. Mara conosce un uomo, Nando, durante la sua giovinezza: in seguito, i due si sposano e si trasferiscono insieme sulle coste della Francia. Lì vivono insieme finché, un giorno, Nando non sparisce tra i campi dove lavora come bracciante, o almeno, questo è ciò che crede Mara. L’uomo, in realtà, è sempre rimasto accanto alla donna, che non è in grado di riconoscerlo a causa della malattia, e l’accompagna ogni giorno durante le sue passeggiate in campagna. Una storia che risulta tremendamente malinconica, ma, al contempo, incredibilmente romantica.

  1. La notte di San Lorenzo (2018)

Tra le canzoni di Murubutu più suggestive abbiamo La notte di San Lorenzo, singolo del 2018 che ha anticipato l’uscita dell’album Tenebra è la notte ed altri racconti di buio e crepuscoli, pubblicato nel 2019. Il brano è un nostalgico racconto di un amore tenero e innocente, quello tra due bambini, sbocciato in un piccolo paese sulle coste del Tirreno. Il narratore si rivolge ad una ragazza, trasferitasi in una grande città e tornata, come ogni anno, nel suo paese d’origine per salutare i propri cari rimasti lì: nel piccolo borgo non è cambiato nulla e risulta identico ai suoi ricordi infantili. Ricordi che la legano a lui, il narratore, rimasto anch’egli immobile nel tempo, assieme a quel paesino in cui vivrà per sempre: apprendiamo, infatti, che il ragazzino è tragicamente morto parecchi anni prima, durante la notte di San Lorenzo. I vari paesaggi del piccolo borgo e i ricordi legati all’infanzia dei due protagonisti del brano vengono descritti in maniera suggestiva e malinconica; eppure sembra trasparire una nota di serenità, legata all’idea che, nonostante la morte sia un qualcosa di irreversibile, vivere nei ricordi delle persone che ci hanno amato ci renda, in qualche modo, eterni ed immortali.

  1. Grecale (2016)

Concludiamo con un altro brano tratto da L’uomo che viaggiava nel vento: Grecale, una delle canzoni di Murubutu più famose ed apprezzate. Grecale è la storia di Giulia, che da sempre sogna di diventare una ballerina. La ragazza danza lasciandosi trasportare dall’istinto, come se fosse il vento a guidare i suoi passi. Il destino sembra, però, voler ostacolare i suoi sogni: Giulia ha, infatti, un problema alla vista, ed è destinata a diventare completamente cieca. Nonostante la sua cecità inizialmente sembra essere motivo di resa, Giulia riesce a rialzarsi, a riprendere in mano i suoi sogni e ricominciare a muovere i suoi passi nel buio: la sua voglia di danzare è così forte da andare oltre il senso della vista. Tant’è che Giulia arriva a danzare di fronte a un enorme pubblico, stupito e ammutolito, e percepisce gli applausi che le riservano come un’esplosione di colori. Una canzone che è un meraviglioso messaggio di speranza.

Immagine in evidenza: copertina dell’album L’uomo che viaggiava nel vento e altri racconti di brezze e correnti

A proposito di Paola Cannatà

Studentessa magistrale presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale". Le mie più grandi passioni sono i peluche e i film d'animazione Disney, ma adoro anche cinema, serie TV e anime (soprattutto di genere sci-fi), i videogiochi e il buon cibo.

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