Oltre l’immagine delle grandi metropoli, esiste un’America profonda, rurale, la cui anima sonora è la musica roots. Questo vasto universo musicale, lontano dal pop e dal rap delle coste, affonda le sue radici in due grandi tradizioni: una “bianca”, legata al country e alle ballate degli immigrati europei, e una “nera”, che nasce dal dolore e dalla speranza del blues e del gospel afroamericano. Artisti come Elvis Presley, con il suo rock and roll, furono tra i primi a fondere questi mondi, creando un linguaggio musicale nuovo e potente. Questa selezione di brani esplora le diverse sfaccettature di quel patrimonio sonoro.
Indice dei contenuti
- Le radici della musica americana: tabella riassuntiva
- 1. Woody Guthrie – This land is your land
- 2. Bob Dylan – Like a rolling stone
- 3. Johnny Cash – Ain’t no grave
- 4. Creedence Clearwater Revival – Fortunate son
- 5. Elvis Presley – Hound dog
- 6. Otis Taylor – Ten million slaves
- 7. Brother Dege – Too old to die young
Le radici della musica americana: tabella riassuntiva
Artista | Canzone | Genere / movimento |
---|---|---|
Woody Guthrie | This land is your land | Folk di protesta |
Bob Dylan | Like a rolling stone | Folk rock |
Johnny Cash | Ain’t no grave | Country / gospel |
Creedence Clearwater Revival | Fortunate son | Roots rock |
Canzoni folk e roots americane da riscoprire
1. Woody Guthrie – This land is your land
Nessun viaggio nella musica folk americana può iniziare senza Woody Guthrie, il cantastorie che ha dato voce ai lavoratori e ai diseredati durante la Grande Depressione. Scritta nel 1940 come risposta critica all’inno “God Bless America”, This Land Is Your Land è diventata un inno alternativo, un canto di appartenenza popolare e di protesta contro le disuguaglianze. La sua semplicità e il suo messaggio potente ne fanno il manifesto del folk americano, come celebrato dal Woody Guthrie Center.
2. Bob Dylan – Like a rolling stone
Erede diretto di Guthrie, Bob Dylan ha elettrificato il folk, trasformandolo in un linguaggio per una nuova generazione. Like a Rolling Stone, del 1965, è un brano torrenziale che con la sua lirica sferzante e il sound rivoluzionario ha cambiato la storia della musica popolare. Considerata una delle più grandi canzoni di tutti i tempi, incarna la rottura con le convenzioni e la ricerca di autenticità. L’impatto di Dylan come poeta è stato riconosciuto a livello mondiale con il conferimento del Premio Nobel per la letteratura nel 2016.
3. Johnny Cash – Ain’t no grave
Questa è una cover di un brano gospel scritto dal predicatore Claude Ely. Nella versione di Johnny Cash, registrata poco prima della sua morte e pubblicata postuma, la canzone diventa un testamento spirituale. La voce profonda e affaticata di Cash, unita a un testo che sfida la morte, crea un’atmosfera di rara intensità. È un pezzo che rappresenta l’anima più profonda e religiosa del country, un suono che viene dalla terra e parla di redenzione. Il suo uso in film come Django Unchained l’ha fatta conoscere a un pubblico vastissimo.
4. Creedence Clearwater Revival – Fortunate son
I Creedence Clearwater Revival erano maestri nel mescolare rock, blues e country in un sound chiamato roots rock. Fortunate Son (1969) è una potente canzone di protesta contro la guerra del Vietnam e le ingiustizie di classe. Il testo denuncia come i figli dei potenti (“figli di senatori”, “figli fortunati”) evitassero il fronte, mentre la gente comune era costretta a combattere. È un inno della controcultura che rimane incredibilmente attuale.
5. Elvis Presley – Hound dog
La versione di Elvis Presley di Hound Dog del 1956 è un esempio perfetto di come il rock and roll sia nato dalla fusione delle tradizioni musicali americane. Il brano originale era un blues cantato dalla potente “Big Mama” Thornton. Elvis lo ha trasformato in un inno rock and roll energico e ribelle, portando un suono di matrice afroamericana al grande pubblico bianco e cambiando per sempre la cultura popolare.
6. Otis Taylor – Ten million slaves
Otis Taylor è un cantautore contemporaneo che mantiene viva la tradizione del blues acustico. Ten Million Slaves è un brano ipnotico e potente che racconta la tragica storia della tratta atlantica degli schiavi. Con il suono scarno del banjo e una voce profonda, Taylor evoca il dolore e la disumanizzazione di milioni di persone, creando un ponte diretto con le radici più profonde e dolorose della musica americana.
7. Brother Dege – Too old to die young
Originario della Louisiana, Brother Dege incarna il suono del “delta-blues psichedelico”. Too Old to Die Young, resa celebre dalla colonna sonora di Django Unchained, è una ballata folk moderna che sembra venire da un’altra epoca. Il testo, intriso di immagini del profondo Sud tra il sacro e il profano, e il suono del dobro slide creano un’atmosfera unica, dimostrando come la musica roots sia ancora oggi un genere vivo e in evoluzione.