Canzoni rock più amate della storia: una lista di 6

Le canzoni rock più amate della storia

La musica rock è una categoria che non tutti, soprattutto nei tempi musicali più recenti, riescono ad apprezzare; i classici commenti che un amante del genere può essere abituato a sentire sono: è solo rumore, il cantante urla, non si capisce cosa stia dicendo, questo rumore mi fa venire il mal di testa… Tuttavia, nonostante le critiche, tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80 è stato uno dei generi più apprezzati e di cui ancora oggi si ricordano alcuni pezzi intramontabili, quei pezzi che fanno cantare anche i nostri genitori che invece di solito ci incitano ad abbassare il volume della musica. Ecco dunque,  le 6 canzoni rock più amate della storia.

Le canzoni rock più amate della storia

  • “Sweet Child O’ Mine”- Guns And Roses (1987)

Nona traccia dell’album “Appetite For Destruction”, la canzone fu scritta dalla band per l’ex moglie di Axl Rose, il frontman, Erin Everly. Il testo era stato scritto per essere cantato come  una poesia d’amore, mentre invece la nota melodia che ad oggi tutti riconoscono ad un solo giro di riff è nata letteralmente per scherzo: Slash, il chitarrista, durante una sessione di prove della band iniziò a suonare il riff, che lasciò notevolmente sorpreso Axl. All’epoca dei fatti erano ancora tutti molto giovani, lo stesso Axl aveva appena 19 anni, ma nonostante la giovane età crearono questa canzone che li ha consacrati al successo eterno. Non a caso, questo, viene considerato il loro pezzo più famoso, oltre che il suo riff considerato uno dei migliori della storia del rock; l’assolo stesso in una top 100 dei migliori assoli di chitarra stilato da Rolling Stone figura al trentasettesimo posto.

 

  • “We Will Rock You”- Queen (1977)

Primo estratto uscito per promuovere l’album “News Of The World”, ad oggi è una delle canzoni più note e ancora molto amate dai fan del genere e non. Diciamocela tutta, nessuno riesce a resistere al talento vocale di Freddie Mercury ed alla chitarra di Brian May, ma questo pezzo in particolare, seppur non brilli per complessità strutturale, è uno dei più amati proprio per il coinvolgimento che  è in grado di dare al suo uditorio: a tutti, anche alle scuole elementari, è capitato di battere le mani sul banco due volte e poi battere le mani come a voler emulare il celebre ritmo della canzone, creando vere e proprie performance canore che ai professori potevano non piacere, ma che adesso custodiamo come cimeli nel nostro cuore.

Il brano dà il nome ad uno degli album più celebri della storia della musica e, seppur la melodia sia ormai nota a tutti e presenti delle note davvero energiche e accattivanti, il contenuto del suo testo è tutt’altro che allegro. La canzone racconta infatti la dipendenza da sostanze, in una sorta di binarismo tra la figura del padrone, dunque il master, colui che fornisce le sostanze, d il servo, quindi colui che ne è dipendente e non può fare a meno di “chiamare il suo nome”. L’assolo della canzone è da pelle d’oca, ma il dettaglio che la rende ancora più emozionante è il fatto che sia una delle ultime canzoni a cui Cliff Burton, bassista della band, ha lavorato prima di perdere la vita nel tagico incidente che vide coinvolto il loro tour bus nei pressi della Svezia il 27 settembre 1986. Il brano è di recente tornato in voga anche tra i più giovani grazie alla serie Netflix “Stranger Things“: negli ultimi episodi della quarta stagione vol. 2 della serie Eddie Munson suona la canzone per esorcizzare la paura e attirare l’attenzione dei demoni alati.

  • “Another Brick In The Wall pt. 2” ( 1979)

Uno dei pezzi più noti dei Pink Floyd, ne esistono tre versioni differenti, tutte tratte dall’album “The Wall”, ma nonostante tutto la seconda versione è senz’altro la più nota. Il testo del brano è molto forte, fu scritto dal bassista della band Roger Waters ed è ispirato ad episodi che riguardano la sua infanzia e i primi anni della sua gioventù. Si può interpretare come una protesta verso quello che è il sistema scolastico, o più ampiamente verso un sistema sociale e politico in generale, in quanto la canzone recita “we don’t need no thought control”, “non abbiamo bisogno che i nostri pensieri vengano controllati”. Il testo viene accompagnato da un video musicale, oltre che da una pellicola, che rendono bene ciò che Waters voleva esprimere: i bambini, mascherati, vengono buttati in tritacarne giganti, come se fossero carne da macello, come se fossero un altro mattone nel muro.

  • “Smells Like Teen Spirits”- Nirvana (1991)

Dall’album “Nevermind”, resta ancora oggi una delle canzoni rock più amate della band di Kurt Cobain e Dave Grohl, soprattutto dai giovanissimi. Ad ogni festa, evento studentesco, pre concerto che si rispetti il noto riff riecheggerà negli speaker e chiunque sarà sempre pronto a cantarla a squarciagola.

  • “Welcome To The Black Parade”- My Chemical Romance (2006)

Con uno sguardo ai tempi più recenti passiamo al 2006-2007, ricordando band molto amate come i Linkin Park, di cui tutti conosciamo brani come “Faint” o “What I’ve Done”, o ancora i My Chemical Romance. Questi ultimi nel 2006 hanno rilasciato “The Black Parade”, un concept album incentrato sugli ultimi momenti di vita di un malato terminale di cancro. All’interno dell’album vi è un vero e proprio inno di una generazione intera: Welcome To The Black Parade, che è una delle canzoni rock non solo più amate di sempre, ma anche un vero e proprio canto di conforto per tutti coloro che si sentono soli, emarginati e che entrando a far parte di questa parata ritrovano il loro posto nel mondo. La celebre G note che apre la canzone, è così famosa che il brano viene riconosciuto da molti solo dall’esecuzione di quella singola nota. L’intero album è fortemente ispirato a “The Wall” dei Pink Floyd, sia per il fatto che è un concept album, sia perché alcuni riff di chitarra ricordano alcune canzoni.  “Welcome To The Black Parade” è un capolavoro del rock moderno, una delle canzoni che resteranno intramontabili nella storia della musica e che ispira e continuerà ad ispirare.

Immagine di copertina presa dal video musicale “My Chemical Romance – Welcome To The Black Parade [Official Music Video] ” su YouTube.

 

A proposito di Giada Bonizio

Sono una studentessa dell'Università degli studi di Napoli "l'Orientale", amo leggere, la musica e l'arte.

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