Le anime songs (o semplicemente abbreviato in anisong, アニソン) sono canzoni studiate e prodotte appositamente per il gigantesco mercato che in Giappone gira attorno agli anime. Tale fenomeno si è esteso in modo così ampio da costituire ora un sottogenere a sé nella musica pop giapponese.
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Anisong: storia delle canzoni degli anime giapponesi
Le origini delle anisong
È negli anni ’70 che il genere fu considerato una categoria musicale a tutti gli effetti, ma già molto prima l’animazione giapponese aveva sperimentato l’utilizzo di canzoni. Un esempio è Kuroi Nyago (1929), il primo film d’animazione giapponese a includere musica preregistrata. Dopo la Seconda guerra mondiale, l’industria crebbe con cartoni celebri come Tetsuwan Atom (Astro Boy). Il suo tema divenne così famoso da essere usato come jingle alla stazione di Takadanobaba a Shinjuku.
L’evoluzione del genere: dagli anni ’70 a oggi
L’evoluzione delle anisong segue da vicino quella dell’economia e della cultura pop giapponese, passando da semplici sigle a un vero e proprio genere musicale con artisti dedicati e un enorme successo commerciale.
Periodo storico | Caratteristiche principali e artisti chiave |
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Anni ’70 (il boom) | Nascita dei cantanti specializzati in anisong (es: Mizuki Ichirō – Mazinga Z) e dei doppiatori (seiyuu) come interpreti musicali |
Anni ’80 (la consacrazione) | Artisti J-Pop mainstream iniziano a creare sigle per anime (es: Anri per Occhi di gatto, TM Network per City Hunter) |
Anni ’90 (l’era del J-Pop) | Nascono etichette dedicate (Starchild). Successo globale con “Zankoku na Tenshi no Tēze” (Neon Genesis Evangelion) |
Anni 2000-oggi (l’era delle idol) | I doppiatori diventano vere e proprie star musicali e idol (es: Mizuki Nana, Hirano Aya). Nascono progetti cross-mediali (Love Live, Uta no Prince-sama) |
Gli anni ’70: la nascita dei cantanti di anisong
Con il boom economico, nacque la figura dei cantanti di anisongs, con artisti come Mizuki Ichirō (voce della sigla di Mazinga Z). In questo periodo anche moltissimi doppiatori (*seiyuu*) furono lanciati come interpreti musicali. Da questa tendenza si sviluppò il fenomeno delle character songs, brani incentrati sui personaggi di una specifica opera.
Gli anni ’80: la consacrazione del genere
In questo periodo anche autori non legati al mondo degli anime cominciarono a cimentarsi con singoli dedicati. Ad esempio, l’anime Occhi di gatto ottenne grande riscontro grazie alla cantante Anri, mentre la band TM Network usò la propria Get Wild come sigla dell’anime City Hunter.
Dagli anni ’90 a oggi: l’era del J-Pop e delle idol
Negli anni ’90 le etichette discografiche crearono sezioni dedicate alle anisong, come la Starchild della King Records. Il 1995 vide l’uscita di quella che forse è la sigla più conosciuta al mondo: Zankoku na Tenshi no Tēze (A Cruel Angel’s Thesis), cantata da Takahashi Yōko per l’anime Neon Genesis Evangelion. Le sonorità passarono dal kayōkyoku al J-Pop moderno.
A partire dal 2000, il fenomeno dei doppiatori-cantanti è esploso. Mizuki Nana, con la sua Eternal Blaze, ha raggiunto il secondo posto nella classifica settimanale della Oricon nel 2005. L’amore per le anisong ha favorito innumerevoli progetti musicali che vedono protagonisti i doppiatori, sia come artisti che come voci di personaggi 2D (es. Love Live, Hypnosis Mic).
5 anisong da ascoltare per iniziare
Ecco cinque canzoni per entrare nel vastissimo mondo delle anisong.
- Fighter dei BUMP OF CHICKEN (ending di San-gatsu no Lion)
- Kuchizuke dei BUCK-TICK (opening di Shiki)
- Brave Shine di Aimer (opening di Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works)
- Summit of Divisions dei Division All Stars (Hypnosis Mic)
- Shooting Arrows dei The Cat’s Whiskers (Paradox Live)
Immagine di copertina: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 09/09/2025