Cos’era il Walkman: come funzionava il lettore musicale

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Cos’era il Walkman e come ha cambiato la vita delle persone?

Il primo luglio si è celebrato l’anniversario del Walkman, il celebre lettore di musicassette che ha spopolato dagli anni Ottanta fino al primo decennio degli anni 2000. Per le generazioni odierne questo oggetto risulta strano, sconosciuto, incomprensibile e soprattutto appartenente a un passato che adesso viene raffigurato nel cinema, nei Guardiani della Galassia con Star Lord o in Stranger Things con Max che lo indossa sempre o in particolare nella celebre scena nella quale viene usato per salvarla dal Sottosopra. Ma è comunque il simbolo degli anni Ottanta che ha permesso di rivoluzionare il modo di approcciarsi alla musica per qualsiasi persona, regalando una colonna sonora alla propria vita in un modo impensabile fino a quel momento. Insomma, in un tempo in cui per ascoltare la musica basta una ricerca su YouTube o semplicemente scaricare applicazioni di musica come Spotify o Apple Music e mettere le cuffie, è difficile comprendere cos’era il Walkman e come quarant’anni fa per la prima volta veniva immesso in commercio un apparecchio che permettesse di ascoltare la musica preferita da soli e senza disturbare chiunque fosse intorno a noi.

Cos’era il Pressman da cui deriva il primo modello del Walkman?

Walkman non è solo un termine che si riferisce al lettore di audiocassette ma si è consolidato anche come marchio. Il primo modello di walkman prodotto da Sony è stato venduto il primo luglio 1979. Ideato da Akio Morita, Masaru Ibuka e Kozo Osone, rispettivamente i due fondatori della Sony e il direttore generale della multinazionale, si tratta di un TPS-L2 basato sul TC-D5, anche conosciuto come Pressman, un modello di registratore portatile usato soprattutto nel business ma scomodo e molto costoso. Dal registratore poco funzionale e poco accessibile, nasce il Walkman, un lettore di musicassette portatile, compatto e leggero. Di colore blu e argento – che diverranno poi i colori inconfondibili del lettore – non si differenziava tanto nell’aspetto dal suo predecessore, ma per aver sostituito la capacità di riproduzione stereo e la possibilità di collegare non uno ma addirittura due paia di cuffie, anche se nella confezione di vendita ne usciva uno soltanto. Un’ulteriore differenza dal Pressman riguarda il tasto di registrazione che nel Walkman è stato sostituito con il tasto hotline e permetteva di silenziare la musica per consentire a due utenti con due paia di cuffie di comunicare l’uno con l’altro tramite un microfono incorporato. Le due funzioni di doppia uscita audio e di tasto hotline non furono incorporate nei modelli successivi perché non utilizzate. Inoltre, il Walkman originale era in alluminio e costava sui 150 dollari, dopodiché si decise di realizzare i modelli successivi in plastica in modo da abbattere i costi di produzione e rendere l’oggetto accessibile a molte più persone.

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Fonte: Wikipedia

Cos’era la terminologia del Walkman e come è cambiata

Per quanto riguarda il nome, Walkman deriva da una involontaria storpiatura dell’inglese walking man, letteralmente uomo che cammina. Morita detestava il nome perché appariva come un tentativo mal riuscito dei giapponesi di esprimersi correttamente nella lingua inglese. Per questo motivo il TPS-L2 viene rilasciato in diversi paesi oltreoceano con nomi differenti: negli Stati Uniti come Soundabout, in Gran Bretagna come Stowaway. La diversa terminologia apparve troppo dispersiva e alla fine si decise di rimanere il termine Walkman. Ad oggi Walkman è anche un logo che ha cambiato negli anni la sua grafica: inizialmente le A erano allungate e trasformate in delle gambe che camminavano per riprendere il concetto che il termine rappresentava con una scritta obliqua che indicasse movimento e velocità. Successivamente all’inizio degli anni Ottanta si passò ad un logo che fosse più elegante e moderno con angoli arrotondati e la A con la linea orizzontale sostituita da un semplice puntino. Infine, dal 2000 il logo ha cambiato definitivamente aspetto e presenta delle linee più futuristiche che rappresentavano i cambiamenti del millennio; la lettera W è la protagonista del logo, realizzata come una macchia di vernice realizzata in un impeto creativo.

Cos’era lo Stereobelt e la paternità del Walkman?

Per quanto riguarda la paternità del Walkman ci sono state delle discussioni anche a livello legale. Il Walkman nasce in Giappone nel 1979. Nel 1977 nasce da un inventore tedesco Andreas Pavel anche Stereobelt, uno stereo portatile che era indossato come cintura (da qui la fusione stereo + belt, cintura in inglese) e il primo brevetto fu depositato in Italia e poi esteso negli Stati Uniti, in Giappone e altre zone. Visto cos’era diventato il Walkman a livello di successo e le cifre esorbitanti incassate dalla Sony, Pavel nel 1980 decide di contattare l’azienda per rivendicare l’invenzione ma la Sony quasi rifiuta l’accordo. L’inventore non demorde e sei anni dopo riesce a ottenere un compenso simbolico pagato da Sony, che rifiuta comunque di riconoscere la paternità. Nel 1989 Pavel si rivolge al sistema giudiziario britannico per ottenere la titolarità dell’invenzione. Dopo diverse battaglie legali, il caso viene rigettato e Pavel si vede in bancarotta a causa del risarcimento delle spese legali. L’inventore ha cercato di continuare anche in altri paesi dove deteneva il brevetto e così nuove negoziazioni sono iniziate nel 2003. Il caso si è concluso con un accordo extragiudiziale che riconosce a Pavel la paternità dell’invenzione dello stereo portatile.

L’impatto sociale del Walkman

Cos’era il Walkman a livello sociale riguarda una questione di grande rilevanza; infatti, in sociologia Shuhei Hosokawa parla del Walkman Effect, che sottolinea come cambia la percezione dell’ascoltare la musica all’interno della società e il cambiamento del modo di interagire tra chi usufruisse del lettore e i gruppi di persone. Prima dell’avvento del Walkman, l’opinione pubblica riteneva inappropriato che un atto privato avvenisse in pubblico perché percepito come scortese e antisociale. Oggi non è più così, addirittura si parla di moda dell’indossare le cuffie giganti e di dissociarsi dalla realtà per rifugiarsi in solitudine in uno spazio virtuale esterno al mondo fisico.

La volgarizzazione del Walkman

Si parla di impatto del Walkman anche nell’ambito della linguistica poiché il termine è stato definito come parola di uso comune e quindi associata a qualsiasi tipo di lettore di cassette portatile di qualunque marca. È la cosiddetta volgarizzazione del marchio, che ha perso la capacità distintiva legata alla sua azienda per entrare nel linguaggio comune. Questo processo è stato stabilito anche tramite una sentenza per cui la Corte Suprema austriaca ha affermato che la multinazionale Sony non possiede i diritti esclusivi sull’utilizzo del termine Walkman per descrivere un tipo di impianto stereo portatile.

 

Fonte immagine copertina: Pixabay

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