Dutch Nazari, un’intervista tra progetti vecchi e futuri

Dutch Nazari

Dutch NazariIn prossimità del concerto di domenica sera al Rapsodia di Caserta, che vedrà esibirsi Dutch Nazari in occasione dell’ “Amore Povero Tour”, abbiamo avuto il piacere di intervistare l’artista veneto in una interessantissima chiacchierata telefonica sui suoi progetti vecchi e futuri.

(in foto,a sinistra Sick Et Simpliciter a destra Dutch Nazari)

Dutch Nazari, l’intervista

Come nasce Dutch Nazari ? Come hai iniziato ?

Mi sono appassionato al rap una decina di anni fa, intorno al 2004/2005, soprattutto con l’ascolto di Mr. Simpatia di Fabri Fibra e Mi Fist dei Club Dogo. Questo mi ha portato prima a scoprire l’universo del rap italiano underground e poi a guardarmi intorno nella mia città, per vedere se c’erano altri ragazzi che amavano questo genere. In questo modo, sempre in quegli anni, è nata la mia crew Massima Tackenza. Nell’ultimo periodo, comunque, ho un po’ riscoperto i miei ascolti precedenti al rap, ovvero quelli relativi alla canzone d’autore italiana. Le mie due grosse influenze a livello artistico musicale sono queste e mi sono ritrovato a mescolarle nella musica che scrivo. Secondo me questa cosa si può sentire molto in Amore Povero, che è il mio ultimo disco.

A proposito di Amore Povero, oltre a quest’album hai pubblicato Diecimila Lire e Fino a Qui. Cosa accomuna e cosa differenzia questi tre album?

In realtà il primo lavoro solista che ho pubblicato è “Non lo avevo calcolato”. Era il 2011: a quei tempi non avevo un’etichetta e non avevo ancora un ufficio stampa quindi quel disco si è un po’ perso nel tempo, però io lo rivendico come tutti gli altri. La differenza sensibile a partire da Diecimila Lire in poi è che, con esso, è iniziata la mia collaborazione con il producer Sick Et Simpliciter che da lì in poi ha prodotto quasi tutte le strumentali dei miei dischi. Dopo la sua uscita ci siamo semplicemente messi a creare canzoni. Nell’arco di un anno, tra l’inizio del 2015 e l’inizio del 2016, ci siamo ritrovati ad avere un discreto numero di canzoni. Ci sembrava che alcune stessero meglio insieme e che altre, sebbene ci piacessero comunque, fossero un po’ più in un viaggio solitario. Anche perché non tutte erano state prodotte da Sick Et Simpliciter. Allora abbiamo accomunato le seconde in un EP, Fino a Qui; e poi tutte le altre, molto più amalgamate musicalmente, le abbiamo messe nel disco Amore Povero.

Rimaniamo in tema Amore Povero. È come se l’intero album sia caratterizzato da questo senso di nostalgia “sfumato”. Confermi questa mia impressione ?

Te la posso assolutamente confermare anche perché non sei affatto l’unico che me lo dice -ride- però non è una nostalgia che io dichiaro prima di iniziare a scrivere. È una cosa che ho notato a posteriori. Posso confermartela ma non sono così bravo a giustificartela razionalmente.

Ritorniamo al tuo background musicale. Hai detto che, oltre al rap, è stata la canzone d’autore italiana a influenzarti maggiormente. Da quali cantautori hai tratto maggior ispirazione?

Sono cresciuto con la musica che ascoltavano i miei genitori durante i viaggi in macchina: Lucio Dalla, Battisti, Guccini e Samuele Bersani. Poi negli ultimi tempi sono andato un po’ a riscoprire quelli che avevo tralasciato. Ho riscoperto Battiato, Paolo Conte e Pino Daniele. Mi piace molto quel filone lì.

“Ho messo un cappello per terra”, qual è l’idea di base di questi “instore nelle stazioni”?

Io e Sick Et Simpliciter avremmo voluto andare in giro a fare un po’ di “busking” con chitarra, voce e cappello per terra, per fare una vacanza attraverso l’Europa. Dovevamo pagarci il vitto e i trasporti in questo modo. Per motivi di organizzazione dei tempi il progetto è saltato ma, appena è uscito Amore Povero, avendo delle copie da portare in giro, abbiamo unito l’utile al dilettevole e abbiamo iniziato a suonare nelle stazioni italiane.

Speculation, Falling Crumbs e Near Venice sono brani dove utilizzi rispettivamente ritornelli in francese e in inglese. Hai mai pensato di scrivere un intero brano in un lingua diversa dall’italiano ?

Adesso stiamo lavorando a un progetto che porterà il nome di Sick Et Simpliciter, di cui io curerò la parte autoriale, dove è molto probabile che ci saranno canzoni e testi in inglese.

Giungiamo alla conclusione: cosa dovranno aspettarsi i fan domenica ?

Sarà una splendida serata anche per il fatto che in apertura suoneranno Masamasa e Baco Krisi che è un rapper milanese bravissimo con il quale ho collaborato in passato. Di recente hanno fatto un EP insieme e ci sarà quindi possibilità di ascoltarli. Sarà una serata tra amici dove ci sarà tanto calore.

Ringraziamo Dutch Nazari per la gentilezza e la disponibilità concesse. 

A proposito di Angelo Baldini

Sono nato a Napoli nel 1996. Credo in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione, nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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