ENEA: recensione dell’album degli EPO

EPO ENEA

ENEA è l’ultimo album degli EPO, quintetto rock napoletano, che ha collaborato per l’occasione con Roy Paci ai fiati e Rodrigo D’Erasmo agli archi. Prodotto da Daniele “Ilmafio” Tortora, è uscito il 1° marzo per la SoundFly. La carriera degli EPO (Ciro Tuzzi, Michele De Finis, Jonathan Maurano, Gabriele Lazzarotti e Mauro Rosati) inizia nel 2000, da allora hanno realizzato quattro dischi: Il mattino ha l’oro in bocca (2002), Silenzio Assenso (2006), Ogni Cosa è Al Suo posto (2012) e l’EP Serpenti (2016). Tornano ora con ENEA, 10+1 tracce per tre quarti d’ora di rock in napoletano: Addò staje tu, ‘A primma vota, Nun ce guardammo arete, Dimmello mò, Luntano, Damme ‘na voce, Sirene, Auciello, Malammore, Ombra si’ tu, Appriesso ‘e stelle (traccia bonus del CD). Tutti i testi e le musiche sono degli EPO, tranne Ombra si’ tu, cover del brano di Canetti e Valente del 1925.

L’album ENEA è caratterizzato dall’utilizzo del napoletano, che ne influenza positivamente la musicalità (per eventuali “problemi” di comprensibilità, sul canale YouTube degli EPO troviamo anche i testi “tradotti”). Il titolo è ispirato al viandante del mito, dato che ENEA degli EPO costituisce un viaggio tra sonorità diverse, sempre trasognate e rilassanti, in una sorta di soft rock. Influenzato ovviamente da un uso non marginale di archi e fiati, che danno una nota particolare e riflessiva a questo album.

ENEA degli EPO: track by track

Apre l’album il brano Addò staje tu, storia di una persona che cerca di ricominciare da una passato difficile, con l’aiuto di una presenza costante ma silenziosa. Si prosegue con ‘A primma vota, un invito a vivere ogni piccolezza del quotidiano come fosse la prima volta, per poter agire per amore. Il successivo Nun ce guardammo arete è un invito a non pensare al passato e a guardare avanti, legato al successivo Dimmello mò, che è un richiamo alla giovinezza, in cui ci si chiede dove si sia andati a finire.

Inizia con Luntano – una canzone su di un amore andato perso e su di chi sia stata la colpa in ciò – la parte dell’album dedicata all’amore, alle delusioni e alle speranze. Queste sono trattate in Damme ‘na voce, storia di un amore che sta per iniziare e delle incertezze degli innamorati. Sirene è invece il canto di un marinaio in mezzo al mare, che pensa alla sua amata ed al canto delle sirene che forse non gli permetterà di tornare da lei. Auciello, temporanea digressione, è dedicata ad una ragazza leggera come un cardellino, che può essere portata via dal vento. Con Malammore si torna al tema amoroso, questa volta cantando di un amore tormentato, tema anche della successiva Ombra si’ tu, lettera amara di un innamorato a chi lo ha ingannato e deluso. Chiude l’album Appriesso ‘e stelle, parlando di chi lotta per cambiare il mondo, anche se sembra un combattimento contro i mulini a vento. L’album degli EPO è insomma un viaggio tra ritmi, tematiche e sonorità diversi eppure ben amalgamati, ENEA scorre veloce quasi come un sogno descritto dai suoi ritmi.

Francesco Di Nucci

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