I CRP in questa intervista presentano “Screpolano”, il loro secondo singolo tratto dall’album “Al Diavolo“, disponibile dal 16 Maggio 2025. Il brano, ermetico e dalla sonorità dark, ruota intorno al verso “screpolano gli occhi“, ripetuta in un crescendo strumentale ed emozionale quasi ad indicare il passaggio dallo stato di frustrazione a quello di rabbia, la rabbia dell’uomo contemporaneo costretto quotidianamente ad assistere ad orrori di ogni matrice, così tremendi da fare appunto “screpolare gli occhi”. Certamente è un brano duro e diretto ma che in qualche modo suggerisce la sopravvivenza ancora dell’uomo e della sua sensibilità: non si è ancora diventati impermeabili al dolore/orrore, ma lo sguardo, quindi la sensibilità ancora resiste ed è ancora possibile urlarla. I CRP – Collettivo Rivoluzionario Protosonico, sono riusciti quindi a mettere in musica questo aspetto emotivo, questa presa di coscienza, alle volte fugace, che l’uomo prima o poi avverte e sono riusciti a farlo grazie ad un’analisi lucida e senza sconti della realtà odierna. Come spiegano i CRP in questa intervista per “Screpolano”, questo è però il brano “dark” del loro album: “Appaiono” regala un po’ di sollievo e lo stesso videoclip di “Screpolano” presenta spunti ironici, perché “pensiamo che l’ironia e l’autoironia siano fondamentali per star bene”. In conclusione, Gianmarco Caselli, Andrea Ciolino e Chiara Venturini sono certamente riusciti a creare un brano in grado di coinvolgere l’ascoltatore su più livelli e a farlo in maniera non convenzionale, ma anzi rimanendo fedeli alla “R” del loro CRP che sta per “Rivoluzionario”, ovvero scrivere brani estranei all’omologazione e al compiacimento dei gusti di mercato.
Ecco come i CRP hanno risposto all’intervista realizzata per “Screpolano”.
La sonorità del brano riporta a quella produzione musicale tipica della fine degli anni ’70 inizi anni ’80 quando un certo punk si fuse con l’elettronica, con band come The Cure, Joy Division e P.I.L. . C’è stato un gruppo che vi ha ispirato particolarmente?
Assolutamente no. Siamo in tre e apparteniamo a generazioni diverse con storie personali diverse. I nostri gusti musicali non coincidono del tutto ma siamo comunque sulla stessa lunghezza d’onda in quanto non ascoltiamo musica mainstream bensì artisti e band più di nicchia, appartenenti alla realtà underground. Queste nostre diversità si fondono, trovano una sintesi quando scriviamo i brani. I gruppi che avete citato, comunque, rientrano fra i nostri ascolti e i nostri gusti fanno riferimento al periodo fra i ’70 e i primi ’90.
Come i Pink Floyd di Waters, voi mettete la musica al servizio del testo e non il contrario. È quindi il messaggio che ha la priorità nella vostra musica?
Quando è nata la band avevamo bene in mente che volevamo prima di tutto comunicare, dire qualcosa. Ed è anche il motivo per cui i nostri testi sono in italiano, affinché tutti, proprio tutti, capiscano cosa vogliamo dire. Quindi sì, per noi il testo in un certo senso ha la priorità.Ma la musica non ne è un corredo.
Il testo è molto ermetico e diretto e la musica quasi claustrofobica a rappresentare lo stato di frustrazione e solitudine dell’uomo moderno. Esiste però, secondo voi, per dirla alla Calvino, “il bello”? Quello spazio che possa regalare un po’ di sollievo?
Sì, “Screpolano” è il pezzo dark dell’album, ma altri brani dell’album “Al Diavolo” non sono su questa linea. Il brano finale, “Appaiono”, ad esempio, regala proprio il sollievo di cui parli. Nello stesso videoclip di “Screpolano” poi ci sono spunti palesemente ironici. Per quanto in tutto l’album vengano trattate tematiche serie e importanti, anche durante le prove noi ci divertiamo e scherziamo continuamente. Pensiamo che l’ironia e l’autoironia siano fondamentali per star bene.
Come lavorate in genere per la scrittura di un brano? Partite da un confronto su un’idea o da un’esperienza vissuta?
Musicalmente o si parte da uno spunto di uno di noi che poi solitamente viene stravolto elaborandolo tutti e tre insieme, ed è appunto il caso di “Screpolano”, oppure uno di noi propone un brano già pronto. Altri nascono suonando insieme, in modo molto spontaneo, diretto. Tutto avviene in modo molto democratico e funzionale, senza prese di posizione. Per quel che riguarda invece le tematiche da affrontare nei testi, la maggior parte delle volte, non sempre, ne parliamo prima insieme.
Avete organizzato un tour promozionale per il vostro nuovo album?
No, attualmente siamo in una fase in cui valutiamo circoli e situazioni in cui possa esserci una giusta sintonia con il luogo e il pubblico. Un po’ come facevano i gruppi punk a Londra a fine anni ’70.
Fonte immagine: Ufficio Stampa