In The End, l’addio dei The Cranberries

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Finisce così un’era musicale. Quando la rock band irlandese più celebre al mondo e che ha partecipato con successo alla storia della musica anni Novanta, chiamata The Cranberries, annuncia il suo scioglimento. E lo fa con un album, il loro ultimo, In The End, rilasciato il 26 aprile.

Probabilmente il sogno durato tutta la vita, quello di fare buona musica amata dal pubblico ed entrare nella storia delle rock band europee, finisce molto prima di oggi: ossia il 15 gennaio 2018, quando Dolores O’ Riordan morì improvvisamente a 46 anni in un albergo a Londra. L’annuncio della scomparsa della leader e chitarrista del gruppo avvenne poco dopo la registrazione di una demo che sarebbe stato le fondamenta del loro ottavo album, successivo a Something Else del 2017. Il disco è stato ultimato e rifinito quando all’inizio di quest’anno, esattamente un anno dopo la morte di Dolores, esce il singolo di esordio All over now; passano i mesi, e il gruppo annuncia all’inizio di aprile che, con questo album, i The Cranberries si sarebbero sciolti, che la voce di Dolores non avrà più nuove canzoni da cantare e Mike e Noel Hogan e Feargal Lawler non l’accompagneranno più con i loro accordi e le loro note.

In The End, l’addio ufficiale

Una perfetta armonia durata trent’anni, se non si considera il periodo di pausa che la band si prese dal 2003 al 2009, appena dopo la pubblicazione di Stars con i loro più grandi successi. Allora, si pensò ad un’interruzione definitiva, ma molte band riescono a risalire a galla dopo aver attraversato un periodo di tempesta, capita ai grandi dopo anche tantissimi anni di idillio inframmezzati da incomprensioni o semplicemente la necessità di prendere strade diverse. E così accadde anche per i The Cranberries. Forse niente più poteva far pensare ad uno scioglimento dopo aver già vissuto una resa e aver ricominciato di nuovo, ma per il pubblico, e anche per i componenti della band, non c’è The Cranberries senza Dolores.

C’è da dire che chiudono in grande stile: In The End è, senza dubbio, un bellissimo disco, che tiene le radici ben salde nel loro percorso artistico, non facendoci assolutamente rimpiangere le malinconiche melodie che si intrecciano alla voce unica di Dolores in capolavori come “Zombie” o “Linger” o “Ode to my family”, felici di poter ancora un’ultima volta ascoltarla, almeno in una canzone.

Proprio quella che dà titolo all’album è commuovente, trascinante ed intensa, degna di qualsiasi altra canzone della band. In “Wake me when it’s over” aleggia un bel rock nostalgico, “A place i know” ha un ritmo cadenzato, la musica ricorda l’alternative e il loro folk irlandese storico, tutto avvolto nella leggera voce di Dolores che ripete, con lo stesso tono, più volte il ritornello. Lo stesso vale per “Got it”, “The pressure” e “Lost”, ma tutto, come se fosse parte di un continuum con i nostri ricordi, finisce per essere ascoltato pensando alla mancanza di Dolores e alla sua voce che ha regalato tante emozioni, che molte hanno tentato di imitare fallendo miseramente.

Ci sono anche delle sorprese come “Chatch me if you can”, con un prologo catartico e la musica che insegue la voce e viceversa, proprio come in un inseguimento creativo. O la morbidezza del suono in “Illusion”, “Crazy heart” e “Summer song”. Molti hanno visto nei titoli della tracklist sinistre profezie di ciò che accadde, come se il futuro della band fosse già scritto, e spettasse alla musica raccontarlo. E ascoltando ogni brano è proprio così, anche in ogni parola dei testi; un esempio agghiacciante è la prima strofa di “All over now”, (adesso è tutto finito): «Do you remember? Remember the night? At a hotel in London, they started to fight, she told the man that she fell on the ground. She was afraid that the truth would be found».

Un saluto quello della rock band irlandese che si regge su un’assenza ma piena di bei ricordi, riassunta nella cover dell’album, che ritrae quattro ragazzini simili a loro, compresa Dolores, che suonano felici. In una intervista a Sky TG24 hanno dichiarato: «Dolores non ci sarà, non ci saranno immagini o video che la ritraggono perché senza di lei non sarebbe la stessa cosa. Nessuno di noi apparirà in un video ed ecco perché non ci siamo noi nella cover dell’album ma ci sono dei ragazzi, una idea chiara fin dall’inizio. […] C’è una duplice interpretazione. Potremmo essere noi che abbiamo iniziato negli anni 90, vedi i vestiti, oppure stiamo consegnando la nostra eredità musicale alle prossime generazioni».

In The End, il saluto dei The Cranberries, nella loro musica pop e nel loro stile a cui rimangono orgogliosamente fedeli, è una celebrazione degna della loro frontwoman, una chiusa che lascia l’amaro in bocca ma… non poteva essere altrimenti.

Ilaria Casertano

Fonte immagine: cranberries.com

A proposito di Ilaria Casertano

Nata a Napoli, laureata in Filologia moderna alla Federico II, giornalista pubblicista, social media manager. Ama i libri insieme alla scrittura, il giornalismo che pratica da anni, il disegno, ma più di tutto il cinema. Sogna di viaggiare, dovunque.

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