James Senese, 50 anni di musica senza tempo

James Senese

“…’e l’ammore nun tene tiempo ‘o tiempo si tu”.

Così canta James Senese, che alla età di 73 anni compie i 50 anni di carriera musicale, passati in una folata di vento, seminando emozioni e germogli di poesia napoletana in tutto il panorama musicale italiano. Il leone del sax del neapolitan power non ha fatto sconti di emozioni nella sua carriera e quest’anno ci ha regalato un doppio cd live, “Aspettano ‘O tiempo”, nel quale ha cercato di carpire con maggiore forza quel suo tempo, che inesorabilmente sfugge fra le mani, regalandolo a noi ascoltatori, a suon di sax ed emozioni senza tempo.

Venerdì 25 maggio le porte del PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, si sono spalancate, accogliendo, tra le reverenze artistiche, la presentazione del nuovo disco di Senese “Aspettane ‘o tiempo”, che contiene tutti i suoi grandi successi, registrati durante il tour invernale 2017. Oltre a ciò, nel disco sono presenti anche due inediti, lo strumentale “Route 66” e “LL’America”, quest’ultimo scritto appositamente per lui da Edoardo Bennato, e una rilettura di “Manha de Carnaval” di Astrud Gilberto e Herb Otha, qui intitolata “Dint ‘o core”.

L’artista di Miano ha voluto ringraziare dopo la presentazione tutti i suoi amici musicisti e la stampa  con un aperitivo all’IQOS Embassy a via Gaetano Filangieri, deliziando i palati con assaggi a base di pesce e raffinati vini bianchi e rossi.

James Senese, la colonna portante del Neapolitan Power

Nella sala della presentazione al PAN si sono alternate le voci degli amici musicisti di Senese, tra cui Enzo Avitabile, Enzo Gragnianiello, Gigi De Rienzo, Ernesto Vitolo, dei Napoli Centrale e quella del giornalista, fan dei Napoli centrale e dell’artista, Federcio Vacalebre, che ha ricordato l’importanza della musica di James nel panorama della musica napoletana moderna. È stato proprio il giornalista ad aprire le danze, elaborando una disamina della carriera dell’artista e della sua importanza per la creazione di quel movimento culturale tutto napoletano denominato “Neapolitan Power“, lungamente affermatosi più in là con Pino Daniele.

I suoni rinnovatori del blues e del jazz, provenienti da oltreoceano, hanno gettato le fondamenta della nascita di questo nuovo sound di “energia napoletana”, che in una mistura alchemica si sono fusi con la musica tradizionale e popolare napoletana, esalando fumi di energia pura, una miscela esplosiva che è stata certamente un’affinità elettiva.

James Senese, con un linguaggio di una semplicità estrema, ha raccontato a tutti i presenti del suo attaccamento alle radici napoletane, grazie alle quali ha preso corpo la passione per una musica che naviga nel suo sangue,  trasportata da un dialetto che è una bomba fatta di carne ed esperienza, che sputa fuori schegge di parole che si incarnano diritte nella pelle di chi ascolta.

Quella di James è una musica nera che ha trovato corpo nelle viscere di città dalla tradizione musicale millenaria, è la vita di una persona speciale che il cielo ha deciso di donare a Napoli, ridipingendo una storia tragica in potenza creativa e artistica. James, un figlio della guerra, ci ha tenuto a ricordare quanta angoscia abbia prodotto quel pregiudizio che è segnato nel colore della sua pelle e quanto miracolosa, invece, sia stata la musica a  sublimarla e ad incanalarla nel rigagnolo dell’arte e della passione per il sax.

Tutto nasce dall’amicizia con Mario Musella, anche lui italo americano, figlio di un soldato americano pellerossa. I due, accomunati dalla passione per la musica e da un simile destino,  formeranno alla metà degli anni sessanta gli “Showman“, un gruppo che ha rivoluzionato la musica leggera italiana, donandogli delle sfumature soul e blues. La calda e corposa voce black di Mario ha incontrato il suono potente e inimitabile uscito prepotentemente dalle  ance del sax di James, dando forma e vita ad una musica energica, sfumando di nero la canzone napoletana. Tutto lì è concentrato il seme appunto della “neapolitan power”, nella quale James Senese è di diritto la colonna portante.

Una musica  che è un dono che solo la natura poteva  fare, un tesoro di novità che fin dall’inizio ha voluto sottrarsi allo scorrere del tempo. Cinquanta anni di carriera che Senese ha saputo attraversare con maestria, salendo quel gradino che ti permette di guardare dall’alto in basso il tempo, sottraendolo dalla sua forza distruttrice. Il suono del sax di James Senese è divenuto di fatto un classico e come tutti i classici è destinato a divenire un mito, un mito di note jazz rock, sporcato dal sapore eterno e cangiante delle polveri musicali  intrise nelle mura dei vicoli di Napoli.

 

 

A proposito di Antonio Forgione

Antonio Forgione nasce in Irpinia, nella valle d'Ansanto decantata da Virgilio, selvaggia terra che confina con la Puglia. Dopo il diploma si trasferisce a Napoli e lì si laurea in Lettere Moderne alla Federico II. Attualmente frequenta la specialistica in Filologia Moderna e coniuga gli interessi letterari con la scrittura creativa, amata e coltivata fin dall'infanzia. In passato ha partecipato a svariati concorsi letterari della sua terra, ottenendo buoni risultati. Il rapporto col suo territorio gli ha permesso di sviluppare una certa sensibilità, che riversa nei suoi scritti. Ama la città di Napoli, sua patria adottiva nella quale persegue una solida formazione letteraria.

Vedi tutti gli articoli di Antonio Forgione

Commenta