Let Me In di Camilla Buzzetti | Intervista

Let me in di Camilla Buzzetti | Intervista

Dal 6 giugno 2025 è disponibile su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica Let Me In, il nuovo brano della cantautrice Camilla Buzzetti per l’etichetta indipendente Altavibe Music. Dopo aver conquistato attenzione con i precedenti singoli Over e Rewind, la giovane artista classe 2003 prosegue il suo percorso con un pezzo diretto e intimo, che affronta il tema dei legami ambigui e della difficoltà di comunicare in modo autentico.

Scritto nel 2019 e rimasto per anni nel cassetto, Let Me In prende finalmente forma grazie alla produzione di Lorenzo Cazzaniga e a un sound che fonde influenze Country-Pop americane con un’impronta emotiva tutta italiana. La canzone dà voce a un sentimento spesso taciuto: quello di sentirsi chiamati solo per riempire un vuoto, senza mai essere davvero accolti nella vita dell’altro. Un’esperienza comune, trasformata in musica con sincerità disarmante.

Abbiamo avuto l’opportunità di interpretare il brano attraverso gli occhi dell’artista stessa intervistandola.

Intervista a Camilla Buzzetti

Cosa ti ha fatto sentire che questo fosse finalmente il momento giusto per pubblicarlo?
 
Per “Let Me In” ho sempre avuto in mente una sonorità specifica che fino ad oggi non avevo avuto modo di ricreare fedelmente. Solo grazie all’aiuto di Lorenzo Cazzaniga, siamo riusciti a sviluppare il brano in studio insieme a tutta la band.
 
Il brano racconta una relazione fatta di silenzi e segnali ambigui. Ti capita mai di vedere lo stesso schema anche nella società in cui viviamo oggi, dove si parla tanto ma si comunica poco?
 
La società di oggi a causa dello sviluppo tecnologico e della modalità di comunicazione, ha trasformato completamente il modo in cui le persone si relazionano tra di loro. La modalità dei messaggi scritti, ha ridotto a un modo troppo semplicistico l’espressione di concetti complessi, favorendone la possibilità di mal interpretazione.
 
Hai detto che non riusciresti mai a dire certe cose in faccia, ma che la musica ti dà il coraggio di farlo. È un modo per reclamare spazio, voce, presenza in un mondo che spesso non ascolta davvero?
 
La musica è un linguaggio così potente e universale che oggi è probabilmente in grado, più delle parole, di toccare il cuore delle persone. Per questo sto cercando di farne il mio strumento principale di comunicazione con gli altri.
 
Il gesto del “m’ama non m’ama” nel videoclip è quasi infantile, ma racchiude una forte carica emotiva. Credi che oggi ci sia bisogno di tornare a una semplicità più autentica nei sentimenti e nei messaggi?
 
Certamente, un’altro degli aspetti della modalità di comunicare, è averci tolto la bellezza e la semplicità dei gesti anche più banali ma sicuramente più evocativi come quello rappresentato nel video.
 
Il tuo stile fonde influenze americane e britanniche con un’anima profondamente italiana. È solo una scelta musicale o senti che rappresenta anche il tuo modo di stare nel mondo: aperta, ma radicata?
 
Penso che ogni modo che ho di esprimermi, compresa la musica, sia rappresentativo di me e comprenda sia tutte le influenze acquisite ascoltando musica che la mia radice marcatamente latina.
 
Lavori con un’etichetta indipendente. Quanto conta oggi restare fedeli alla propria visione artistica, anche quando il mercato spinge verso formule più standardizzate?
 
Penso che la fedeltà alla propria visione artistica e alla propria natura, sia più efficace e duratura in un percorso di maturazione e crescita. La differenza nella forme artistiche rimane una virtù e non un problema, anche se la versione odierna dell’approccio alla produzione mira più alla standardizzazione e all’accelerazione del processo di raggiungimento del risultato.
 
La tua generazione viene spesso descritta come fragile, ma la tua musica trasforma la fragilità in forza. Pensi che, oggi, scrivere canzoni sincere sia anche un piccolo atto politico?
 
La musica ha sempre avuto una forte efficacia sia sociale che politica facendosi strumento di rappresentazione del tempo e della realtà che la hanno generata. Per questo, in un’epoca di maggiore mancanza di prospettiva, che rende i giovani più fragili, la musica è
uno strumento potentissimo ed importante per arrivare alle coscienze delle persone e sviluppare in loro fiducia e forza.
 

fonte immagine: ufficio stampa

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