Il Blues di Vincenzo Martorella | Recensione del libro

IL BLUES - DI VINCENZO MARTORELLA - EINAUDI

Il blues di Vincenzo Martorella è un volume pubblicato da Einaudi nel 2009 che, in poco più di trecento pagine, traccia un preciso percorso lungo la strada tortuosa, confusa e dolorosa, che ha dato origine al blues come genere musicale e, soprattutto, come senso del blues, espressione dell’essenza umana ed eredità culturale di portata tale da permeare di sé la musica del Novecento, dal jazz al rock and roll e fino al pop, giungendo ai nostri giorni senza perdere un briciolo del proprio, irresistibile fascino.

Un classico della saggistica musicale

Sin dalla sua copertina, l’opera di Vincenzo Martorella si presenta come un predestinato classico della saggistica e critica musicale. Incorniciata da un nero crudo, essenziale ed elegante, essa propone una foto con protagoniste persone di età ed etnie differenti, distribuite tra sfondo e primo piano, e due dei soggetti qui ritratti reggono alcuni strumenti musicali: una scena profondamente umana, unica ma ripetibile in ogni angolo del mondo, e che racchiude in sé storia, condivisione e poesia del quotidiano.

Dalle origini africane al Mississippi

L’indice del volume non è da meno, quanto ad organizzazione delle tematiche e a chiarezza di intenti. La trattazione, infatti, attraversa spazi e tempi fondamentali per la nascita del blues: dagli albori africani – con particolare attenzione alle ispirazioni seminali del Sudan e della Senegambia – fino all’incontro, tragico ed evolutivo, con il Nuovo Mondo dove, sulle sponde del Mississippi, le tradizioni vocali popolari hanno trovato il loro nucleo creativo fondamentale. La ricerca prosegue senza trascurare le molteplici declinazioni ed influenze osmotiche del genere, dal minstrel show al vaudeville, dalle atmosfere di New Orleans fino al ragtime tradotto nel linguaggio della chitarra, strumento-emblema del blues insieme, ad esempio, alla voce e all’armonica.

L’anima del blues: un’analisi a 360 gradi

Ne Il blues, Vincenzo Martorella propone una brillante sintesi di tutto quanto ritrae il genere musicale più influente della storia, analizzando: la struttura dei suoi testi e la loro evoluzione nel tempo sino a passare da forma a modello; i temi ricorrenti tra intimismo ed ironia; il processo di trasformazione da espressione musicale spontanea a genere commercialmente fruibile; le dodici battute quali strumenti di emancipazione femminile; e infine, le diverse, possibili strade di una musica che riesce a fondersi totalmente con l’anima di chi la suona.

Gli strumenti della musica del diavolo

Ed a proposito di strumenti musicali del blues, un capitolo del saggio è interamente dedicato proprio a corde e fiati tipici della musica del diavolo, alla loro diversa natura fisica ed espressiva e, dunque, al loro differente modo di atteggiarsi nell’ambito del processo compositivo ed interpretativo. Non soltanto strumenti tradizionali e popolari, ma anche espedienti sonori tirati fuori da oggetti di recupero, figli della povertà e dell’esigenza, tutta umana, di seguire le estensioni della propria anima, oltrepassando i confini meramente materiali della propria condizione.

Un’opera imprescindibile

Il blues di Vincenzo Martorella, dunque, a distanza dall’anno di prima pubblicazione e nella sua ricchezza e precisione argomentativa, resta un’opera salda nella sua imprescindibilità. Esattamente come la musica che descrive rimane, nel suo essere essenziale e complessa, il punto di partenza, di arrivo e di ripartenza in un viaggio perpetuo nel profondo dell’animo umano.

IL BLUES M.V. - COPERTINA
Il blues di Vincenzo Martorella, Ed. Einaudi

Fonte immagine in evidenza: Amazon.it

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A proposito di Mirko Ambrosio

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