Lo spagnolo è una lingua, senza dubbio, bellissima per l’immensa storia che ha dietro di sé. È una lingua espressiva, romantica, sotto alcuni e pochi aspetti somigliante all’italiano. Ed è proprio quest’ultimo fattore che può essere la lama a doppio taglio di chi, per amore della lingua, decide di intraprendere un percorso di studio dello spagnolo. Purtroppo, è una lingua che subisce – ancora oggi – una serie di stereotipi che ne minimizzano la complessità e che la fanno passare come una lingua semplice da apprendere. Al contrario, lo spagnolo è una lingua tremendamente e sorprendentemente complessa, che ha un panorama immenso da offrire a chi vi si dedica con impegno, ma che mette sempre alla prova lo studente per provarne le capacità e le competenze. Studiare lo spagnolo è una lotta giornaliera con sé stessi per superare i propri limiti.
Non basta aggiungere la s per parlare spagnolo?
Contrariamente a quanto si dice solitamente della lingua spagnola, non è così simile all’italiano. Le strutture sintattiche dello spagnolo sono, in tantissimi casi, molto serrate rispetto a quest’ultimo. Chi si affaccia allo studio dello spagnolo dovrà affrontare espressioni idiomatiche, verbi di cambio, periodi ipotetici complessi ed altre irregolarità che sono all’ordine del giorno quando si tratta di grammatica. Sono, infatti, tantissime le eccezioni dei verbi che si devono necessariamente ricordare per poterle assimilare al meglio. Chi sceglie di intraprendere questo percorso e di studiare lo spagnolo dovrà, dunque, essere preparato ad uno sforzo mnemonico non indifferente ed essere motivato da una voglia di mettersi alla prova costantemente. I periodi ipotetici sono uno degli scogli principali, se non il primo scoglio, con i quali chi studia questa affascinante lingua deve scontrarsi. L’accordanza di tempi verbali cambia infatti a seconda di ciò che si vuole esprimere e risulta essere molto ostica per chi parla come lingua madre l’italiano. Inoltre, bisognerà tenere sempre a mente l’esistenza di verbi che richiedono necessariamente una preposizione e di quelli che, a differenza dell’italiano, non ne hanno necessità: un esempio lampante è il verbo spagnolo necesitar che non richiede nessuna preposizione a completarne il significato e, dunque, viene legato direttamente all’oggetto di cui si ha bisogno. Della grammatica spagnola si può dire che, probabilmente, è una delle poche che prevedono più eccezioni che regolarità nelle sue strutture.
I suoni dello spagnolo
Anche qui vittima di una minimalizzazione e degli stereotipi, si pensa spesso che i suoni dello spagnolo risultino semplici e di semplice esecuzione, specialmente per chi come lingua madre parla l’italiano. È innegabile l’influenza che questa lingua ha avuto sulla nostra nei secoli, ma ciò non significa che siano perfettamente equivalenti. Non bisogna sottovalutare la complessità sonora della lingua spagnola che prevede suoni particolarmente difficoltosi da riprodurre, come quello della j ed ancora quello della d in finale di parola, che spesso non viene pronunciata in modo puro. Ancora, il suono della c che viene reso un suono più simile a th davanti alle vocali e ed i.
Studiare lo spagnolo in Italia
Non è un caso che, proprio per via di tutti questi stereotipi, lo studio della lingua spagnola e la letteratura spagnola stessa siano così poco presenti nelle scuole italiane e che, solo in tempi recenti lo spagnolo, a scapito dell’inglese, abbia acquisito un posto di rilievo all’interno del percorso scolastico italiano. Fino a pochi anni fa era, infatti, raro che un ragazzo studiasse due lingue sin dalle scuole medie e che la letteratura della lingua spagnola venisse perseguita fino alla fine del liceo.
Lo spagnolo è una lingua che offre un vastissimo bagaglio culturale al quale affacciarsi e che aiuta a comprenderne tradizioni ed espressioni ma che viene spesso presa sottogamba a causa dell’immagine che se ne è fatta. Studiare lo spagnolo è senz’altro soddisfacente ma tutt’altro che facile e richiede una mole di impegno e tempo che non tutti sono disposti a cedere in virtù dello studio. Se questa lingua venisse liberata dai pregiudizi che ancora la tengono ancorata ad uno status di serie B, molto probabilmente se ne apprezzerebbe ancora di più la bellezza contemplandone anche la sua complessità.
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