Lucio Dalla – Legacy Edition: quarant’anni dopo la prima pubblicazione

Lucio Dalla - Legacy Edition: quarant'anni dopo la prima pubblicazione

«Lucio Dalla fece un mezzo miracolo. Il 1979 fu l’anno in cui uscirono The Wall dei Pink Floyd, London Calling dei The Clash, Highway to Hell degli AC/DC e lui riuscì a inserirsi in mezzo a questi dischi incredibili. Questo non è un disco, è il disco».

Queste le parole con cui Stefano Patara, responsabile di Sony Music Italia, ha introdotto Lucio Dalla – Legacy Edition, la rimasterizzazione del disco “Lucio Dalla” quarant’anni dopo la sua prima pubblicazione.

Presentato in anteprima mercoledì 23 ottobre alla Sony Music di Milano, il disco è arricchito da 3 bonus track in versione inedita registrate nello studio di registrazione del castello di Carimate (Como): Angeli, Stella di mare in uno slang di inglese maccheronico e Ma come fanno i marinai con Francesco De Gregori.

Dal 25 Ottobre, l’album sarà disponibile sia in versione CD con un libretto di 24 pagine; sia in versione LP rimasterizzato nell’innovativo formato 24bit/192 KHZ, che comprende il cd con un libretto di 12 pagine e una stampa speciale. Di quest’ultima versione saranno disponibili soltanto mille copie

Dal 6 dicembre, ma ordinabile già da ora, saranno disponibili altre mille copie del cofanetto con l’LP, questa volta in pasta bianca.

I booklet sono stati curati e disegnati dal fumettista marchigiano Alessandro Baronciani, che ha trasposto su carta le suggestioni visive della musica di Dalla, e contengono anche dei contributi di Dente, Colapesce e Dimartino che raccontano i loro ricordi legati all’album.

Il lavoro anticipa il progetto editoriale di TV Sorrisi e Canzoni e La Gazzetta dello Sport, in collaborazione con Pressing Line, che dal 3 dicembre pubblicheranno a cadenza bisettimanale tutti i 22 lavori del cantautore bolognese in vinile, correlati da fascicoli con racconti inediti e interviste ai principali artisti che hanno collaborato con lui.

La conferenza di presentazione di Lucio Dalla – Legacy Edition

Nell’elegante e avveniristico edificio della Sony, adornato dai dischi d’oro e platino dei tanti artisti dell’etichetta discografica, si è svolta la conferenza di presentazione di Lucio Dalla – Legacy Edition, introdotta dai responsabili di Sony Music Italia Stefano Patara e Paolo Maiorino. Sono intervenuti il critico musicale John Vignola, come moderatore, Maurizio Biancani, autore della rimasterizzazione, Alessandro Colombini, storico produttore musicale di Lucio Dalla, e Alessandro Baronciani autore delle illustrazioni dei booklet e delle animazioni del video Angeli.

Il progetto è nato per poter celebrare il quarantesimo anniversario del disco Lucio Dalla, un lavoro che segnò un’importante svolta nella carriera dell’artista. Pubblicato dopo Come è profondo il mare (1977) e prima di Dalla (1980), Lucio Dalla è uno dei tre dischi che costituiscono il trittico che, a detta di molti, segna la vetta artistica della sua carriera. Lo spartiacque che pose fine al periodo di sperimentazione con il poeta Roberto Roversi e che gli conferì fama nazionale.

Il disco è stato rimasterizzato grazie al ritrovamento in Germania (dove la Sony conserva la maggior parte dei propri master) di alcuni nastri originali risalenti proprio alle registrazioni fatte nel 1979 nella sala di registrazione del castello di Carimate.

Come ha spiegato Biancani, il disco «era solo possibile peggiorarlo nel cambiarlo». Il lavoro ha infatti richiesto pazienza e perizia.

«Il mio approccio a questo disco è stato di estremo rispetto, perché era impossibile migliorarlo ma ho avuto l’estrema fortuna di avere i nastri originali. I nastri originali hanno fatto uscire tutte delle cose che potrete sentire. Non le ho modificate, le ho restaurate cercando di tirare fuori quel colore che il tempo aveva un po’ avvizzito».

Si è inoltre mostrato grato a Alessandro Colombini, produttore nel 1979 di Lucio Dalla, che nonostante fosse a Bangkok, è riuscito a supervisionare la rimasterizzazione per via telefonica.

Tra chicche per appassionati, retroscena oscuri e confusi sulla casa discografica RCA Italiana e frecciatine al mondo dei talent, Colombini è stato l’indubbio ed esilarante protagonista della conferenza. Tra i meriti che può annoverare, c’è sicuramente quello di aver individuato e creato quel particolare timbro e modo di cantare che resero Dalla unico ed inimitabile: «Per la sua voce cercai un filtro particolare, ma non lo trovai. Allora registrai la voce con il dolby e nel missaggio lo tolsi. La cosa straordinaria è che Dalla, a furia di sentirsi con questa voce, l’ha fatta sua. Esempio del suo genio».

Oltre ad elogiarne il talento musicale, Colombini si è soffermato anche sull’abilità descrittiva della penna di Dalla, capace di dipingere con pochi versi vividi ritratti e, allo stesso tempo, di lasciare comunque una sorta di ineffabile mistero. Una scrittura che- come aggiunge Vignola«ha un incedere cinematografico che poi Dalla riprenderà in tante altre canzoni. Canzoni che prima di Lucio non c’erano, che non erano fatte in questo modo e che non avevano questa suggestione. Non erano così libere, libere proprio anche dall’idea della struttura classica di una canzone. Sono state rivoluzionate da uno che non è che fosse rivoluzionario. Ma era un artista originale. Il primo vero incendio ci fu quando lui incontrò Roberto Roversi che gli insegnò ad essere contento nel non essere allineato e poi da solo Lucio ha fatto il resto».

Esempio lampante di questo tipo di scrittura ‘cinematografica’ è il brano Anna e Marco che, come ha svelato Colombini, nacque con un altro titolo, Una sera, e con un testo- a detta del produttore- molto banale. Gli fu consigliato di cambiarlo e così, nel giro di una notte, fu riscritto.

Spazio anche per la testimonianza di Alessandro Baronciani, cresciuto con il mito di Lucio Dalla grazie a Fridi, un suo fan sfegatato.

«A Soria, nel mio quartiere, quando ero piccolo c’era Fridi. Il fan di Lucio Dalla numero uno. Fridi cantava le sue canzoni e faceva la sua imitazione benissimo. Una volta alla festa di Soria fece anche lo sketch del clarinetto russo di Dalla e poi cantò L’anno che verrà. Io impazzii. Era la prima volta che sentivo una canzone di Lucio Dalla. Quella canzone iniziava come una lettera e infatti era una lettera al suo migliore amico. Era surreale, non si capiva. Era poetica, parlava di tutto quello che stava succedendo come se ci dovessimo preparare a qualcosa di ancora più importante e folle».

Da menzionare anche l’intervento di Marino Bartoletti, amico di lunga data di Lucio Dalla e per l’occasione presente in sala, che ha ricordato del suo rapporto con Lucio e dato una visione originale del fervido periodo creativo del ‘77-‘80.

«Io con Lucio parlavo raramente di musica. Parlavamo spesso di sport, di calcio e di pallacanestro. Mi trascinava a vedere le partite della Virtus Bologna. Nel ’79 erano dieci anni che ci conoscevamo e per lui fu un anno molto importante. Nel 78-79 e nel 79-80, uno si chiede perché Dalla fosse così ispirato. Perché la Virtus Bologna vinse due scudetti consecutivi. Era un momento in cui letteralmente volava».

Ironicamente piccato, ha dato anche il suo beneplacito al progetto di tutte le 22 ristampe in vinile: «Sono molto felice di questa iniziativa ma anche un po’ geloso, l’idea che tra poco li potranno avere tutti mi infastidisce un pochino. Capisco che non sia in linea con le ambizioni commerciali ma l’altra notte non mi avete fatto dormire. Guardando tutti i vinili vedevo che mancava “Canzoni” e ho chiamato mia figlia per sapere che fine avesse fatto e solo oggi ho scoperto che non lo aveva mai pubblicato come vinile».

Fonte immagine: Ufficio Stampa Parole & Dintorni

A proposito di Angelo Baldini

Sono nato a Napoli nel 1996. Credo in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione, nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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