L’unica oltre l’amore: il brano civile di Giovanni Truppi

L'unica oltre l'amore

Di domande noi come umanità ce ne poniamo tante. Dalla tenera età ci sorprendiamo dei colori e delle forme per poi arrivare a interrogarci delle relazioni con gli altri e poi delle sovrastrutture più raffinate. Ma se tutto si sintetizzasse in una sola cosa, questa quale sarebbe? L’amore è il motore di tutto, “l’amor che move il sole e l’altre stelle” diceva Dante Alighieri, ma qualcosa di più disinteressato deve pur esserci. Qual è quella cosa che ci rende umani, L’unica oltre l’amore?

Giovanni Truppi, napoletano di nascita, ci ha rapito a Sanremo 2022 con la sua aria da cantastorie, che è un po’ quella in eredità dai grandi cantautori degli anni ’70 italiani. Con Tuo padre, mia madre, Lucia ha dimostrato una speciale delicatezza nella trattazione della vita e una maestria nella scrittura dal tratto vintage, per la quale vince il Premio Lunezia per il valore musical-letterario. Val la pena di ascoltare il suo album Poesia e civiltà, in cui appunto è contenuta anche L’unica oltre l’amore.

“L’unica (cosa) oltre l’amore è una presa di posizione politica e romantica, poetica e civile”, ci dice Truppi.

Noi siamo, viviamo
Ci percepiamo in questo spazio e in questo tempo
E in questa dimensione, ma non capiamo che vuol dire
Perché un’altra non la riusciamo a concepire

Abbiamo un corpo, siamo animali
Siamo mammiferi di razza umana
Viviamo sulla Terra, abitiamo soprattutto
Nelle città dell’emisfero boreale

Viviamo nel ventunesimo secolo, terzo millennio
In piena crisi del capitalismo
E del mondo com’era nel ‘900
Prima della rivoluzione digitale

Siamo europei, siamo russi, siamo australiani
Siamo cinesi, siamo indiani e africani
Arabi e americani

Se ci osservi da vicino
Siamo molto diversi tra di noi
Cambiamo cultura e valori
In base alle epoche, ai luoghi o ai genitori

Dal generale al particolare il testo de L’unica oltre l’amore arriva a descrivere perfettamente la nostra contingenza – da dove viene ognuno di noi, di cosa siamo risultato. È impossibile parlare di sé senza tener conto del proprio contesto, del punto nello spazio e nel tempo in cui si è capitati e dei processi che hanno portato noi ad esistere come esistiamo oggi.

Truppi ha precisato: “Il concetto di identità , da quella religiosa a quella di genere , è un tema centrale in questi anni di individualismo e atomizzazione sociale e questa è una canzone sull’identità”.

Ma l’identità si amplia, quando capiamo che in noi c’è dell’inesplorato. Il verbo essere non esiste nel concreto, noi siamo e a quel nostro essere ognuno dà la sua interpretazione. Siamo e non possiamo far altro che osservarci e scoprirci con gli occhi di un bambino che si guarda per la prima volta allo specchio.

Eppure c’è qualcosa
Che non dipende dal caso o dalle convenzioni
È l’unica oltre l’amore che resiste alle mutazioni
E ci fa assomigliare anche da lontani

Anche ora nel ventunesimo secolo, terzo millennio
In piena crisi del Capitalismo
E del mondo com’era nel ‘900
Prima della rivoluzione digitale

Resta una cosa nel profondo di ognuno di noi
È l’unica oltre l’amore che dice davvero chi sei
È qualcosa che oltrepassa la storia e la geografia
La religione e l’ideologia

Viene da prima del ‘900, ci unisce attraverso il tempo
O ci fa odiare alla follia
Vivrà per sempre, finché vivrà qualcuno di noi
È l’unica oltre l’amore che dice davvero chi sei

In L’unica oltre l’amore, il “noi” accomunante sembra descrivere un gruppetto, ma racchiude con una semplicità infinita tutta l’umanità. Viene introdotto il “qualcosa” che esiste assieme alla nostra vita oltre il tempo e lo spazio, ci è innata ed è fra le poche cose che non studiamo, perché la viviamo e basta.

Provi a darglielo ma non ha un nome e non ha una bandiera
A volte li prende e li cambia in un’ora
Ma ci dice qual è il nostro posto e ci rappresenta
Più di un pensiero o di un sentimento

Esiste da sempre, la incontriamo tutti prima o poi
È l’unica oltre l’amore
Che dice davvero chi siamo
A tutti gli altri uomini come noi

È quella cosa che ci divide tra chi simpatizza con chi vince
E dall’altra parte
Ovunque, da sempre e per sempre
Chi simpatizza con chi perde

Tutte le differenze sono nulla di fronte a L’unica (cosa) oltre l’amore che ci dice davvero chi siamo. In vita sulla Terra riusciamo a discutere delle più grosse futilità; riusciamo a metterci con le nostre stesse mani in enormi ostilità, in sistemi che ci fanno odiare l’uno con l’altro. Gli esseri umani tutti possono guardarsi negli occhi e capirsi, grazie a quell’unica cosa.

L’hate-speech su internet, il bullismo, l’invidia, le battaglie per diverse priorità politiche: il sistema attuale tende a dividerci in gruppetti sempre più piccoli, continuamente l’uno contro l’altro, perché la maggioranza fa paura. E se un’unica cosa in comune, senza bandiera e senza colore, ci raccogliesse tutti e ci permettesse di comunicare per davvero?

Tutto ciò che vogliamo, d’altronde, è stare bene sul nostro pianeta.

«Tra tante risposte passeggere, la sola che rimane sempre è quella di cui parlo in questa canzone e cioè che l’empatia nei confronti dei più deboli è l’unico motivo per cui valga la pena, per gli uomini, di unirsi o dividersi tra loro.» – Giovanni Truppi

Fonte immagine di copertina: Wikimedia Commons

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