Quarta serata di Sanremo 2022. E che cover siano!

Quarta serata

Sanremo 2022, quarta serata: la più amata e temuta dai puristi, che non accettano imitazioni dell’originale: la serata delle cover.

La kermesse musicale di cui tutti parlano, volenti o nolenti, è giunta a uno dei momenti più attesi e carichi di cringe di tutto il festival intero: la quarta serata, la serata delle cover (detta anche: “serata karaoke”).

Dopo aver proposto i loro brani in gara, i nostri venticinque artisti si confrontano con brani provenienti dagli anni ’60, ’70, ’80 e ’90. La grande novità è costituita dal fatto che, oltre agli immancabili brani della storia della musica italiana, per la prima volta ci sono anche brani in lingua inglese.

Chi dei nostri eroi musicali avrà reso onore agli artisti che hanno deciso di celebrare? E chi, invece, avrà scatenato un putiferio di critiche da far arrabbiare i puristi più intransigenti? È tempo di scoprirlo.

Sanremo 2022, quarta serata. Le esibizioni

Noemi – You Make Me Feel Like a Woman (di Aretha Franklin)

Pianoforte al centro del palco e Noemi ci porta una sferzata di eleganza con un brano della regina del blues, che valorizza la sua voce. Per un attimo non ci troviamo più sull’Ariston, ma a New Orleans. Promossa.

Giovanni Truppi – Nella mia ora di libertà (di Fabrizio De André) con Vinicio Capossela

Grandissima responsabilità per il nostro amante delle canotte in pieno inverno e per Capossela, che sembra appena sceso da una nave di inizio ‘900. Truppi ci mette l’energia, il cantante di Che coss’è l’amor una nota di dolcezza. Una performance che non sfigurerebbe al concerto del Primo Maggio.

Note a margine: Mauro Pagani che accompagna con la fisarmonica e il verso di un’altra canzone di de André, Canzone del maggio, che chiude questa cover: “Per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”. Notevole.

Yuman – My way (di Frank Sinatra) con Rita Marcotulli

Il primo cantante proveniente da Sanremo Giovani si cimenta con uno dei più emblematici brani scritti dell’artista italoamericano. Yuman non ha fatto la scelta migliore con una canzone non proprio adatta a questa competizione. Il compito è stato eseguito, ma nulla di memorabile.

Le vibrazioni – Live and let die (di Paul McCartney) con Sofia and The Giants

Cover tratta dalla colonna sonora dell’omonimo film di James Bond. Le Vibrazioni si avvalgono della collaborazione dei Sofia and The Giants e di, per la gioia dei fanboys sanremesi, del maestro Beppe Vessicchio al pianoforte. Brano migliore di quello portato in gara.

Sangiovanni – A muso duro (di Pierangelo Bertoli) con Fiorella Mannoia

Secondo capitolo della serie “grandi responsabilità”. Il cantante proveniente dalla scuderia De Filippi porta un pezzo da novanta di Pierangelo Bertoli. Se Fiorella è impeccabile non si può dire lo stesso di Sangiovanni, che sbaglia spesso e volentieri. Occasione sprecata.

Emma – Baby one more time (di Britney Spears) con Francesca Michelin

Un tuffo di prepotenza negli anni ’90 con Emma e Francesca Michelin, che portano sul palco la prima hit di Britney Spears. L’arrangiamento è lontano dal ritmo scoppiettante dell’originale: una cover inutilmente elegante e raffinata, per un brano che non dovrebbe essere così. A condire il tutto, una pronuncia inglese non impeccabile. Ci si aspettava di più e invece si rimane a bocca asciutta.

Nota a margine: “It’s Britney, b**ch!”

Gianni Morandi – Medley con Lorenzo Jovanotti

“La strana coppia”, così come l’ha definita Amadeus (di cui ancora vorremmo conoscere la squadra per il Fantasanremo), ci conduce in un viaggio che parte da Occhi di ragazza e si conclude con Penso Positivo. Gianni Morandi è il tipo che più invecchia e più sembra un ragazzino e trasmette una ottime vibes, facendo ballare l’Ariston. La presenza di Jovanotti non può essere che un punto a favore.

Nota a margine: il Giannone nazionale che fa cadere a terra i fiori donati con amore da Amadeus.

Elisa – What a feeling con Elena d’Amario (di Irene Cara)

La vincitrice di Sanremo 2001 ci riporta negli anni ’80 con la colonna sonora di Flashdance. Le sonorità richiamano fedelmente a quel decennio ed Elena d’Amario, la ballerina che accompagna la performance, sembra che abbia studiato a fondo le movenze di Jennifer Beals nell’omonimo film. Elisa, inutile dirlo, è impeccabile come sempre.

Nota a margine: il collegamento a fine esibizione con Giorgio Moroder, autore della colonna sonora di Flashdance,  che ringrazia le due artiste

Achille Lauro – Sei bellissima con Loredana Bertè

La quarta serata di Sanremo 2022 prosegue con Achille Lauro che, dopo aver fatto infuriare boomers e cattolici vari, si cimenta con uno dei brani più iconici di Loredana Bertè avvalendosi della sua stessa presenza. Non è la prima volta che il cantante romano porta una canzone femminile come cover (vedi Sanremo 2020). La Bertè mostra una voce potente, finendo però con l’affossare Lauro che dovrebbe essere protagonista. Difficile da giudicare.

Nota a margine: la lettera scritta da Achille Lauro alla Loredana nazionale, con tanto di consegna di fiori e inchino.

Matteo Romano – Your song (di Elton John) con Malika Ayane

Matteo Romano sceglie un brano di Elton John facendosi accompagnare da Malika Ayane, che sembra essere la vera protagonista. Tuttavia il cantante nato su TikTok si trova a proprio agio sulle note del cantante inglese. Standing ovation da parte del pubblico.

Irama – La mia storia tra le dita (di Gianluca Grignani) con Gianluca Grignani

C’è chi ha sognato di vedere Grignani salire sul palco ubriaco e chi mente. Irama e l’autore del brano che cantò proprio a Sanremo nel 1995 ci portano una cover non impeccabile: Grignani è spesso fuori tempo e cerca di attirare l’attenzione su di sé, con tanto di baciamano alle signore in prima fila e farfugliando parole a caso a fine esibizione, lasciando le briciole a Irama. La versione grunge (e brutta) di Morandi e Jovanotti.

Ditonellapiaga e Rettore – Nessuno mi può giudicare (di Caterina Caselli)

Chi poteva portare questa canzone se non il duo zia-nipote (all’autore dell’articolo piace immaginarle così, siate comprensivi) del festival? Forse, conoscendo anche il brano in gara, ci si aspettava che entrambe premessero un po’ di più sull’acceleratore. Invece, pur essendo sufficientemente energica, la cover non riesce ad avere quel guizzo in più. Onesta.

Iva Zanicchi – Canzone (di Don Backy e Detto Mariano nella versione di Milva)

Cento! Cento! Cen..“. ah, non siamo a Ok, il prezzo è giusto?

Tornando seri: la Zanicchi (la cui intensità vocale, noi trentenni, ce la potremo soltanto sognare quando raggiungeremo la sua età) ci regala una bella versione della canzone di Milva. Chapeau.

Nota a Margine: le doti da negromante della Zanicchi, che invoca sullo schermo lo spirito di Milva che canta con il palco immerso nel buio.

Ana Mena – Medley con Rocco Hunt

Il mondo, Figli delle stelle, Se mi lasci non vale. Gli autori di queste canzoni preferirebbero incollarsi due sanguisughe agli occhi e alle orecchie pur di non ascoltare e assistere allo scempio da pianobar per matrimonio compiuto da questi due cantanti. Citando il sommo: “è più non dimandare“.

La rappresentante di lista – Be my baby (di The Ronettes) con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra

Un party, di quelli che vorresti non finissero mai. La rappresentante di Lista, che si confrontano con una canzone scritta da Phil Spector, a cui collaborano anche Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra, fanno un ottimo lavoro. Breve, ma intenso.

Nota a margine: l’appello accorato di Veronica Lucchesi a far ripartire i concerti e ci sembra giusto (e anche ora!)

Massimo Ranieri – Anna verrà (di Pino Daniele) con Nek

Tributo a un artista che manca ogni giorno a tutti, specie a noi napoletani. Ranieri si avvale della collaborazione di Nek. Purtroppo, l’operazione non è delle più felici. I due hanno stili troppo diversi e non si integrano bene. Ranieri se la sarebbe potuta cavare benissimo da solo. Peccato.

Michele Bravi – Io vorrei, non vorrei ma se vuoi (di Lucio Battisti)

Terzo capitolo della serie “grandi responsabilità”. All’inizio Michele Bravi rallenta un po’, ma alla fine si rialza regalandoci una cover tutto sommato degna. Bravo.

Nota a margine: la dedica di Michele Bravi ai suoi nonni defunti, con cui guardava il festival da bambino.

Mahmood e Blanco – Il cielo in una stanza (di Gino Paoli)

I papabili vincitori di questa edizione ci regalano in questa quarta serata la loro versione di una delle più famose canzoni di Paoli. Il tempo sembra fermarsi attorno a loro e non possiamo che chiudere gli occhi e lasciarci avvolgere dalle voci di Mahmood e Blanco, come se ci stessimo librando nel cielo. Paradisiaca.

Nota a margine: Mahmood e Blanco che compaiono dietro Amadeus mentre vengono presentati.

Rkomi – Medley Vasco 80 con Calibro 35

Petto in bella mostra per Rkomi, che celebra Vasco Rossi coverizzando Fegato spappolato, Cosa succede in città e Deviazioni. I Calibro 35 accompagnano l’esibizione che di certo non lascia indifferenti (e non solo per le qualità fisiche del cantante, gioia per gli occhi delle donne del pubblico in prima fila). Rkomi domina il palco e ci regala una bella versione dei successi del “Blasco”.

Nota a margine: Amadeus che sfida Rkomi a una gara di flessioni prima dell’ennesimo stacco pubblicitario.

Aka 7even – Cambiare (di Alex Baroni) con Arisa

Una sola parola: no, no e ancora no. Nemmeno Arisa riesce ad aiutare il cantante proveniente da Amici e a dare forza a questa cover, che è nettamente inferiore all’originale. Dovremmo sentirci in dovere di spedire nell’aldilà una lettera di scuse ad Alex Baroni.

Nota a margine: La giacca bianca di Aka7even con incise alcune frasi della canzone

Highsnob e hu – Mi sono innamorato di Te (di Luigi Tenco) con Mr Rain

Quarto capitolo delle “grandi responsabilità”: Highsnob e Hu si cimentano con Luigi Tenco. Se la cantante di Sanremo Giovani se la cava bene, Highsnob è un po’ più incerto. L’apporto di Mr. Rain è ridotto ai minimi storici ed è giusto così, altrimenti ci saremmo trovati davanti a una ballad rap e lì ci sarebbe stato da arrabbiarsi.

Nota a margine: Highsnob e Hu che a fine esibizione si tengono la mano (che carini!)

Dargen D’Amico – La bambola (di Patty Pravo)

Ci aspettavamo una tamarrata e tamarrata è stata. Dargen D’Amico propone la propria versione della canzone simbolo di Patty Pravo, aggiungendoci qualche strofa rap di cui non si sentiva la necessità. Però c’è da dire che è coinvolgente.

Nota a margine: Dargen d’Amico che si avvicina al cameraman e gli stampa un bacio.

Giusy Ferreri – Io vivrò senza te (di Lucio Battisti) con Andy dei Bluvertigo

Dopo essere divenuta un meme con il suo megafono, Giusy Ferreri demolisce senza pietà Lucio Battisti con un’interpretazione che sa di eccessivamente pomposo. La preferiamo di gran lunga come meme.

Fabrizio Moro – Uomini soli (dei Pooh)

Il vincitore di Sanremo 2018 urla (pardon, “canta”) i Pooh. Un minuto di silenzio per tutti coloro che hanno seguito il festival in streaming con le cuffie alle orecchie e si sono ritrovati sordi per colpa degli acuti di Moro. Una bustina di Aulin, per favore.

Nota a margine: “Diodellecittààààahhhhh

Tananai – A far l’amore comincia tu (di Raffaella Carrà) con Rose Chemical

Tralasciando il fatto che Rose Chemical abbia copiato il colore dei capelli di Dario de La rappresentante di lista, cosa si può dire? Un tributo non proprio eccellente che chiude la quarta serata, ma che fa il suo dovere: divertire. Certo, non proprio l’omaggio più grande che si potesse fare a un’artista che ha segnato l’immaginario collettivo di molti italiani.

Nota a margine: Tananai che indossa una t-shirt degli Iron Maiden con sopra una giacca glitterata (qualcuno rinchiuda i costumisti di Sanremo, per favore).

Risultati della serata e ospitate varie

Ad aggiudicarsi la quarta serata è Gianni Morandi, che a stento ci crede. Secondo posto per Mahmood e Blanco e terzo posto per Elisa.

Maria Chiara Giannetta affianca Amadeus in questa serata, facendoci rimpiangere moltissimo Drusilla Foer: avete presente la compagna di scuola che cercava di essere simpatica a tutti i costi anche con espedienti irritanti? Ecco, è proprio lei. Il botta e risposta con Maurizio Lastrico e costruito con frasi di canzoni famose raggiunge vette di imbarazzo più alte del K2. Lodevole, comunque, il momento con i “Guardiani di Blanca” (dal titolo della fiction di Rai Uno, nulla a che fare con l’omonimo personaggio di Street Fighter), un gruppo di quattro persone non vedenti che hanno ringraziato l’attrice.

Super ospite il già citato Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Il “ragazzo fortunato” è felicissimo di trovarsi sul palco dell’Ariston e ci regala il “momento emozione” della serata recitando la poesia Bello Mondo di Mariangela Gualtieri e coverizzando (ma era proprio necessario?) Che sarà dei Ricchi e Poveri. Spazio anche per l’attore Lino Guanciale, che presenta le prossime fiction RAI in arrivo a marzo: Sopravvissuti e Noi. Dulcis in fundo, Amadeus che, all’una e venticinque, pensa bene di mettere su un dj-set dimenticandosi che non sta conducendo L’anno che verrà e che a quell’ora la gente normale si trova già sotto le coperte.

Dalla Costa Toscana Fabio Rovazzi e Orietta Berti, abbigliata in modo sobrio rispetto alle sere precedenti, presentano i Pinguini Tattici Nucleari che cantano la loro Ringo Starr, riportandoci con la mente agli ultimi momenti spensierati del 2020 prima che il mondo andasse a rotoli (e allo split in eurovisione tra Bugo e Morgan).

Immagine copertina: Rai

A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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